InnovAzione: il design e il sociale: “Un metro di libri, un’officina di idee”

In partnership con lo Studio Legale Improda – avvocati associati

Il Paradigma della Complessità, che sta profondamente trasformando il Contemporaneo, ha apportato significativi cambiamenti anche nel concetto di Innovazione.

Parlare di Innovazione solo con riferimento alle questioni legate alla Tecnologia, oggi, risulta un esercizio parziale, insufficiente e non in linea con lo spirito del Tempo. L’Innovazione, infatti, nel frangente storico che stiamo attraversando non può non guardare anche alle dimensioni del Sociale, del Territorio, della Cultura.

In questo contesto, uno strumento di estrema attualità è il Design, che negli ultimi lustri ha significativamente ampliato il suo ambito di operatività, andando oltre il terreno dello Stile e giungendo ad operare anche nei campi della Tecnica e della Semiotica.

Walter De Silva ha con acutezza scritto: “Il design è un modello culturale in evoluzione costante. Sviluppa sistemi analogici e digitali, estetici e poetici. Definisce le strategie d’impresa ed è al centro delle decisioni. Rende meno ambigui i prodotti dando un valore aggiunto e ripetuto nel tempo, per un reciproco beneficio tra cittadino/utente e impresa/paese”.

Il Design, dunque, si pone come un fattore di straordinaria utilità, per realizzare efficacemente Innovazione nell’Impresa, nella Cultura, nel Sociale. Giò Ponti, d’altronde, già a metà del secolo scorso, con la consueta arguzia e lucidità, diceva: “Modernità non consiste nell’adottare quattro mobili quadrati”.

Tali principi trovano in questo momento una esemplare concretizzazione nello splendido e stimolante progetto “Un metro di libri, un’officina di idee”.

Si tratta di un contest, nell’ambito del quale ho il piacere e l’onore di far parte della giuria, a cura di Culturmedia Legacoop, in partenariato con cheFare, Forum del Libro, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, con il patrocinio di ANCI, CEPELL, AICI e con il supporto di Librerie.coop, Consigli Regionali Unipol, Fondazione Barberini, Fabrica srl.

L’iniziativa è rivolta a giovani designer, architetti e creativi, chiamati alla progettazione di contenitori e spazi per la lettura, individuale o collettiva, da collocarsi in una dimensione domestica o urbana, bilanciando sostenibilità, replicabilità, originalità e facilità d’uso.

Il progetto, con il quale Culturmedia Legacoop celebra il suo cinquantenario, trae il titolo dall’appello lanciato da Cesare Zavattini nel 1975, quando propose alle cooperative edilizie di destinare almeno un metro di spazio, in ogni nuova abitazione, alla lettura e alla biblioteca familiare.

Con lo slogan “Un metro di libri in ogni casa!”, mezzo secolo addietro, l’intellettuale emiliano raffigurava plasticamente la tensione verso una cultura plurale, democratica e diffusa, obiettivo primario per l’associazione delle cooperative culturali, della quale è stato il primo presidente.

L’organizzazione, infatti, trova una sua ragione fondativa proprio nello stimolare il dialogo e la partecipazione dal basso, con la convinzione che il modello collaborativo di produzione culturale rappresenti la migliore forma di tutela per la dignità e la libertà di artisti e intellettuali.

E che le sinergie e le interazioni tra i diversi settori della cooperazione costituiscano pratiche virtuose per promuovere la giustizia sociale e alimentare il contrasto alle disuguaglianze,

Dice Giovanna Barni, presidente di Culturmedia Legacoop: “Un metro di libri non è solo uno slogan, ma un’idea concreta che mette insieme design urbano e rigenerazione culturale. Immaginiamo spazi pubblici dove i libri non siano solo da leggere, ma diventino parte del paesaggio, una presenza viva che rappresenta il valore che diamo alla cultura nelle nostre comunità. È un progetto nato dalla cooperazione, ma che vuole andare oltre, unendo le generazioni”.

Il progetto si traduce dunque in un invito a ridisegnare oggi il metro di libri, lo scaffale democratico o gli spazi per leggere insieme, uno stimolo a progettare, insieme alle cooperative culturali e di abitanti, spazi per un nuovo abitare e un’autentica rigenerazione urbana, che veda la cultura quale cruciale fattore per una migliore qualità della vita.

Un invito, come illustra Giovanna Barni, rivolto esplicitamente “ai giovani: vogliamo che siano protagonisti, che portino energie e visioni per costruire un futuro in cui la cultura sia davvero un diritto per tutti, non un privilegio per pochi”.

Ennio Flaiano, con il suo irripetibile stile abrasivo e con il suo disincantato sguardo sulla società, ebbe ironicamente a scrivere: “I giovani vogliono sempre fare le barricate, ma preferiscono farle con i mobili degli altri”.

Oggi siamo davvero impegnati a erigere ideali barricate, per tentare di arginare con l’Innovazione le grandi questioni del nostro Tempo, che rischiano di travolgere la Speranza verso un Futuro migliore. E i libri costituiscono certamente una parte essenziale di queste barricate; d’altronde, come ha detto Jorge Luis Borges, “il libro è una delle possibilità di felicità che abbiamo noi uomini”.

I Giovani, anche grazie allo strumento del Design, sono oggi i protagonisti indiscussi di qualsiasi espressione della società tesa a costruire un Domani di giustizia ed equità.

“Un metro di libri, un’officina di idee” li chiama, con buona pace dell’impareggiabile Ennio Flaiano, a progettare i mobili con i quali costruire virtuose barricate culturali nel Contemporaneo.

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