Inizia il Conclave: dopo la Missa Pro Eligendo Romano Pontifice, dall’Extra Omnes all’Habemus Papam

È trascorso il periodo dei novendiali, che secondo antica consuetudine, per nove giorni consecutivi vedono svolgersi particolari celebrazioni dell’Eucaristia in suffragio del Romano Pontefice defunto, a partire dalla Messa esequiale. Queste celebrazioni sono aperte a tutti e prevedono, ogni giorno, la partecipazione di un gruppo diverso, tenuto conto dei suoi legami con il Romano Pontefice. Questa varietà di assemblee mostra, in un certo modo, sia l’ambito del ministero del supremo Pastore sia l’universalità della Chiesa di Roma, così ci insegna l’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis ai numeri 124-125.

Missa Pro Eligendo Romano Pontifice 

Completatosi questo periodo, è l’ora del Conclave. Mercoledì 7 maggio 2025, alle ore 10.00, nella Basilica di San Pietro sarà celebrata la Santa Messa «per l’elezione del Romano Pontefice», presieduta da Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Giovanni Battista Re, Decano del Collegio Cardinalizio. I Cardinali che concelebrano si troveranno entro le ore 9.15 nella Cappella di San Sebastiano, per indossare le vesti liturgiche, portando con sé la mitra bianca damascata. In conformità al Motu Proprio «Pontificalis Domus», i componenti della Cappella Pontificia che desiderano partecipare alla Celebrazione Eucaristica sono tenuti a indossare l’abito corale loro proprio e a farsi trovare presso l’altare della Confessione entro le ore 9.30, al fine di occupare il posto che verrà loro indicato dai cerimonieri pontifici.

Processione di ingresso alla Cappella Sistina 

Oggi, Mercoledì 7 maggio 2025, alle ore 16.30, avrà luogo l’ingresso in Conclave e il giuramento per l’elezione del Romano Pontefice, secondo quanto previsto dall’Ordo Rituum Conclavis (nn. 29-44). Come riportato dal Maestro delle Celebrazioni Liturgiche, mons. Ravelli, gli Eminentissimi Signori Cardinali Elettori si troveranno per le ore 16.15 nella Cappella Paolina, Prima Loggia del Palazzo Apostolico Vaticano. Il Cerimoniere ha poi indicato come devono vestire sia i Cardinali di rito latino, che indosseranno la veste rossa con la fascia, il rocchetto, la mozzetta, la croce pettorale con cordone rosso e oro, l’anello, lo zucchetto e la berretta, sia i Cardinali delle Chiese Orientali, che indosseranno l’abito corale loro proprio.

Come si svolge l’ingresso in Conclave? Dalla Cappella Paolina, al canto delle Litanie dei Santi, i Signori Cardinali Elettori si dirigeranno processionalmente alla Cappella Sistina dove, dopo il canto del Veni Creator Spiritus, pronunceranno il giuramento prescritto, questo stesso giuramento lo hanno fatto tutti gli “addetti ai lavori” diversi dai membri del Collegio Cardinalizio. Oltre ai Cardinali Elettori prenderanno parte alla processione, trovandosi nella Sala Regia del Palazzo Apostolico Vaticano, per le ore 16.00 e indossando l’abito corale loro proprio: il Cardinale che detterà la meditazione, il Segretario del Conclave e Vice-Camerlengo, lo stesso Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, i due membri del Collegio dei Protonotari Apostolici di Numero Partecipanti, i due membri del Collegio dei Prelati Uditori della Rota Romana, nonché gli altri  Cerimonieri Pontifici, con loro anche il segretario del Cardinale che presiede il Conclave, così come i membri della Cappella Musicale Pontificia.

Alle ore 16.00 potranno accedere alla Cappella Sistina le seguenti persone anche il Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato, il Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali della Segreteria di Stato, ilReggente della Casa Pontificia, i religiosi addetti alla Sagrestia Pontificia, i sacerdoti incaricati per le confessioni, il Colonello del Corpo della Guardia Svizzera Pontificia.

Sarà inoltre presente, con apposito biglietto, il personale di servizio dell’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice, del Corpo della Guardia Svizzera Pontificia, della Direzione di Sanità e Igiene, della Floreria e del Dicastero per la Comunicazione.

Extra Omnes, inizia il Conclave 

La Parte seconda dell’Universi Dominici Gregis, norma l’elezione del Romano Pontefice ed in particolare, precisa chi siano gli elettori del Romano Pontefice, sono infatti cardinali elettori quelli fino agli ottanta anni, precisa poi i dettagli sul luogo dell’elezione e le persone ivi ammesse in ragione del loro ufficio, parla poi di quali siano gli atti d’inizio dell’elezione, precisa la severa osservanza del segreto su tutto ciò che attiene l’elezione, ne regola lo svolgimento, unitamente quanto si deve osservare o evitare nell’elezione del Sommo Pontefice, e giunge allo scrutinio, sicchè agli ultimi atti: accettazione, proclamazione e inizio del Ministero del nuovo Pontefice.

