Verba manent: Rock senza “The”

Se Will Smith avesse vinto la statuetta per aver interpretato Mike Tyson in una biografia rivisitata, il suo gesto durante la notte degli Oscar, in diretta mondiale, sarebbe stato classificato come coerente. Mike picchiava perfino quelli che osavano sbeffeggiare i piccioni che accudiva gelosamente sul tetto del suo palazzo, figuriamoci se qualcuno avesse provato a ironizzare sulla moglie. 

Il buon Chris Gardner, genitore cult in “La ricerca della felicità”, si è involuto in un violento difensore dell’amore coniugale, nonostante la satira.

Chris Rock è stato vittima di uno schiaffo iracondo sferrato dall’attore, che ha tentato di vendicare la moglie, alle prese con una alopecia, dall’ironia del comico. Il siparietto è stato piuttosto inusuale e forse squallido; alcuni hanno creduto che fosse montato ad arte, ma in realtà la reazione di Smith è stata improvvisata. Per qualche secondo ha riflettuto sulle parole di Rock, poi si è avvicinato a lui con un passo da bullo e l’ha colpito. 

Se il presentatore avesse avuto un “The” tra nome e cognome, Chris The Rock, forse la serata avrebbe avuto una conclusione diversa. Sicuramente avremmo assistito a uno spaccato di realtà in un contesto finto, come quello della notte degli Oscar, dove americanate e falso anticonformismo sono prassi invecchiata male. 

In tal senso, il comportamento di Will Smith è stato innovativo. Se non altro è stato espressione di sincerità in una sala di gessi. È stato soltanto molto fortunato: Rock non ha il “The” che lo precede. 

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