Trump attacca il Cremlino ma critica Kiev mentre Zelensky accusa il silenzio dell’Occidente. Intanto Francia e Italia inviano nuovi sistemi di difesa aerea e la guerra non si ferma
Una delle giornate più drammatiche degli ultimi mesi. Nella notte l’esercito ucraino ha dichiarato lo stato di allerta dopo che nelle ultime 24 ore si sono registrati almeno 12 morti tra i civili e decine di feriti a seguito del lancio di circa 360 missili e droni kamikaze che hanno colpito le città di Kiev, Sumy e Dnipro. Secondo lo Stato Maggiore ucraino, si tratta della più violenta offensiva da parte della Russa dal gennaio scorso. Mentre i sistemi di difesa aerea cercavano di contenere i danni, Kiev è rimasta sotto assedio per ore, tra esplosioni e blackout generale.
Il presidente Volodymyr Zelensky, in un discorso alla nazione, ha puntato il dito contro la mancanza di una risposta forte da parte dell’Occidente: “Ogni missile che cade è alimentato dal silenzio del mondo”, ha detto. Se il leader ucraino ha dunque tuonato perentoriamente in particolare contro la poca asserzione degli Stati Uniti, accusati di non reagire con la fermezza necessaria di fronte all’aggressività di Mosca, nel mezzo dell’offensiva a far discutere sono le parole di Donald Trump, che durante un comizio in Florida ha definito Vladimir Putin “impazzito”, aggiungendo “Non so cosa gli si successo, sta uccidendo troppe persone” ed ancora: “Ho sempre detto che vuole TUTTA l’Ucraina, non solo una parte, e forse sarà vero, ma se così fosse, ciò porterebbe alla caduta della Russia!” ha scritto sul social network Truth, ribadendo che se continuerà su questa strada, “porterà la Russia al collasso”. Così il tycoon, che la settimana scorsa ha parlato con Putin per oltre due ore nell’ennesimo tentativo per un cessate il fuoco, aggiungendo che “la democrazia non si esporta con i fucili”. Nonostante un appello formale per una tregua di 30 giorni da parte dell’Ucraina, sostenuto da Francia, Italia e dalla Commissione Europea, il Cremlino ha respinto ogni possibilità di cessate il fuoco finché l’Occidente continuerà a fornire armi a Kiev, ribadendo piuttosto la posizione di Mosca: “L’unica vera via per la pace è il disarmo dell’Ucraina”, ha dichiarato un portavoce russo. Questo nonostante sia avvenuto uno scambio di prigionieri tra i due Paesi di circa 2.000 soldati, rilasciati grazie alla mediazione della Croce Rossa e del Vaticano.
Trump ha inoltre ventilato la possibilità di ulteriori sanzioni alla Russia criticando, dall’altra, Zelensky, accusandolo di “non fare un favore al proprio Paese” con le sue dichiarazioni e la richiesta continua di armamenti all’Occidente. Un attacco questo che ha suscitato le reazioni dei repubblicani moderati e degli alleati NATO e riferito, probabilmente, al prossimo invio all’Ucraina da parte di Italia e Francia del sistema missilistico SAMP/T, una difesa aerea di ultima generazione che sarebbe in grado di neutralizzare sia droni che missili balistici e che fa parte di un preventivato piano di sostegno militare europeo coordinato da Bruxelles. “È un passo fondamentale per proteggere le città ucraine”, ha dichiarato il nostro ministro degli esteri AntonioTajani.
Ad oltre tre anni dall’inizio dell’invasione, la guerra in Ucraina continua a persistere, tra incertezza e tensioni globali. Sul piano militare, la Russia attualmente controlla circa il 20% dell’Ucraina, compresa la Crimea, annessa nel 2014, con conflitti continui nelle regioni di Kharkiv, Donetsk e Zaporizhzhia. Le truppe ucraine resistono mentre Mosca prova ad avanzare. Ma una tregua sembra comunque difficile da concordare, considerando gli opposti approcci dei due paesi: Kiev chiede un cessate il fuoco “incondizionato” di 30 giorni per consentire colloqui di pace, mentre Mosca dà per scontato che i negoziati debbano svolgersi simultaneamente ai combattimenti, tutto questo mentre le Nazioni Unite dichiarano che oltre 9 milioni di ucraini necessitano di assistenza umanitaria immediata e più di 6.000 scuole e ospedali sono stati danneggiati o distrutti dall’inizio del conflitto.