West Side Story: Il sogno americano rinasce tra le rovine al Caracalla Festival

Una piscina abbandonata, sullo sfondo le maestose rovine delle Terme di Caracalla. È West Side Story, il più celebre dei musical americani firmato Leonard Bernstein, a dare il via alla stagione estiva del Caracalla Festival 2025, in scena dal 5 al 17 luglio, nel nuovo allestimento del Teatro dell’Opera di Roma.

La regia è di Damiano Michieletto, che ha avuto carta bianca per la direzione artistica della rassegna di quest’anno in occasione dell’anno giubilare, mentre sul podio ritroviamo il Direttore musicale del Teatro Michele Mariotti. Entrambi al debutto con il titolo di Bernstein.

«Sono partito dalla visione di un luogo simbolico: una piscina abbandonataUn luogo che nasconde desideri di gioco, felicità, spensieratezza e amore. Lo scontro violento tra le due bande in queste rovine abbandonate rappresenta il desiderio di rivalsa, la ricerca di un’identità e della libertà. Abbiamo inserito un elemento simbolico, un richiamo all’America e al ‘sogno americano’, ossia la fiaccola della Statua della Libertà, che è una sorta di detrito abbandonato – dice Michieletto – Il sogno si è infranto ma il desiderio è quello di provare ancora una volta a credere nei diritti che sono alla base di una democrazia: l’inclusività, l’opportunità per tutti, l’uguaglianza, la giustizia. Questo simbolo accoglierà la violenza e gli scontri tra le due bande, rimandando alle tensioni che ogni società si trova a dover affrontare, specie quando diventa necessario mantenere integro il senso dei valori democratici».

West Side Story è basato su un’idea di Jerome Robbins che lo ha originariamente diretto e coreografato. Il libretto è di Arthur Laurents, i versi di Stephen Sondheim. Sono passati quasi settant’anni dal debutto di questa commedia musicale, al Winter Garden Theatre di Broadway a New York, il 26 settembre 1957.

La musica composta da Bernstein per questo musical è sofisticata ma costellata di canzoni di sicuro successo come America, Maria, Tonight, I Feel Pretty e Something’s Coming. La vicenda è liberamente tratta da Romeo e Giulietta di Shakespeare, di cui è una trasposizione in chiave contemporanea.

«È una grande sfida per un’orchestra di un ente lirico sinfonico affrontare il capolavoro “funky” West Side Story – dichiara Michele Mariotti –. Un’opera che, partendo dal suo momento più basso e tragico – le morti di Tony e Bernardo – si innalza, lanciando un grido d’amore e di speranza verso un mondo migliore. Bernstein, con una varietà di stili musicali, riesce a infondere il suo inconfondibile “jazz feel”, trascinandoci in un vortice ritmico e sensuale allo stesso tempo. È un autore di una profondità rara, che commuove anche nelle pagine più estrose e che coniuga la complessità della scrittura sinfonica con l’immediatezza teatrale, fondendo struttura e spontaneità in un equilibrio molto raro. La sua abilità nel far dialogare mondi diversi lo colloca tra i compositori capaci di reinventare il linguaggio musicale del Novecento».

La storia è ambientata nell’Upper West Side della New York degli anni cinquanta. Racconta la rivalità tra bande di adolescenti, gli Sharks (immigrati portoricani), e i Jets (gang di ragazzi bianchi). In un clima di odio e intolleranza Tony, ex Jets e miglior amico del capo, Riff, si innamora di Maria, sorella di Bernardo, leader degli Sharks.

In scena 40 gli artisti specialisti di musical chiamati appositamente per questa produzione, tra cui gli interpreti principali: Marek Zurowski (Tony), Sofia Caselli (Maria), Sergio Giacomelli (Bernardo), Natascia Fonzetti (Anita) e Sam Brown (Riff).

Accanto alla regia di Michieletto lavorano Paolo Fantin per le scene, Carla Teti per i costumi, Alessandro Carletti per le luci. Le coreografie sono affidate a Sasha Riva e Simone Repele e interpretate dal Corpo di Ballo diretto da Eleonora Abbagnato, con cui danza anche Francesco Fasano.

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