La riunione con cui si elegge il nuovo Papa ha inizio con la presenza di ciascun cardinale che si reca singolarmente all’Evangeliario e pronuncia l’ultima parte del giuramento: «Et ego N. Cardinalis N. spondeo, voveo ac iuro. – ponendo la mano sul Vangelo- Sic me Deus adiuvet et haec Sancta Dei Evangelia, quaemanu mea tango.» « Ed io N. Cardinale N. prometto, mi obbligo e giuro. Così Dio mi aiuti e questi Santi Evangeli che tocco con la mia mano.» Quando tutti i cardinali hanno pronunciato il giuramento, il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie pronuncia la formula: «Extra omnes.» Col rito dell’Extra Omnes, “fuori tutti”, rimangono dentro la Cappella i soli Cardinali elettori, il Maestro delle Cerimonie, e gli addetti ai lavori. Sicchè inizia il Conclave.

Si tratta del 76esimo conclave nella storia che rispetta le norme della “Uni periculum”, Costituzione apostolica del 1274 di Gregorio X.

Con 133 partecipanti (poiché due elettori saranno assenti per malattia) il conclave organizzato dal Decano Giovanni Battista Re, vedrà come effettivo presidente il Primo cardinale elettore anziano, Pietro Parolin già segretario di Stato, poiché sia Re, sia il Vice o Sotto Decano Leonardo Sandri hanno più di ottant’anni. La Sede Vacante ha visto in un ruolo chiave il Card. Camerlengo Kevin Joseph Farrell, ma con il Conclave entrano in scena il Cardinale Protodiacono Dominique Mamberti, che annuncerà l’Habemus Papam, ed il Segretario del conclave Ilson de JesusMontanari, un arcivescovo cattolico brasiliano, dal 28 gennaio 2014 segretario del Collegio cardinalizio, dal 1 maggio 2020 vicecamerlengo di Santa Romana Chiesa.

Dopo le congregazioni generali dei cardinali, che vengono convocate nei giorni successivi per preparare il conclave, e costituiscono momenti di confronto, discernimento e riflessione sulla situazione globale della Chiesa, con l’obiettivo di orientare le scelte future, ecco finalmente che tali scelte si concretizzano con il voto del Conclave.

Si prevede un corpo elettorale composto da 135 cardinali, provenienti da 71 Paesi di tutti i continenti; il conclave del 2013 aveva 115 cardinali elettori provenienti da 48 Paesi, mentre quello del 2005 aveva 115 elettori provenienti da 52 Paesi. La Universi dominici gregis prevederebbe un massimo di 120 cardinali al voto, la Congregazione dei Cardinali ha dovuto dare una deroga espressa per i quindici “in più”.

Come si elegge il Papa oggi?

La Universi Dominici Gregis ha abolito alcune forme di elezione: non vale quella “per acclamationem seu inspirationem”, cioè quando c’è acclamazione o accordo unanime per ispirazione dello Spirito Santo; non vale più scegliere il Papa “per compromissum”, accadeva in tal caso che i cardinali elettori affidassero il compito dell’elezione del Pontefice a un gruppo o comitato ristretto scelto fra gli stessi. Si tratta di modalità precedentemente valide anche se desuete. Per cui, ad oggi, con la Constitutio vigente, l’unica forma di elezione legittima è quella nella forma “per scrutinium” cioè tramite il voto. 

Per la validità dell’elezione sono richiesti i due terzi dei suffragi arrotondati all’eccesso, computati sul numero degli elettori presenti: nel caso di specie, entreranno in Conclave oggi 133 cardinali, per cui 89 voti è il quorum per eleggere il nuovo Papa successore di Francesco.

Lo scrutinio si divide in tre fasi: nell’antescrutinium l’ultimo cardinale diacono estrae a sorte, fra tutti i cardinali elettori, tre scrutatori, tre incaricati infirmarii che raccolgano i voti dei cardinali infermi presso la Domus Sanctae Marthae e tre revisori., in questo momento escono anche coloro che erano per diritto rimasti dentro la Cappella Sistina, cioè il segretario del collegio dei cardinali, il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie e i cerimonieri. Sicché ogni elettore scrive sulla scheda, nel prestampato riportante la scritta “Eligo in Summum Pontificem…” ed il nome del papabile, che -ricordiamo- deve essere maschio, battezzato, celibe e sano di mente, non necessariamente Cardinale, o Vescovo, o Prete (Presbitero) o Diacono. In caso di elezioni di un laico, verrà Ordinato ai tre gradi dell’ordine (diaconato, presbiterato, episcopato), e poi creato cardinali, infine eletto e investito alla funzione di Pontefice. Sicché nello “Scrutinium vere proprieque” ogni cardinale, uno per volta si porta, con in mano la scheda piegata in due e visibile all’altare della Cappella Sistina dove sono fermi i tre scrutatori e un’urna con un piatto poggiato sopra e dinanzi all’affresco del Giudizio Universale di Michelangelo pronuncia il giuramento “Testor ChristumDominum, qui me iudicaturus est, me eum eligere, quemsecundum Deum iudico eligi debere” che significa: ” Chiamo a testimone Cristo Signore, il quale mi giudicherà, che il mio voto è dato a colui che, secondo Dio, ritengo debba essere eletto”. Nello spoglio, i primi due scrutatori guardano la scheda tacendo, il terzo ne pronuncia il nome. Se le schede non corrispondono al numero di Cardinali elettori da subito e senza scrutarle si fa un fascio e le si brucia immediatamente. Nel Post-scrutinium, infine, si formalizza il conteggio dei voti e il bruciamento delle schede nella stufa. 

