“Prima dell’abbandono dell’accordo nucleare da parte degli Usa, le relazioni commerciali tra Iran e Italia erano cresciute in meno di due anni da 1 miliardo di euro a 5,1 miliardi di euro. Oggi, dopo tre anni in cui molte imprese italiane per via delle pressioni americane hanno lasciato il mercato iraniano, anche le condizioni economiche iraniane hanno subito importanti cambiamenti. Nonostante ciò, “vedo possibile per l’Italia riconquistare la posizione occupata nel periodo precedente le sanzioni”. Con queste parole, l’ambasciatore iraniano a Roma, Hamid Bayat, ha ricordato il volume dei rapporti tra i due paesi in occasione del 43/mo anniversario della Rivoluzione islamica nel suo Paese.
I legami commerciali tra i due paesi si rivelavano essere particolarmente floridi agli inizi degli anni 2000: già nel 2005 l’Italia rappresentava il terzo partner commerciale dell’Iran, con un volume complessivo di scambio per circa il 7,5% di tutte le esportazioni verso l’Iran, mentre nel 2006 risultava essere il primo partner commerciale dell’Iran in seno all’UE. La situazione è drasticamente cambiata nel momento in cui gli Stati Uniti e la comunità internazionale hanno approvato delle pesanti sanzioni economiche, commerciali, scientifiche e militari verso l’Iran a causa del perseguimento da parte di questo di un programma nucleare di arricchimento dell’Uranio con fini bellici. Tale scenario sembrava poter essere risolto dall’accordo sul nucleare che l’amministrazione Obama aveva messo a punto con l’Iran: in cambio di una drastica riduzione del programma nucleare del paese, la comunità internazionale si impegnava ad eliminare gradualmente le sanzioni, con precise date e milestones da rispettare per far scattare il reintegro dei rapporti commerciali. Con l’avvento dell’amministrazione Trump, tuttavia, si è assistito ad un nuovo inasprimento dei rapporti. Con il ritiro unilaterale da parte degli USA dagli accordi, l’amministrazione Trump ha avvertito che chiunque avesse avuto relazioni commerciali con l’Iran avrebbe immediatamente terminato le proprie con gli Stati Uniti, facendo scattare nuove e severe sanzioni slegate dal rispetto dei precedenti accordi sul nucleare. Nello stesso anno, tuttavia, la Corte Internazionale ha chiesto ufficialmente la fine delle sanzioni agli Stati Uniti: in base a tale precedente, la Commissione Europea ha dichiarato di voler applicare il proprio statuto di blocco del 1996 per dichiarare, quantomeno in Europa, nulle le sanzioni imposte dagli USA nei confronti dell’Iran. La Commissione Europea ha poi incaricato la Banca Europea degli Investimenti di trovare degli strumenti per facilitare gli investimenti delle società europee in Iran.
Il ripristino dei rapporti commerciali e politici dell’Unione Europea, ed in particolare dell’Italia, verso l’Iran non possono che essere visti con interesse per tentare di stabilire un dialogo importante con una tale grande potenza regionale. In prospettiva, ciò potrebbe comportare una nuova politica europea verso l’insieme dei paesi del Golfo Persico, sicuramente hub importante per quanto riguarda l’attuale tema energetico continentale. Per l’Italia, ciò si traduce in un nuovo possibile mercato di sbocco per il proprio export e le proprie imprese. Tocca adesso alla politica, sia europea che nazionale, avere la visione di cogliere le opportunità che si presenteranno in futuro come conseguenza di una normalizzazione dei rapporti.