“Sulla mia pelle”, una vittoria per la giustizia e per il cinema italiano

Il 27 marzo, a Roma, si è tenuta la notte dei David di Donatello 2019, durante la quale sono stati premiati i film più meritevoli. Molti volti del cinema di fama internazionale (Uma Thurman e Tim Burton, ad esempio) sono saliti sul palco, tanto per ricevere il premio speciale, quanto per gratificare i vincitori. Per il cinema italiano è stata una serata di festa, in cui hanno trionfato film come “Dogman” di Matteo Garrone, “Loro” di Paolo Sorrentino e “Sulla mia pelle” di Alessio Cremonini. In particolare, quest’ultima pellicola è stata assai acclamata dalla critica e ha riscosso successo presso il pubblico.

Alessandro Borghi, protagonista di “Sulla mia pelle” e interprete di Stefano Cucchi nel corso della sua ultima settimana di vita, è stato insignito del David di Donatello come miglior attore protagonista. L’attore romano, dopo la fortuna di “Suburra – La Serie” e la recitazione nel colossal italiano de “Il primo re”, gode di una popolarità considerevole e, senza dubbio, è l’uomo cinematografico del momento nel panorama italiano. L’altro ieri ha ricevuto il suo secondo David dopo la premiazione come attore protagonista di “Non essere cattivo”, nel 2016. Sul palco, Borghi è stato onorato da Uma Thurman e ha dichiarato con commozione: “Questo premio è di Stefano Cucchi e va all’importanza di restare umani e di essere riconosciuti come tali a prescindere da tutto”. Al termine della cerimonia, Ilaria Cucchi ha ringraziato tutto il cast e Borghi per essersi fidato di lei e aver ridato vita alla storia di suo fratello.

Sicuramente, “Sulla mia pelle” non è stato un film facile da realizzare né da interpretare. Le riprese sono crude, manifestamente violente ed è netto il contrasto tra l’inspiegabile silenzio di Cucchi (alias Alessandro Borghi) sulla verità dei fatti e la crudeltà delle forze dell’ordine. O del dis-ordine, nel caso Cucchi. Non è un film abietto, che mette in luce eccessivamente l’inumanità dei carabinieri che hanno pestato Cucchi, ma rappresenta in modo rigoroso e preciso la vicenda. Al fine di impersonare Stefano, Borghi ha dovuto mutare il proprio aspetto fisico: è stato seguito da un nutrizionista per dimagrire 15 kg. Nelle due ultime settimane di riprese, è arrivato a pesare 62 chilogrammi. È da applaudire anche l’interpretazione di Jasmine Trinca nei panni di Ilaria, donna forte, sensibile e decisa a indagare fino in fondo per scovare il vero sulla morte del fratello.

Anche grazie all’attivismo della sorella, la morte di Cucchi ha avuto una risonanza mediatica enorme, giacché ha simboleggiato una delle pagine di cronaca nera più drammatiche della nostra storia. Ognuno è libero di scegliere la propria condotta di vita, purché questa non leda i diritti altrui, s’intende. Ma l’accanimento, l’odio sconsiderato e immotivato verso un uomo, colpevole esclusivamente verso se stesso di essere un tossicodipendente, non ha giustificazioni, a maggior ragione se praticato da chi ha il dovere di difendere i cittadini. Cucchi è morto e chiaramente non era un esempio di vita. Però chi l’ha ucciso è un esempio ancor più negativo.

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