La fumata del camino

Il resto è noto: fumata nera, quorum non raggiunto, fumata bianca elezioni del Papa. Il camino e la canna fumaria vengono pervasi da speciali additivi che consentono con un colorante naturale di determinare il colore del fumo per comunicare al mondo sin da subito di prepararsi o a un nuovo scrutinio o a un nuovo Papa.

L’ultimo dell’ordine dei cardinali diaconi richiama il maestro delle celebrazioni liturgiche e il segretario del collegio cardinalizio, mentre il decano, il vice decano oppure il primo cardinale dei cardinali vescovi (questa volta sarà quest’ultimo visto che i primi due non sono elettori) si rivolge all’eletto e gli domanda se intende accettare e  come si vuole chiamare.

Il papa neoeletto si ritira nella Lacrimatoria, cioè la Stanza delle Lacrime, sita nella sacrestia della Cappella Sistina, per indossare per la prima volta la talare bianca e i paramenti, tipicamente l’abito corale e la stola, preparati in tre misure e taglie differenti: in questo Conclave non sono stati commissionati nuovi abiti, ma verranno usate talari già confezionate nelle ultime occasioni.

È storico il caso di Papa Roncalli, Giovanni XXIII, che avendo una stazza molto robusta ed essendo piuttosto basso di statura, costrinse i sarti a tagli in altezza di ingenti quantità di stoffa per poi rapprenderle con spille da balia per allargare la talare.

Tornato in cappella Sistina, il nuovo Papa legge il passo evangelico di Matteo, dove Cristo promette il primato Apostolico a Pietro e ai suoi successori, sicché si prega cantando il Te Deum.

Habemus Papam

Quindi si arriva al famoso “HabemusPapam” con cui il Cardinale protodiacono dà l’annuncio della nuova elezione affacciandosi dalla loggia centrale della basilica di San Pietro e pronunciando la nota formula; subito dopo, esce il nuovo pontefice preceduto dalla croce astile per impartire la solenne benedizione Urbi et Orbi, preceduta negli ultimi casi da un breve discorso: prima dell’elezione di papa Giovanni Paolo II non era consuetudine che il nuovo pontefice parlasse alla folla riunita in piazza San Pietro prima della benedizione, prima di lui già papa Giovanni Paolo I avrebbe voluto parlare alla piazza, fu il cerimoniere a negarglielo, facendo notare che ciò non era previsto dal cerimoniale e dalla tradizione.

Tutti i papi eletti, partendo da papa Pio IX (1846) il Papa già Vescovo di Imola e più longevo al soglio pontificio, sino a papa Giovanni Paolo I (1978), il papa dei 33 giorni,  erano al loro primo conclave, essendo stati elevati alla porpora cardinalizia dal loro immediato predecessore. Cosa non avvenuto con i tre ultimi papi.

Interessante sapere che Wojtyla poi è stato eletto in otto scrutini, Ratzinger in soli quattro scrutini, Bergoglio con cinque. Quanti ce ne vorranno da oggi pomeriggio?

Chi sono i papabili?

Da oggi pomeriggio entreranno in Conclave i 133 cardinali elettori infraottantenni, la cui composizione per aree geografiche vede 17 italiani e 36 europei non italiani, dall’Africa ne contiamo 18 e 27 dall’Oceania e dall’Asia.  Dalle Americhe sono 37 i cardinali, di cui 20 dal centro-nord e 27 latinoamericani. Dei 136 aventi diritto mancano due cardinali ammalati (Llovera e Njue) ed il Card. Becciu, che a seguito di condanna del tribunale di prima istanza della Città del Vaticano, ha rinunciato  all’incarico di prefetto della Congregazione delle cause dei santi e ai “diritti connessi al cardinalato”, pur conservando il titolo cardinalizio, e negli scorsi giorni ha dichiarato di non aderire al Conclave. L’identikit del nuovo Papa? Da quanto emerso nelle dodici Congregazioni generali dei porporati in vista del Conclave di oggi è palesemente emerso il “fisique” di un Pontefice dallo spirito profetico e vicino alla vita concreta delle persone,  capace di condurre la Chiesa ponendo l’accento sulla missionarietá verso tutti, una Chiesa che «non si richiuda in sé stessa, ma sappia uscire e portare luce a un mondo segnato da disperazione».

Non sappiamo se la divaricazione fra progressisti e conservatori sia una dicotomia ancora valida nel contesto del Sacro Collegio. 

A parere di scrive, certo è che siamo in un periodo in cui una Istituzione Divina  e millenaria, quale è la Chiesa Cattolica, deve porsi come obiettivo non solo quello della diffusione ma anche della difesa e conservazione della Fede e della retta dottrina.

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