Un tramonto estivo, il sole di venerdì due maggio rimbalza sul bianco marmo del Palazzo M di Latina, lo spazio che Lievito, associazione culturale locale, ha scelto come sede dell’ultimo evento della rassegna (’25). Molti gli appuntamenti promossi, giorni densi di cultura chiusi con lo Strega Tour: il viaggio degli autori candidati al prestigioso premio letterario. Fra i saluti iniziali, le parole di Melia Mangano (Presidente di Lievito) definiscono l’anima di Lievito: un’associazione di volontari sostenuta da fondi privati, nella provincia dove la cultura ha spesso poco spazio.
Stefano Petrocchi, Presidente della Fondazione Bellonci, ricorda come il premio arriva in città nel lontano 2010; l’anno in cui Canale Mussolini di Antonio Pennacchi vince lo Strega con la prima narrazione poetica di Latina. L’autore pontino tratteggia una città che, oggi come allora, forma da culture diverse fra goffi, nonché maldestri, tentativi di convivenza. Nondimeno, la varietà unisce gli autori in dozzina che Marino Sinibaldi, da moderatore, annuncia in ordine alfabetico come da regolamento.
Per stemperare la tensione del debutto, ogni scrittore restituisce le sensazioni che avverte nell’essere concorrente al premio; prevale la gioia, il dolore, la soddisfazione e l’incredulità comprensibile di Elvio Carrieri (’04), l’autore più giovane dello Strega che aggiunge: ‘Non so come faccio a essere qui.’
Mario Sinibaldi pone l’evento in termini di conversazione, per ogni autore una domanda che esamina un aspetto del libro lasciando a brandelli la trama. Un ragionamento di comodo, che ammette qualche inesattezza, consente di dividere i titoli in tre macro-temi principali: le relazioni umane, la salute mentale e la riflessione critica-sociale su fatti del recente passato per comprendere i moti dell’oggi.
La prima sezione accoglie libri che indagano i rapporti collettivi, le istituzioni sociali a vario titolo che, nella famiglia, trovano l’antenato prototipico. Il tema, pur sviscerato dalla letteratura, è trattato come inedito e attuale. Saba Anglana narra le sue origini: dall’Etiopia all’ Italia dove la zia risiede senza cittadinanza, ossia, La Signora Meraviglia(Sellerio). L’autrice aggiunge che una volta giunta a Latina, cercò un legame tra la M della pianta del palazzo e la M del suo titolo. A ogni modo, la suggestione è debole, l’edificio omaggia Benito Mussolini che in Etiopia andò da conquistatore. Questa nota all’urbanistica consente a Elvio Carrieri (Poveri a noi, Ventanas) di aprire una riflessione sul romanzo dove studia un’altra relazione: l’amicizia. Tuttavia, precisa che il legame è solo un pretesto per scrutare il sentimento della colpa su più piani: tra due persone, tra città e cittadini, tra Latina e l’edilizia che la occupa; un credito irrisolto fra comunità e territorio a suggerire il debito più forte con la storia. Ogni storia, infine, ha il giorno in cui arriva L’anniversario, il titolo del romanzo di Andrea Bajani per Feltrinelli. Si torna al tema della famiglia, qui tradizionale e animata da un rapporto malato. La ricorrenza celebra il distacco dalla casa d’origine, il rifiuto di un uomo vittima del patriarcato che allontana ciò che non vuole essere: un patriarca. Non ci sono ruoli, invece, nel romanzo di Michele Ruol (Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia, TerraRossa), i personaggi sono generici e la vicenda, rotta da un lutto estremo, viene trattenuta dai 99 oggetti scampati all’incendio che conservano la memoria. Tuttavia, dal dolore la natura rinasce, ritorna, un atteggiamento spontaneo conforme alle anime descritte da Nadia Terranova in Quello che so di te (Guanda). È la storia ‘dei non detti’ familiari espressi quando diventata madre poiché, d’improvviso, sa di non poter più impazzire. Eppure, è un romanzo di padri positivi, una sfumatura condivisa da Elisabetta Rasy in Perduto è questo mare(Rizzoli); un libro di uomini legati all’autrice per sangue e affetto, non patriarchi ma vittime del patriarcato.
L’altra sezione di romanzi riflette l’incapacità d’abitare la vita particolare scegliendo una condotta insolita, dove l’ossessione è l’unica ragione per essere. Così, Deborah Gambetta indaga il tormento di Kurt Gödel studioso dei teoremi d’Incompletezza (Ponte alle Grazie); similmente, il protagonista di Wanda Marasco (Di spalle a questo mondo, Neri Pozza) vive col folle credo di sconfiggere la morte con l’uso equo della cura. L’ossessione domina la prosa di Renato Martinoni (Ricordi di suoni e di luci, manni) poiché studia la fede di Campana nella poesia e il dolore, postumo, di non saper più scrivere versi. Infine, Paolo Nori seguendo Pennacchi che gli suggerì di scrivere qualcosa di più ‘grosso’, narra la vicenda ordinaria, perciò eccezionale, di Baldini (Chiudo la porta e urlo, Mondadori).
Chiude la dozzina la coppia di titoli che indagano fatti reali per comprendere il presente. Con Portofino Blues (V. Aiolli, Voland) e La Ribelle (G. Van Straten, Laterza) gli autori osservano i moti degli ultimi anni e l’idea, insita in certe generazioni, di realizzare aspirazioni possibili con la forza dell’azione.
La selezione dello Strega (’25) è ricca di proposte e variegata negli editori contendenti. Tre grandi marchi gareggiano con nuove realtà del mondo del libro; nel mezzo, infine, titoli di curatori medio-piccoli a rendere il marcato competitivo.
C’è ragione di pensare che lo Strega di quest’anno non ammetta pronostici; ‘godere del sostegno di una casa editrice in buona salute’ non inficerà il risultato. Il prossimo 4 Giugno, nel teatro romano di Benevento, verrà svelata la cinquina finalista e si attenderà il primo giovedì di luglio per la serata conclusiva al ninfeo di Villa Giulia. Lievito, infine, rinnova l’appuntamento all’anno prossimo per un’altra, entusiasmante, rassegna culturale.