BOXE EVENT II, il pugilato a Colleferro

Questa sera, ore 20.00, gli atleti della ASD Colleferro Boxe, guidati dal tecnico Cristiano Campoli, saranno impegnati in 10 match dilettanti nella cornice della Polivalente (in Via degli atleti, Colleferro) durante la seconda edizione del BOXE EVENT. Per alcuni sarà il primo incontro di pugilato in assoluto: un momento cruciale per la loro crescita sportiva e umana.

Lanterna ne ha incontrati alcuni per una chiacchierata…

Tra i più giovani c’è chi ha cominciato per rimettersi in forma, ma poi è rimasto affascinato dalla disciplina in sé. Come Andrea, 18 anni, che farà il suo primo incontro stasera. Andrea dichiara con fermezza che da quando ha iniziato con il pugilato, 4 anni fa, è diventato “sempre più sicuro di sé”. In una società dove molti suoi coetanei restano intrappolati in casa tra la playstation e i social, sentirlo parlare così è una boccata d’ossigeno.

Ma c’è anche chi dà una versione più romantica, e ci racconta che ha iniziato perché ispirato dal cinema e dalle serie TV dedicate al pugilato. È Mirko, 13 anni, che dovrà rimandare la data del suo primo incontro (non sono stati trovati sfidanti) ma che si dichiara volenteroso di combattere appena potrà.

Quando chiediamo cosa contraddistingue un pugile rispetto ad altri sportivi ci risponde Stefano, il più maturo  dei presenti (35 anni), che non ha dubbi: è la capacità di soffrire che rende un atleta un pugile. Stefano sottolinea spesso che “per fare pugilato bisogna essere integri”, avere una certa dose di disciplina, saper rinunciare ai piaceri immediati.

Il messaggio che ci lascia è importante, soprattutto per i ragazzi più giovani, immersi nell’epoca del consumo istantaneo, del tutto e subito. Per crescere e andare avanti nella vita bisogna saper costruire giorno dopo giorno la propria strada, con pazienza e spirito di sacrificio. Per questo gli allenamenti e la disciplina che ne consegue sono mattoni fondamentali per la crescita di un adolescente. Perché ti insegnano un’etica del lavoro che si basa sui principi del merito e della costanza, lontano da facili scorciatoie o dall’idea dei colpi di fortuna. La fortuna aiuta gli audaci, e senza allenamento e integrità non c’è fortuna che potrà aiutarti.

Ma anche la sfida, l’incontro con un altro atleta, può essere un esame cruciale per testarsi non solo sul piano sportivo, ma anche umano. Il match che si consuma sul ring insegna a gestire l’ansia da prestazione, come ci fa notare Gianmarco: “Un po’ d’ansia ci sta sempre, ma penso che quell’incontro lo devo fare. Faccio finta di stare già lì e immagino le varie circostanze”.

In un Paese dove la violenza di strada si manifesta con una certa frequenza, bisogna anche riflettere sul ruolo che le palestre svolgono (o dovrebbero svolgere) nell’educazione dei/delle ragazzi/e. Senza la cultura del rispetto e senza un intervento che sia anche pedagogico, qualsiasi disciplina acquisita con gli allenamenti diventa vuota, inutile e nel peggiore dei casi deleteria. Su questi aspetti, la considerazione più efficace la elabora Andrea:

Il pugilato mi ha dato un pretesto per controllarmi meglio…Il pugilato ti dà un mezzo che tu puoi decidere di usare con raziocino oppure buttarlo per strada e sprecarlo. Sta anche al mister inquadrarti nella giusta via. Si, il pugilato può servirti a incanalare la rabbia, però poi sta all’allenatore insegnare cosa è giusto e cosa è sbagliato”.

Nelle parole del giovane atleta ci sono tutti gli elementi per comprendere quanto sia importante avere non solo i giusti allenatori, ma anche i giusti maestri. Per questo ci affidiamo all’esperienza ma anche al ruolo pedagogico della ASD Colleferro Boxe e del tecnico Cristiano Campoli, che a poche ore dall’inizio dell’evento dà la carica ai suoi.

Nella foto: Giacomo Felici, Andrea Rovitelli e Gianmarco Maresca

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