Duemila, non più duemila

“Mille, non più mille” si dice sia l’espressione con cui, negli ultimi anni del decimo secolo, si profetizzava la fine del mondo alla scadenza del primo millennio. Probabilmente non è vero, anche perché all’epoca quasi tutti, con la sola eccezione delle poche persone provviste di una certa cultura, ignoravano in quale anno si trovassero.

Invece mille anni dopo, nel 1999, gli strumenti per la misurazione del tempo erano fin troppo numerosi, cosicché il volgere del millennio fu un evento molto enfatizzato, soprattutto a fini commerciali: non c’erano profumi, automobili, detersivi, telefoni e quant’altro che non fossero reclamizzati come prodotti del nuovo millennio.

Senonché dobbiamo tristemente constatare che questo primo scorcio del terzo millennio ha fortemente deluso le aspettative, e non certo a causa del baco che si temeva avrebbe infettato le reti informatiche.

Il terzo millennio ha esordito con l’attentato alle tori gemelle, è proseguito con una devastante crisi economica per poi culminare con la guerra tutt’ora in corso. Ai disastri provocati dall’uomo si sono aggiunti quelli provocati dalla natura: la pandemia in primis, e tanti altri quali, se vogliamo limitarci all’Italia, tre devastanti terremoti.

Il fosco quadro sopra delineato ha avuto – anzi sta avendo – pesanti ripercussioni sui comportamenti umani sia individuali che collettivi. L’arroganza, la violenza (verbale ma spesso anche fisica), l’ignoranza intesa come rifiuto della cultura e della scienza, le paure ingiustificate foriere di risposte irrazionali sembrano essersi fortemente amplificate negli ultimi decenni.

E a tali tendenze individuali fanno da contraltare gravi ripercussioni sul piano socio-politico. Dopo l’ultimo decennio del secolo scorso – gli anni ’90 – in cui noi europei avevamo salutato un continente libero da muri e da dittature e un evolversi – soprattutto dopo il trattato di Schengen – del processo di integrazione continentale, ecco apparire liti e divisioni alimentate da sovranismi – per non dire nazionalismi – di vario genere.

Quanto poi accade fuori dai nostri confini – e per confini orgogliosamente intendo quelli europei – appare ancora più sconfortante: spazi di democrazia faticosamente raggiunti sono andati perduti e i diritti umani anch’essi faticosamente conquistati in alcune parti del mondo sono stati conculcati e soppressi.

Ciononostante dobbiamo essere ottimisti e condividere l’ottimismo che certamente ci vorrà infondere il Presidente della Repubblica nel messaggio di fine anno. Con la consapevolezza che questo terzo millennio, iniziato così male, potrà migliorare solo grazie ai nostri – individuali e collettivi – comportamenti virtuosi, capaci talora, come nel caso della crisi climatica, di incidere positivamente anche su ciò che proviene dalla natura e che può sembrare ineluttabile.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here