Civitavecchia, Peraino: “In campo per la nostra città”

Diego Peraino, classe ’87, nato e cresciuto nella sua città, da sempre appassionato di politica e militante dal 2005 in Forza Italia che, in vista delle elezioni amministrative, ha deciso di mettere la sua grinta e passione al servizio degli amici e concittadini di Civitavecchia. Grazie al suo lavoro come assistente di volo, ha potuto ammirare tante realtà, comprendere nuove culture, assimilare tanti aspetti positivi delle diverse città visitate, italiane ed europee, per poter rendere la sua e la nostra Civitavecchia un posto migliore nel quale vivere, nel quale crescere far crescere le future generazioni, lavorare e divertirsi.


Perché hai deciso di candidarti?
Sono da sempre stato appassionato di politica, da anni milito in Forza Italia, in primis per l’ammirazione che nutro sin da piccolo verso il Presidente Berlusconi, ma questo non è l’unico motivo: mi candido alla prossime elezioni amministrative perché sono stanco di lamentarmi di quel che non va a Civitavecchia e di rimanere con le mani in mano. Sono stanco di vedere la mia, la nostra città in questo stato di abbandono e degrado, senza un progetto di sviluppo della città. Voglio dare il mio contributo per farla rinascere. Come dice anche il nostro candidato Sindaco, “vogliamo tornare a farla sorridere”.


Candidarsi per la prima volta ed essere un giovane vuol dire rappresentare il nuovo? 
Sono un volto nuovo e questo è importante per due motivi, a mio avviso basilari: voglio dare una nuova freschezza al Movimento, Forza Italia, dal quale provengo e nel quale ho milito per tantissimi anni; e, soprattutto, voglio portare nuove idee e nuovi contributi alla mia città, portando anche un nuovo modo di fare politica, che parta dalle persone, dall’ascolto delle richieste dei cittadini. Parlando di volto nuovo, però, non voglio commettere lo stesso errore che ha fatto il Movimento 5 Stelle che ha associato persone inesperte al concetto di rinnovamento e di rottamazione della vecchia politica. E che non si sia rivelata la formula vincente è sotto gli occhi di tutti perché i cinque anni di Governo grillino a Civitavecchia sono stati, non solo a mio dire, fallimentari. Sono un civitavecchiese che conosce il mondo del lavoro, figlio di commercianti che hanno creduto nella nostra città come tanti altri; conosco la piccola e media imprenditoria, conosco i suoi lati positivi e, soprattutto, ne conosco i piccoli e grandi problemi. Vivo la città, conosco tutte le difficoltà che le persone, ogni giorno, vivono, tutte le difficoltà del commercio civitavecchiese. In tanti, visto lo scontento di alcune categorie, durante le elezioni, cavalcheranno l’onda della novità ma poi, dietro la novità, sono carenti di vere idee e soluzioni per una categoria che va sostenuta e valorizzata. Per farsi portavoce, bisogna conoscere, aver vissuto quelle realtà e io, venendo da quel mondo, ho conosciuto i problemi che, ogni giorno, si devono affrontare.


Quali sono le battaglie che ti stanno più a cuore?
Il mio ‘chiodo fisso’, se così si può dire, sono il commercio ed il turismo. Due settori, a Civitavecchia da cui possono nascere nuovi posti di lavoro, tantissime opportunità per coloro che operano da sempre in questi settori e per coloro, giovani come me, che vogliono trovare la loro strada, che sognano di costruire qualcosa di loro nella nostra città. È importante mettere nelle giuste condizioni le persone che vogliono intraprendere nuove attività, che vogliono investire da noi, che hanno progetti da sviluppare, rendendo la burocrazia più semplice, senza vessarli con tasse e nuovi contributi, come ad esempio la richiesta fatta dal Comune ai commercianti che sono obbligati a scegliere se acquistare a proprie spese il copri bidone per i rifiuti o pagare il suolo pubblico. Più sviluppo, più lavoro e meno tasse deve essere nel programma di tutti i candidati. Il vero modo per permettere alla città di crescere nel benessere di tutti è lasciare in pace chi lavora ma, soprattutto, chi crea lavoro. Ovviamente, non stiamo parlando di vivere in una città senza regole, perché si sfiorerebbe l’anarchia: bisogna agire sempre rispettando le leggi. In ultimo, ma non meno importante, “il sociale” perché un Comune deve saper sostenere e dare supporto alle categorie meno abbienti, aiutare i propri cittadini: dalle famiglie mono reddito a quelle con persone disabili. Deve sostenere inoltre l’occupazione giovanile, impegnarsi ad abbassare il livello di disoccupazione dei ragazzi che vogliono costruire il proprio futuro all’interno della propria città senza dover, obbligatoriamente, spostarsi verso il nord Italia. Non credo che tutto questo sia utopico. Ci devono però essere le persone giuste che ricoprano i giusti ruoli. E mai come in questo momento la politica ha bisogno di persone che si mettano al servizio dei cittadini per rappresentarli al meglio.

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