Splendeva l’innocenza: memoria e rinascita nel romanzo di Camurri

“Sa che ora i ricordi affioreranno in lui come detriti che la corrente riporta sulla spiaggia. Può distrarsi, fingere che non esistano, ma inevitabilmente qualcosa accade ed eccoli lì,  a erodere ciò che credeva invalicabile”

È il ricordo dell’estate del 2001 che ritorna perenne nella mente di Luca. Dinanzi a sé l’immagine di Alessio, ferito e abbandonato tra la folla del G8 a Genova. Un’innocenza, quella della gioventù, che ormai appare essere solo un lontano passato. Con questa nota nostalgica, Roberto Camurri in Splendeva l’innocenza, (NN Editore, 2025), riporta i suoi lettori a ripercorrere le estati dell’adolescenza, a capire quando è avvenuto lo strappo dall’età della spensieratezza verso il mondo degli adulti. Nel racconto della storia di Luca, Andrea e Alessio, il prima e dopo è ben visibile attraverso l’alternarsi di capitoli al passato e altri al presente. Si percepisce la netta differenza: in quell’estate c’erano le birre bevute in spiaggia, tornare tardi la sera, innamorarsi perdutamente, il sogno di “diventare qualcuno” da grandi. A un certo punto si è costretti a fare i conti con la realtà, con la propria società. Il G8 diventa il momento definitivo che sancisce per i personaggi la fine dell’ingenuità, del desiderio di cambiare il mondo. Non si identificano come attivisti politici ma in realtà c’è più uno spirito di partecipazione collettiva, di idealismo tipico della gioventù che si affaccia al mondo con speranze e qualche ingenua convinzione.

 Ognuno di loro porta con sé i segni di quell’evento: Luca, per esempio, il rimorso di non aver aiutato il suo amico, Alessio, che diventa la sua ossessione. Alessio, dal canto suo, è il segno del ricordo che non si può cancellare, del dolore che ti segna. Pietro, invece, è il personaggio-soglia: in lui sembra non voglia spegnersi mai l’ultima scintilla di adolescenza ma, allo stesso tempo, la sua instabilità e il suo perenne fuggire, porta alla luce i sensi di colpa di Luca.

C’è una cosa che tra loro continua a splendere: l’amicizia, l’affetto che provano l’uno con l’altro. Nonostante i cambiamenti di vita, gli scontri, i rimorsi, le assenze e i tradimenti. In un mondo che va a rotoli, qualcosa resiste.

Per Luca nell’estate del 2001 non c’è solo la conoscenza della realtà, ma anche con l’amore. Il suo innamoramento per Valentina è l’altro elemento che sembra non abbandonare la sua vita, nonostante siano passati anni da quando ormai si sono detti addio. C’è la fatica nell’abbandonare per davvero un sentimento forte, dei ricordi importanti, fin quasi a provare ancora dolore a distanza di molto tempo. Fino a non riuscire a vivere appieno il presente.

C’è solo un punto di luce nell’esistenza di Luca, poco ingombrante per gran parte del romanzo: Giulia. I due non vivono una relazione stabile, spesso lei fugge al mattino prima che lui si risvegli. A un certo punto sembra quasi non ci sia un vero sentimento tra di loro, si dà per scontato che prima o poi la loro storia finisca. Ma come nella realtà, anche nella lettura, la parte più bella è continuare a sorprendersi per ciò che si vive e per le persone che ci sono accanto. Sarà, infatti, il sorriso di Giulia a diventare la speranza per Luca, il simbolo di un rinnovamento, proprio quando un lieto fine sembrava non esserci.

Libero dai sensi di colpa, resterà il ricordo della giovinezza, degli anni passati con gli amici, delle canzoni degli 883 che continuerà a cantare a squarciagola in macchina.

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