Negli ultimi anni l’intelligenza artificiale è diventata la nuova frontiera della competizione globale. Come fu per la corsa allo spazio o per quella al nucleare, oggi le potenze mondiali si sfidano per il predominio sull’IA, consapevoli che chi controllerà questa tecnologia controllerà il futuro.
USA e Cina tra deregolamentazione e mega-progetti
Il presidente Donald Trump, per far fronte a questa nuova competizione che si prospetta con la Repubblica Popolare Cinese, ha deciso indebolire le norme del National Environmental Protection Act per accelerare lo sviluppo di infrastrutture energetiche necessarie al sostegno dell’industria tecnologica. Oltre a ciò ha annunciato, insieme ai leader di Open AI, Soft Bank e Oracle, il progetto Stargate, un piano da 500 miliardi di dollari per costruire centri e reti IA. Intanto il CEO di Nvidia, Jensen Huang, avverte che Stati Uniti e Cina sono quasi allo stesso livello nella corsa ai chip. Anche se gli USA sono ancora in testa, se vogliono rimanerci devono potenziare le politiche tecnologiche.
Pechino invece, grazie al piano Made in China 2025, ha investito 900 miliardi di dollari nel settore IA negli ultimi 10 anni. A gennaio 2025 l’azienda DeepSeek ha sconvolto il mercato con il modello R1, capace di competere con la concorrenza americana a costi molto inferiori. Il lancio ha causato un crollo del 18% delle azioni Nvidia, preoccupando non poco dirigenti delle big tech americane.
I vertici del Partito Comunista Cinese vedono l’IA come un fattore di orgoglio nazionale, una dimostrazione di potere e una strategia commerciale. Con l’entusiasmo del governo e dell’opinione pubblica, la Cina punta a diventare leader nel settore entro il 2030.
UE: e gli investimenti insufficienti per le “ gigafactory” di IA
Per quanto riguarda il Vecchio Continente, i vertici dell’Unione europea hanno annunciato un piano da 20 miliardi di euro per costruire 13 gigafactory dedicate all’IA, con obiettivi ambiziosi detti “Moonshot”. Queste opereranno nel settore sanitario, della robotica e della biotecnologia. Tuttavia l’AI Act 2024, per via delle sue rigide regole, rischia di rallentare lo sviluppo di questi come di altri progetti, lasciando l’Europa indietro rispetto ad altre potenze. In Europa, comunque, in questo momento, la Francia è leader nel settore e grandi investimenti sono in arrivo anche in Germania, Paesi Nordici e Olanda. L’Italia, invece, non risulta nemmeno tra i primi 20 paesi al mondo per investimenti in questa nuova tecnologia.
Il boom delle assunzioni nell’IA in India e la Russia fuori dai giochi
Per quanto riguarda gli altri attori globali, il primo ministro indiano Narendra Modi ha celebrato su X i dati del Stanford AI Index 2025 (indice di sviluppo IA per paese): “l’India è la nazione con la crescita più rapida nell’assunzione di talenti IA, superando USA e Canada”. Un segnale della volontà di New Delhi di giocare da protagonista in questo match
Nel mentre la Federazione Russa punta a intensificare la collaborazione con Pechino e le sue aziende poiché l’accentramento del PIL nello sforzo bellico in seguito all’invasione dell’Ucraina del 2022 non permette grandi investimenti in questo nuovo settore.
Prospettive future
Mentre gli USA puntano su deregolamentazione e capitali privati, l’UE cerca di bilanciare innovazione e regole troppo stringenti per una competizione così accesa.
La Cina avanza con investimenti statali e l’India cresce grazie ai talenti. Ci saranno sorprese anche da paesi del Golfo Persico come Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Qatar in cui gli investimenti in questo settore sono da non sottovalutare. Una cosa è certa: siamo di fronte a una nuova febbre dell’oro.