45 anni fa veniva assassinato Pier Paolo Pasolini: una morte senza giustizia

Nella notte tra il 1 e il 2 novembre, sulla spiaggia dell’Idroscalo di Ostia, venne brutalmente ucciso il noto scrittore Pier Paolo Pasolini. A distanza di 45 anni, quell’assassinio rimane uno dei misteri più oscuri della storia italiana.

1 novembre 1975, ore 22:30. Un’Alfa Romeo GT2000 si aggira per Piazza dei Cinquecento, nei pressi nella Stazione Termini di Roma. Si accosta e fa salire un ragazzo riccioluto.
Quell’auto era guidata dal noto regista Pier Paolo Pasolini. Da quel momento non si sa più nulla di lui, se non che venne ritrovato senza vita la mattina seguente.

Il giovane in questione, appena diciassettenne, si chiamava Giuseppe Pelosi, originario di Guidonia.
Uno dei tanti “ragazzi di vita” che il celebre scrittore aveva raccontato attraverso i suoi numerosi libri e sceneggiature.

Lo stesso Pelosi racconterà agli inquirenti che Pasolini, dopo avergli offerto la cena presso la trattoria “Biondo Tevere”, gli promise dei soldi in cambio di prestazioni sessuali. I due si diressero verso Ostia e il ragazzo arrivò ad uccidere Pasolini dopo essersi negato ad avere rapporti con lui.
Minacciato con un bastone, il giovane riesce ad impadronirsene e picchia a sangue l’uomo, tramortendolo a terra. Per finirlo, sale sull’auto e passa ripetutamente sopra Pasolini sfondandogli la cassa toracica e causandone così la morte.

La mattina del 2 novembre, verso le 6:30, ci fu il ritrovamento del corpo e venne riconosciuto da uno dei suoi più cari amici, l’attore Ninetto Davoli, reso celebre proprio da Pasolini.
Tutta la comunità del litorale romano si ritrovò circondata da curiosi e giornalisti che si riversarono in spiaggia per documentare la scena.

Fin da subito la tesi e la ricostruzione rilasciata dal Pelosi, che venne fermato a tarda notte sull’auto di Pasolini, non resse, soprattutto per i media. Come poteva un ragazzo non ancora maggiorenne, da solo, uccidere in questo modo un uomo di 53 anni come Pasolini che, seppur esile, sarebbe stato in grado di difendersi adeguatamente essendo da sempre un grande appassionato di sport e quindi in forma?

A distanza di 45 anni, i dubbi su quella notte sono ancora tanti, alimentati sia dalle miriadi di inchieste condotte da testate giornalistiche dell’epoca, come quella de L’Europeo ad opera della giornalista Oriana Fallaci ma anche dalle dichiarazioni dello stesso imputato Pelosi che nel 2005 rilasciò un’intervista nella quale confessò che non fu lui l’artefice materiale dell’omicidio di Pasolini.

Dichiarò infatti che quella sera, dopo essersi recati ad Ostia, lui e lo scrittore vennero raggiunti da altri tre uomini con un accento del sud (presumibilmente calabrese o siciliano) e che viaggiavano su una Fiat 1300 targata “Catania”.

Tesi in seguito “confermata” da una lettera anonima giunta alle autorità che si stavano occupando del caso e sulla quale era riportato che l’Alfa di Pasolini, quella sera, era tallonata da un’auto dello stesso modello e con la stessa targa descritta dal Pelosi, l’unico poi ad essere stato condannato con sentenza definitiva a 9 anni e 7 mesi di reclusione per omicidio volontario “in concorso con ignoti”. Quest’ultimo appunto fa inoltre trapelare che anche la magistratura, così come gran parte degli italiani, non credette mai alla sola colpevolezza del giovane ma che erano coinvolte altre persone di cui, ovviamente, non si è mai saputo nulla.

Altro elemento strano fu la completa mancanza di testimoni dell’omicidio. Essendo l’Idroscalo di Ostia un luogo abitato principalmente da baraccopoli, vicino le quali venne ritrovato il corpo esamine di Pasolini, è possibile che nessuno abbia sentito le urla di quest’ultimo?

L’idea di un assassinio premeditato contro Pasolini non è mai stata abbandonata del tutto e ci fu proprio un particolare evento che alimentò questa ipotesi, ovvero la misteriosa sparizione di alcune copie dell’ultimo film del regista, Salò o le 120 giornate di Sodoma (uscito poi postumo), uno dei suoi lavori cinematografici più scomodi e criticati.

Ad oggi, la morte di Pier Paolo Pasolini rimane ancora uno dei misteri più sconvolgenti della storia d’Italia e la possibilità di venire a scoprire la verità di ciò che accadde quella prima notte di novembre, a 45 anni di distanza, sembra ormai vana e irrealizzabile, anche a causa della scomparsa di Giuseppe Pelosi per un tumore ai polmoni nel 2017, l’unica persona che potrebbe far luce sull’ingiusta morte del regista.

1 commento

  1. Pasolini era un formidabile genio, dotato di spiccata lungimiranza e sensibilità, un intelettuale di cui oggi avremmo bisogno più che mai. Non so esprimermi sulle cause della sua morte, l’ unica certezza è che non smetterò mai di guardare i suoi film e leggere le sue scritture.

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