Inchiostro e caffè: leggere con le orecchie

Il mio consiglio di lettura di oggi è un po’ insolito. Non storcete il naso, puristi del libro di carta: non solo avallo con convinzione e istinto di sopravvivenza l’avanzata del lettore e-book (Kindle o Kobo che sia), ma da oggi potete considerarmi una sostenitrice moderata dell’audiolettura.

Dell’uso dell’audiolettura si parla molto come strumento compensativo per ipovedenti, ciechi, persone con disturbi dell’apprendimento; per quelle categorie, insomma, per le quali il piacere di una storia attraverso la lettura è un frutto proibito.

Attenti però: l’audiolettura sta diventando uno strumento universale. Grazie a diverse piattaforme (Audible di Amazon, ma anche Google Play Libri), l’audiolettura potrebbe trasformarsi in una piacevole abitudine per i viaggi in macchina, per le passeggiate, per i sonnellini in spiaggia. Non è eresia e non intendo sostituire sistematicamente il libro di carta con le cuffiette e il telefono.

Ho provato per credere, però, e vi posso assicurare che la camminata in giardino, con il cane accanto e una bella storia nelle orecchie, è un toccasana per il cuore, soprattutto in queste giornate di quarantena.

Naturalmente non consiglio di usare l’audiolettura per leggere un saggio o un manuale: si tratta di uno strumento particolarmente adatto per la narrativa e, of course, per la poesia. Ritmo, parole, sospiri, interpretazione: le voci narranti sembrano amici che conosciamo da sempre, cantori resuscitati che non conoscono età.

Ha ragione quel tale Daniel Pennac, quando dice che l’amore per la lettura, per i bambini, comincia dalla parola, dalla storia raccontata oralmente, dalle fiabe della buonanotte. Ricordiamoci sempre che anche la storia della letteratura occidentale è iniziata in modo simile: c’era una volta un cantore leggendario che raccontava la guerra di Troia; pare che si chiamasse Omero…

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