“Oggi ho presentato le mie dimissioni da sindaco di Catania. È stata una scelta molto sofferta e a lungo ponderata e il momento era già stato individuato ben prima della crisi, imprevedibile, del Governo Draghi. Le mie dimissioni dalla carica di Sindaco hanno sempre aleggiato fra gli addetti ai lavori e sulla stampa, seppure chi le invocasse di giorno facesse di tutto per scongiurarle di notte. Dopo l’ingiusta e inaspettata sospensione del 24 gennaio, nonostante illustri costituzionalisti sostenessero con convinzione la tesi opposta, avallata anche da quello che ha sempre sancito la Corte Costituzionale, ho valutato insieme alla mia Giunta quale fosse la decisione migliore per la Città. Una Giunta perfettamente legittimata a condurre l’Amministrazione in mia assenza e che per questo ringrazio. Le tante scadenze determinanti per la vita di Catania, dalla spesa dei fondi comunitari ai progetti del PNRR, e la necessità di dare continuità al processo di risanamento del bilancio mi hanno convinto a non presentare le dimissioni, lasciando al vicesindaco Bonaccorsi e agli Assessori il compito di proseguire il lavoro avviato, garantendo continuità amministrativa a una Città provata dal dissesto causato da altri e con un debito complessivo di un miliardo e seicento milioni di euro. Le condizioni sono cambiate, anche con l’avvio di numerosi progetti e la conseguente apertura dei cantieri, possibile grazie a una importante accelerazione sulla spesa dei fondi europei. Adesso ho la serenità per fare quello che immaginavo già da mesi; la serenità di chi ha dato tutto se stesso per rispettare la propria Città e il mandato ricevuto dai cittadini, con l’unico dispiacere di non aver concluso, mio malgrado, un percorso che ha già dato frutti importanti in termini di obiettivi raggiunti. Mi sembra doveroso ringraziare Roberto Bonaccorsi e tutta la Giunta, il Presidente del Consiglio comunale Giuseppe Castiglione e tutti i Consiglieri, i dirigenti e i dipendenti dell’Ente e delle Partecipate, per l’onere che si sono assunti in questi mesi difficili, per l’abnegazione e l’impegno dimostrato nel perseguire il programma amministrativo. Lascio anche nella fondata speranza di poter dimostrare come la mia vicenda giudiziaria, causa della sospensione, si risolverà nell’unico modo possibile, dimostrando la mia totale e assoluta estraneità ai fatti contestati. Auguro alla mia Catania e ai miei concittadini ogni bene e di proseguire sulla strada della rinascita, dopo anni resi molto complicati anche dalla pandemia e dalla crisi internazionale”
Salvo Pogliese, con questa nota, ha ufficializzato lunedì 28 giugno le dimissioni dalla carica di sindaco della città di Catania.
Pogliese, eletto nel 2018 con il 52,29% delle preferenze, lasciando il “comodo” seggio da Europarlamentare, s’è dovuto scontrare con l’applicazione della Legge Severino.
Sospeso dall’incarico per la sua condanna, il 23 luglio del 2020, del Tribunale di Palermo per peculato a 4 anni e 3 mesi di reclusione nel processo sulle “spese pazze” all’Assemblea Regionale Siciliana, è stato reintegrato a fine 2020 per poi essere nuovamente sospeso per 18 mesi dall’incarico di sindaco del capoluogo etneo.
Sindacatura travagliata, che ha visto il Vice Sindaco Roberto Bonaccorsi svolgere il ruolo di Sindaco facente funzioni.
Al Comune di Catania arriverà, trascorsi 20 giorni – tempo necessario affinché le dimissioni diventino definitive – un commissario, scelto dal Presidente della Regione Nello Musumeci, che traghetterà la città verso le elezioni Amministrative nella primavera del 2023.
Per Pogliese, sembrerebbe, si apriranno le porte del Parlamento.
Come riportato dal quotidiano “La Sicilia” si parla di “una candidatura blindata, che gli spetta in quanto coordinatore per la Sicilia orientale di Fratelli d’Italia, come capolista al plurinominale “Sicilia 2” del Senato”.
Dimissioni che sono arrivate nell’ultimo giorno utile per consentirgli la corsa alle elezioni politiche del 25 settembre.
Sta di fatto che la campagna elettorale, per il dopo Pogliese, è già partita.