Il pensiero della settimana: una drammatica violenza in un Paese che va aiutato

Da un anno a questa parte mi capita sempre più spesso di sfogliare le pagine di un quotidiano, oppure di aprire un articolo di un giornale online e ritrovarmi a riflettere su ciò che sto leggendo.

Sempre più spesso, il fatto di cronaca che viene riportato ha due caratteristiche principali: riguarda un’azione violenta ed è caratterizzata dalla disperazione di chi l’ha commessa.

Credo capiti a tutti, in questo periodo, di avere a che fare con queste notizie di cronaca: omicidi, violenza domestica, rapine di efferata brutalità.

Nessuno più si scandalizza, è normale, sono anni che i giornali riservano ampio spazio alla cronaca nera.

Eppure, nonostante l’assuefazione da questo genere di notizie io continuo a subire l’effetto della drammaticità di questi accadimenti

Rispetto al solito a cui siamo abituati, nell’ultimo periodo il susseguirsi di questi fatti di cronaca è diventato sempre più diffuso, nessuno analizza la situazione e pochi riflettono sul degrado socio culturale che stiamo vivendo.

Se nelle nostre strade violenza e disperazione si manifestano sempre più spesso mediante l’uso di armi e con azioni disperate, un problematica è presente e va affrontata.

I giovani hanno perso forse un riferimento valoriale, la fiducia nel futuro è sempre minore, la capacità di far fronte ai mille problemi dopo anni di pandemia, crisi ed altre diverse sciagure hanno esasperato le persone.

Credo che vada fatta una riflessione profonda su tutto ciò, bisogna prendere di petto la situazione e affermare che c’è un problema sociale in questo paese. Forse siamo ancora in tempo ma, per evitare che nel futuro prossimo le cose peggiorino, bisogna prendere coscienza di ciò e le riforme procrastinate sino ad ora, negli anni che verranno, devono concentrarsi sulla salvaguardia  del  tessuto sociale e la stabilità anche psicologica di chi questo Paese lo vive.

I problemi da affrontare sono molti, ne sono consapevole, ma non dobbiamo dimenticarci che un paese è solido se le generazioni più giovani progettano e si muovono con ottimismo per generare una famiglia, mettendo al mondo dei figli e il tessuto sociale che è nel mezzo tra i giovani e la terza età deve avere garanti e protetti i sacrifici fatti sino a quel momento. Il cortocircuito di questo sistema non può fare altro che portare a quello a cui stiamo assistendo, per fortuna ancora in minima parte.

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