Verba manent: negazionisti

Torna la guerra, torna la propaganda e immancabilmente anche il negazionismo. Occorre precisare: molto diverso dallo scetticismo. Chi dubita è molto più saggio di chi reputa verità ciò che sente dire, senza indagine né riflessione. Ma il negazionista è colui che, con un’argomentazione forzata e a difesa di alcune proprie e perenni ideologie, ribalta l’evidenza. Li stiamo vedendo in questi giorni a seguito del massacro di Bucha, in Ucraina. 

In ogni evento storico, di gioiosa portata o drammatico, come la guerra in corso, c’è qualcuno che deve dire “no” di fronte alla realtà. Pertanto i campi di concentramento costruiti dai nazisti col fine di sterminare le razze inferiori erano falsi, perché quei cadaveri sarebbero morti di tifo a causa della carenza di acqua, l’allunaggio non c’è mai stato in quanto fu un atto simulato in nome della propaganda americana e, dulcis in fundo, l’attentato alle Torri Gemelle fu causato dagli Stati Uniti stessi. 

Retorica dannosa, indecente e purtroppo anche ricorrente, che tramite il web riesce perfino a convincere molte persone della veridicità di certe teorie. Si studiano degli esempi calzanti, si lavora sulla vena di complottismo della gente e così si genera odio. 

Oggi gli artefici di codesti ragionamenti sono, guarda caso, gli stessi che fino a due mesi fa negano le evidenze scientifiche del Covid senza avere alcuna preparazione in merito. 

Dalla medicina alla guerra, tutto pur di andare contro la corrente della normalità, cotanto bistrattata eppure a volte utile a capire che basterebbe fidarsi di chi ha competenze e strumenti per comprendere meglio le cose. 

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