Nemico Pubblico Numero Geco

Scoperta l’identità di Geco, lo street artist attivo fra Italia, Grecia e Portogallo. Denuncia da parte della Sindaca Raggi e difesa dal mondo dell’arte e della musica. Ma rimane senza soluzione il dibattito sul tema “street art”

Geco ti mette le ali”.

Questa frase campeggia maestosa sopra il Mercato Metronio di Roma, a Via Magna Grecia. Una dichiarazione di libertà espressiva. La quale lascia trapelare il messaggio, non solo di Geco, ma di tutti i writers e gli street artists che popolano le nostre strade e il panorama artistico.

Svelata l'identità di Geco, il writer più ricercato d'Europa. Scoperto, è  stato denunciato dai vigili di Roma - la Repubblica
Il Murales di Geco sui muri del Mercato Metronio. Fonte Web

Geco è una delle risposte italiane a Banksy (ma non solo): un artista che sceglie l’anonimato, che utilizza muri come enormi tele. Un abitante della notte, di cui parte della sua creatività si fonde talvolta con l’illegalità.

Questo perché, uno dei temi centrali della street art è proprio la sua dissidenza: l’utilizzare i muri, spesso di palazzi antichi (in città come Roma è difficile non incapparvi) o i fianchi di un autobus o le linee di una saracinesca.

Motivo per cui essa è da sempre al centro di una intricata diatriba:

se debba essere considerata forma d’arte legata in tutto e per tutto alla città e senza la quale essa sarebbe denaturalizzata. Oppure se si tratta di atti di vandalismo e di incuria contro la città e il decoro urbano.

Dopo anni di anonimato Geco è stato riconosciuto nella persona di L.P. di trent’anni, originario della Capitale; la sua casa è stata perquisita e sono stati trovati molti materiali, fra cui i popolari adesivi.

Scoperta l'identità di Geco, il writer ricercato da mezza Europa - Tgcom24
Uno degli adesivi di Geco in giro per Roma
Fonte: Instagram Gecostickerlx

La sindaca Virginia Raggi, insieme all’assessore Linda Meleo, si dichiarano soddisfatte dell’azione e hanno fatto partire la denuncia per deturpamento e danni. Immediata è stata la reazione di altri artisti e figure del mondo dell’arte e della musica, come il rapper Frank Hi nrg o l’artista “Frode” (che sarebbe anche il suo avvocato) che hanno difeso non solo la libera persona ma anche il suo lavoro e la sua posizione.

Il noto critico d’arte e curatore Achille Bonito Oliva ha commentato in maniera mista la situazione, ritenendo che Geco non debba in alcun modo essere considerato un vandalo, anche se non ne condivide lo stile. Lo considera più un writer acrobata più che un artista e riconosce che aver scritto su dei monumenti vincolati sia un errore.

La difficile questione della street art, che debba essere considerata una forma d’arte in luoghi non convenzionali, si snoda dunque anche nelle alte sfere del mondo dell’arte.

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Murales a Tor Pignattara. Fonte: Facebook

Achille Bonito Oliva lo definisce “estetismo urbano” il quale è intriso di una radice di dissidenza e anche di una punta di anarchia. Ma c’è una grande differenza fra lo scrivere “Forza Lazio” e fare quello che nella storia hanno fatto Keith Haring, Rammelzee o Banksy.

Una delle anime della street art in sé è la visibilità e la condivisione: un ragazzo di nome Jean -Michel Basquiat fece i primi graffiti in una New York di periferia e si firmava SAMO©. per urlare il suo rifiuto di tutte le convenzioni. Ancora l’arte non c’entrava.

SAMO© Graffito Fonte Web

Il muro era territorio neutrale, lo vedevano tutti e non faceva discriminazioni.

Questo era l’anima originaria della street art.

Nella sua accezione più superficiale essa oggi viene vista come una forma decorativa: in cui un’illustrazione appare sulla superficie di un edificio. In un’altra maniera, la street art si presenta in modo concettuale e agisce con l’ambiente oltrepassando il valore formale.

Diamond - I Support Street ArtI Support Street Art
Opera dello street artist Diamond ©
Is Notorious Graffiti Artist Banksy Actually 3D From Massive Attack? |  Insomniac
Opera dello strett artist Banksy ©

Quello che è certo è che la street art senza street è solo…. qualcos’altro (perché, diciamolo, non si può definire arte proprio tutto). Il tentativo di alcune gallerie di esporla in forma “educata” su tele e fogli, è stato visto come un tentativo di ammaestrarla. O ancora meglio “istituzionalizzarla”

La verità è che l’arte urbana -sia street art o graffiti- quando è realmente arte deve avere come intento comune quello di stimolare la coscienza, muovere qualcosa nei confronti di chi la osserva ed essere al pari dei tempi e dei luoghi che la circondano (questo spiega la moltitudine di muri a tema Covid nell’ultimo anno). Finché farà questo, potrà essere considerata arte.

Dal momento che, per definizione, l’arte rispetta l’arte, dipingere o disegnare sui muri del Colosseo o sui marmi delle chiese antiche sarà considerato un atto di vandalismo. Mentre invece l’estetica urbana può e deve vivere per strada.

In tutte le città, soprattutto quelle miste come Roma, che vive di Fori Romani ma anche di Palocco, di San Pietro ma anche del Quadraro, di Via Giulia e di Prenestino, le due arti -quella antica e quella contemporanea- possono coesistere.

Fonte: RomaReport

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