Mentre la guerra in Ucraina è entrata in una nuova fase dopo l’autorizzazione del Cancelliere tedesco Merz a Kiev per colpire in profondità il territorio russo con missili tedeschi, le forze di Mosca hanno intensificato i bombardamenti su città chiave come Kharkiv, causando vittime civili e danni infrastrutturali. Nonostante la violenza degli attacchi, che includono l’uso massiccio di droni e missili, l’Ucraina continua a dimostrare una notevole capacità di resistenza, sia sul piano militare che su quello diplomatico ed economico.
Pressione russa e risposta ucraina
L’Ucraina non è rimasta passiva. Nelle scorse settimane, le forze armate di Kiev hanno condotto operazioni mirate contro infrastrutture strategiche russe, tra cui aeroporti e depositi di carburante, danneggiando oltre 40 bombardieri. Si tratta dell’attacco più significativo subito dalla Russia sul proprio territorio dalla Seconda Guerra Mondiale. L’operazione “Tela di Ragno” ha dimostrato una crescente capacità di colpire in profondità, segnalando un cambio di strategia che potrebbe logorare ulteriormente Mosca.
Secondo stime indipendenti, le perdite russe sarebbero molto elevate: circa 250.000 soldati morti e un milione tra morti e feriti dall’inizio dell’invasione. Numeri che, se confermati, sottolineano l’alto prezzo pagato dal Cremlino per una guerra che non ha raggiunto gli obiettivi previsti.
Economia: la Russia in difficoltà, l’Ucraina resiste con gli aiuti occidentali
Le sanzioni internazionali continuano a mettere in crisi l’economia russa. Con il disavanzo di bilancio esploso, Mosca è sempre più dipendente dalla Cina, una relazione che la rende vulnerabile nel lungo periodo. Nonostante la propaganda del Cremlino, i dati mostrano stagnazione, fuga di capitali e difficoltà nel sostituire le tecnologie occidentali. Recentemente, la Banca Centrale russa ha tagliato i tassi d’interesse dal 21% al 20%, un livello tra i più alti al mondo, nel tentativo di dimostrare alla comunità internazionale di poter ancora salvaguardare la propria economia.
L’Ucraina, dal canto suo, affronta una grave crisi energetica a causa dei ripetuti attacchi alle infrastrutture, oltre al peso della diaspora. Eppure, la determinazione della popolazione è tangibile: soluzioni fai-da-te, come mini-centrali idroelettriche, e il sostegno dell’UE testimoniano una resilienza che supera le aspettative. Gli aiuti occidentali offrono un barlume di speranza nonostante le enormi difficoltà.
Kiev cerca soluzioni, Mosca alza i toni
I colloqui di Istanbul hanno portato a uno scambio di prigionieri e alla promessa di restituire i bambini deportati ma le posizioni rimangono lontane. Mentre Zelensky propone un cessate il fuoco incondizionato, la Russia insiste sulla cessione di quattro regioni ucraine, di cui tre non ancora completamente occupate, una richiesta inaccettabile per un paese che continua a difendersi e a mantenere le linee del fronte sostanzialmente stabili, a parte la perdita di piccoli insediamenti irrilevanti per l’andamento del conflitto. Intanto, Mosca paga un prezzo altissimo in vite umane, con perdite tra i soldati russi e le milizie separatiste che superano quelle di qualsiasi conflitto essi hanno partecipato dalla Seconda Guerra Mondiale.
L’ultima vittoria tattica significativa risale agli inizi del 2024, quando Kiev perse Avdiïvka, una città di poco più di 30.000 abitanti situata a 24 chilometri da Donetsk.
L’incognita Trump e l’isolamento russo
L’atteggiamento ambiguo di Donald Trump, che sembra preferire un disimpegno americano nel conflitto, potrebbe indebolire la posizione ucraina, nonostante alcuni senatori repubblicani abbiano chiesto provvedimenti più duri contro il Cremlino. Nel frattempo, l’UE e la NATO stanno valutando sanzioni più severe e un aumento della spesa militare, quest’ultimo sollecitato direttamente dal Tycoon.
La Russia, dal canto suo, stringe relazioni più strette con regimi come la Corea del Nord, una mossa che ne conferma l’isolamento internazionale.
La vittoria di Pirro dello Zar
Nonostante le sofferenze e le distruzioni, l’Ucraina continua a combattere con coraggio, anche se la stanchezza inizia a farsi sentire. Kiev può ancora contare su un’ampia solidarietà occidentale. Putin, pur avendo ottenuto vittorie tattiche non trascurabili nell’oblast di Zaporizhzhia, non può dire lo stesso nel resto del Paese, dove ha subito pesanti sconfitte. Il suo obiettivo di trasformare l’Ucraina in uno stato satellite è da considerarsi fallito.
Anche la strategia secondaria di annessione delle quattro regioni (Kherson, Zaporizhzhia, Donetsk e Lugansk) non ha dato i risultati sperati: a oggi, Mosca controlla completamente solo l’oblast di Lugansk. Inoltre, per alcuni mesi ha perso il controllo del Oblast russo di Kursk.
Un cessate il fuoco in Ucraina oggi segnerebbe la fine politica di Putin, poiché le conseguenze delle sue azioni sono state disastrose:
- Rafforzamento della NATO con l’ingresso di Svezia e Finlandia;
- Rottura della partnership energetica con l’Europa;
- Isolamento internazionale;
- Centinaia di migliaia di soldati feriti da assistere in futuro;
- 250.000 morti, un peso enorme per una Russia già in crisi demografica;
- Perdita di autorità politica nel Caucaso (Cecenia, Daghestan);
- Caduta del regime di Assad in Siria;
- Perdita del controllo marittimo nel Mar Nero a causa degli attacchi ucraini ai porti russi;
- Conversione a un’economia di guerra, che ha sì mantenuto un tenore di vita della popolazione accettabile, ma a scapito dello sviluppo futuro.
Putin, in caso di cessate il fuoco, dovrà fare i conti con queste realtà. Intanto, mentre la Russia paga un prezzo sempre più alto per la sua aggressione, Kiev dimostra che, con determinazione e sostegno internazionale, la speranza di una pace giusta seppur lontana non è ancora perduta.