Fiano Romano, l’iniziativa del candidato Ottorino Ferilli: “I giovani vanno ascoltati”

Un’iniziativa civica per colmare il vuoto tra nuove generazioni e politica

C’è un orecchio grande, plastico, protagonista di una locandina dal fondo arancione acceso. Un messaggio diretto e inequivocabile: “I giovani vanno ascoltati”. È la nuova iniziativa lanciata da Ottorino Ferilli, candidato sindaco a Fiano Romano, già amministratore e sindaco in passato, per dare voce alle ragazze e ai ragazzi della città. Non una trovata elettorale, ma un appello chiaro e disinteressato a costruire un canale d’ascolto reale, concreto, tra amministrazione e nuove generazioni.

Il progetto non si esaurisce nei toni vibranti della grafica o nella facilità di un QR code: va oltre i social, promette di arrivare sul territorio, nelle scuole, nei luoghi vissuti dai giovani ogni giorno. L’idea è semplice ma potente: raccogliere proposte, desideri, visioni sul futuro da parte di chi troppo spesso è stato considerato solo un target da comunicare, mai davvero un interlocutore da coinvolgere.

In un tempo in cui la distanza tra i giovani e la politica sembra un abisso (fatto di disillusione, disinteresse, talvolta di ostilità), questa iniziativa rappresenta una cesura importante. I dati parlano chiaro: secondo l’Istituto Cattaneo, alle elezioni politiche del 2022 ha votato solo il 37% dei giovani tra i 18 e i 24 anni, contro una media nazionale del 63%. Segno di una generazione che non si riconosce nei meccanismi della rappresentanza, non perché incapace di partecipare, ma perché raramente chiamata davvero in causa.

Ferilli propone un cambio di rotta: non parlare ai giovani, ma parlare con loro. Ascoltarli non come utenti ma come cittadini. Chiedere loro cosa manca a Fiano, cosa funziona, cosa dovrebbe cambiare per renderla una città dove si possa crescere, lavorare, restare. Perché ascoltare i giovani è, in fondo, ascoltare il futuro.

La politica, dunque, ha fatto il primo passo; ora sta alle nuove generazioni rispondere. E se da questo appello nascerà un confronto reale, allora sì, sarà l’inizio di una politica diversa. Una politica che non teme il cambiamento, ma lo costruisce insieme.

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