Agenzia Europea dell’asilo: bisogna essere solidali, non solitari

Il Consiglio e il Parlamento europeo hanno raggiunto, nel giugno scorso, un
accordo provvisorio sul regolamento istitutivo di un’Agenzia Europea per l’asilo che dovrebbe sostituire l’attuale Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (EASO).

Non è una vera e propria agenzia, per la quale la procedura ordinaria avrebbe richiesto molto più tempo, ma una struttura facente capo alla Commissione che può diventare operativa già dal 1 gennaio 2022 e disporre di risorse proprie in aggiunta a quelle già previste nei vari programmi europei.

L’obiettivo è migliorare l’applicazione della politica relativa all’asilo all’interno dell’UE fornendo una maggiore assistenza operativa e tecnica agli Stati membri e contribuendo a una maggiore convergenza nella valutazione delle domande di protezione internazionale. Questa proposta rappresenta sicuramente un passo in avanti dopo anni di stallo in materia migratoria a livello UE, ma non dobbiamo lasciarci prendere troppo dall’entusiasmo.

Il Parlamento, infatti, ha rivendicato un maggior coinvolgimento nella gestione e controllo di tale agenzia. Ad oggi, dopo numerose crisi migratorie ed umanitarie registrate in tutti i continenti a noi vicini, l’Unione Europea ancora non si è dotata di una vera politica migratoria. I fatti dell’Afghanistan devono renderci ancora più consapevoli di essere senza una politica estera comune all’interno della quale prevedere anche una politica migratoria strutturata.

Nel mio intervento durante i lavori della plenaria, ho sottolineato come sia evidente che la nuova Agenzia si propone di supportare i sistemi nazionali per facilitare e snellire le procedure di asilo e renderle uniformi all’interno dell’Unione Europea, ma che, allo stesso tempo, ci troviamo di fronte ad una misura che servirà a dare un momentaneo respiro a quegli Stati del sud Europa che da anni si prendono il peso di tutti gli arrivi dei migranti nel nostro continente, tra questi l’Italia.

Noi abbiamo bisogno di una soluzione sostenibile a lungo termine. L’Unione deve dare un segnale forte di credibilità in ambito migratorio: basta riforme spezzettate, i cittadini ci chiedono misure concrete che possono essere realizzate solo attraverso un unico pacchetto di politiche comunitarie.

Il mio augurio è che questa Agenzia rappresenti un primo passo per un cambiamento ben più significativo in termini di politica migratoria e di asilo comune, e, soprattutto, che serva anche a stimolare una cultura ed un approccio diverso di tutti gli Stati membri affinché comprendano che il peso degli arrivi deve essere condiviso da tutti. È necessario essere solidali e non solitari.

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