Perché leggere “Il regno dei gufi” di Martin Hocke

“Il regno dei gufi” di Martin Hocke, contemporaneo scrittore in lingua inglese, è un delizioso fantasy, che fa parte di una saga, in cui si narra l’epopea di un gruppo di gufi, impegnato nella dura lotta per la sopravvivenza.

Nel libro, una favola moderna, i gufi, che sono non gli unici ma gli indiscussi protagonisti, hanno tutti i pregi e i difetti degli uomini, i loro vizi e le virtù, pensano come gli esseri umani, sentono le stesse preoccupazioni, fanno progetti per il futuro, studiano per costruirsi un avvenire per sé e per la loro famiglia.

I gufi nel libro di Hocke desiderano il potere e lottano per averlo, così come sono pronti a difendere il loro territorio da invasioni “esterne”, nutrono perfino, come gli uomini, a cui assomigliano in tutto e per tutto, sentimenti positivi e negativi verso gli individui della loro specie: amore e odio, simpatia e antipatia, rancore, compassione, solidarietà, sdegno, ecc. Sono talmente umanizzati, al punto che piangono e ridono e pregano addirittura, rivolgendosi al loro dio, il Grande Dio Uccello.

Protagonista è il giovane Hunter, nato in una famiglia abbastanza “importante” nella loro società, Hunter ha con i suoi genitori e con i suoi fratelli un  rapporto “normale”, fatto di amore ma anche di conflitti, piccole e grandi incomprensioni. Hunter si rivelerà, ben presto, un eroe senza macchia e senza paura, che si erge a difensore della libertà e della patria, e in questo suo amore incondizionato, pronto a sacrificare se stesso, incarna un novello Ettore o Achille o qualsiasi uomo che ha combattuto e offerto se stesso per degli ideali superiori.

Hunter è l’eroe romantico, deciso a combattere fino in fondo, senza risparmiarsi in energia e passione, è destinato alla gloria, a diventare famoso, nonostante se stesso, nonostante tutto.

Martin Hocke in questo libro sviluppa temi molto importanti e attuali:  la lotta per il potere, la guerra di difesa e di offesa, il governo e il popolo, l’eterno scontro tra democrazia e autoritarismo. Troviamo il tema dell’ecologia, la difesa dell’ambiente è molto sentita dai gufi, il pianeta è malato, la specie rischia la sopravvivenza.

C’è il tema della diversità, dell’accettazione dell’altro nonostante tutte le differenze, nonostante i pregiudizi e l’educazione. C’è perfino il tema del vero amore, l’amore platonico, romantico, mai vissuto interamente perché contrastato ma, proprio per questo, forse, impossibile da dimenticare, nonostante la morte, e altri amori, la famiglia e altre relazioni. E poi l’amicizia che supera tutto, fino al tragico distacco nel momento della morte dei propri cari, a cui non ci si rassegna mai veramente.

Ad un certo punto, forse vi dimenticherete che i protagonisti del racconto sono dei gufi, li vedrete a tutti gli effetti come degli esseri umani, impegnati nella dura lotta per la sopravvivenza, a combattere il male che può venire sì dall’esterno del proprio mondo, ma spesso si incarna negli individui della nostra stessa specie.

“Il regno dei gufi” non ha scene epiche ambientate in un favoloso medioevo, né la lotta contro le oscure forze del male de “Il signore degli anelli”, neanche le magie e le stregonerie di “Harry Potter”, ma è un piacevolissimo fantasy, a tratti malinconico, avventuroso, romantico, che ci trascina per un po’ in un  mondo irreale e realistico allo stesso tempo.

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