Impressionisti in Normandia: una mostra ottocentesca nella guglia del Rinascimento

Dal 21 novembre fino al 4 maggio 2025 Firenze, culla del Rinascimento italiano e punto di riferimento della filiera del turismo culturale nazionale ed internazionale ospiterà “Impressionisti in Normandia”, esposizione che conduce lo spettatore in un percorso sensoriale a tutti gli effetti. La mostra, realizzata in collaborazione con Arthemisia, ospita più di 70 opere di alcuni dei più grandi pittori impressionisti focalizzando l’attenzione sul paesaggio della Normandia, regione della Francia settentrionale che con i suoi tipici paesaggi ha ispirato la pittura en plein aire dei maestri che hanno caratterizzato questo periodo.

La mostra sarà visitabile al Museo Degli Innocenti in Piazza Santissima Annunziata nel cuore del capoluogo fiorentino; lo spettatore sarà quindi inserito in un percorso sensoriale completo che inizierà ancor prima di giungere al complesso museale, ammirando gli scorci meravigliosi che la città offre camminando tra Via dei Servi e Via Capponi.

La Conferenza Stampa inaugurale

Mercoledì 20 novembre, come inaugurazione ufficiale della mostra si è tenuta in mattinata conferenza stampa permettendo una presentazione completa ed esaustiva.

La conferenza è stata moderata sapientemente da Francesco Vagni ed ha visto i saluti di Maria Grazia Giuffrida in qualità di Presidente del Museo degli Innocenti visibilmente inorgoglita della qualità dell’esposizione presentata, la quale racconta che questa rassegna nasce per essere il fulcro dell’interesse di grandi e piccoli vista la dinamicità e la sapienziale disposizione non solo di opere ma anche di pannelli e installazioni interattive che permettono uno sguardo privilegiato sulle tecniche e sulla vita degli artisti.

Segue Giovanni Bettarini, Assessore della città metropolitana di Firenze con delega alla cultura in qualità di rappresentate della giunta comunale e della prima cittadina fiorentina Sara Funaro che ha permesso il patrocinio della mostra.

Egli racconta l’esposizione come uno dei mezzi che permette a Firenze di riuscire a vincere la sfida dell’innovazione e confermarsi, come la storia rinascimentale insegna, città di riferimento della cultura tramite il continuo rinnovamento di mostre di ogni genere sparse nei più bei complessi museali cittadini.

Entrando nel vivo della conferenza gli interventi che seguono sono di Jole Siena che in qualità di Presidente di Arthemisia non ha nascosto l’emozione nel ricordare il colpo di fulmine con il Museo degli Innocenti ed in generale con Firenze, quando negli anni della pandemia nacque questa fruttuosa collaborazione.

Siena definisce questa rassegna come la più bella mai realizzata grazie alla completezza della opere molte derivate dalla collezione “Peindre en Normandie” e dalla sua interdisciplinarità che permette all’osservatore una visita attiva.

Alla Siena succede un intervento magistrale narrato dal curatore della mostra Alain Tapiè, la sensibilità del maestro racconta il legame tra naturalismo e impressionismo e l’importanza delle sensazioni fisiche che scaturiscono attraverso la percezione dell’osservatore e che, come un velo umido, permettono di osservare la distrazione della luce.

Il Maestro racconta la Normandia come il cuore dell’impressionismo perché univa la dinamica pittura en plein aire con le correzioni accademiche di atelier e di come questo permettesse la realizzazione bozzetti, schizzi e prime idee già visitabili.

A chiudere la conferenza è Francesca Velan, esperta internazionale del colore e dell’armocromia, che sigilla e termina il meraviglioso percorso di questa presentazione tramite una digressione sull’evoluzione del colore nel periodo ottocentesco ed un consapevole gioco con questi che permetteva agli artisti di realizzare astratte sperimentazioni su tela che, nel corso del periodo, hanno dato vita alle meravigliose opere che oggi possiamo ammirare.

La Mostra

La Mostra offre un percorso completo, esaustivo, partecipativo ed emozionale al visitatore il quale è immerso in un percorso empirico che non riguarda solo la mera osservazione ma si estende a tutto lo spettro dei 5 sensi rendendo principi anche l’udito ed il tatto.

Le meravigliose opere sono intervallate da lunghi corridoi in cui viene proiettato il mare della Normandia o il vento delle scogliere, la luce neutra permette il giusto grado di trasporto.

Numerosi pannelli caratterizzano la visita nei quali si possono leggere approfondimenti sulla vita degli artisti, illustri citazioni e storie che caratterizzano i luoghi ed i momenti dipinti. Di gran rilievo sono anche le installazioni che permettono al visitatore di sperimentare
l’accostamento dei colori e le impressioni su cui il periodo gioca attraverso il diretto coinvolgimento dello spettatore stimolando la sua praticità e la sua curiosità.

A tal proposto degna di nota è la stanza dedicata allo studio del colore di Chevreul ed alla sua relatività rispetto agli accostamenti che lo contraddistinguono che, con grande sapienza, è stata ampiamente descritta durane la conferenza stampa inaugurale da Francesca Valan.

Il cuore dell’esposizione sono le opere, la prima che si incontra è “Ninfee Rosa” di Monet, prestata dalla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma che rappresenta l’ossequio tra straordinaria ricercatezza ed iconicità che si può trovare al Museo degli Innocenti.
Seguono una serie di opere delle più svariate dimensioni di Daubigny, Boudin, Courbet, Corot e molti altri.

A stupire altrettanto sono due “ospiti inaspettati” che destano subito l’attenzione e naturalmente catalizzano lo sguardo del perspicace passante ovvero “Il Cavallo dell’intonacatore” di Théodore Géricault e “Falesie a Dieppe” di Eugéne Delacroix dall’inconfondibile iconografia di due dei più celebri maestri francesi.

Doverosa menzione si rivolge anche all’opera intitolata “Bagno a Etreat” di Eugéne Lepoittevin davanti alla quale, non nascondo, l’emozione per l’accurato dipinto: la simultanea convivenza tra la forte essenzialità e la cura spasmodica del dettaglio esprimono un brutale verismo cardine del periodo impressionista che incarna il valore di tutta l’esposizione e che, anche da sola, meriterebbe la visita per la forte sensazione che sprigiona nell’osservatore e nella sua anima.

Un angolo di normandia

Terminato l’itinerario all’interno del museo il bagaglio di cultura con il quale si lascia Piazza Santissima Annunziata permette una riflessione interiore prolungata sulla notevole eredità che i periodo impressionista ha lasciato ai posteri. Con questa mostra il Museo degli Innocenti ha portato a Firenze, nella guglia del Rinascimento un angolo di Normandia con i colori e le sfumature dei più grandi artisti del periodo.

L’estasi deriva dalla meravigliosa simbiosi che si è naturalmente creata tra l’accostamento impressionista e la cornice fiorentina; l’angolo normanno si incastona perfettamente in un itinerario culturale e museale che nel capoluogo parte dal Museo del Bargello, avanza con gli
Uffizi, passa per il Museo de’Medici e si conclude nel Museo degli Innocenti attraversando trascendendo le epoche che artisticamente hanno tessuto al tela della storia dell’arte.

Ecco allora che la vera meraviglia si manifesta nella duttilità di questa esposizione che riesce oltre a sprigionare bellezza assoluta, anche dialogare con i grandi classici fiorentini, facendolo convivere con periodi apparentemente lontani ma uniti dallo spesso filo della continuità artistica della ricerca della grande bellezza.

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