Un Ferragosto. Romanzo di formazione per adulti

Cosa accadrebbe se uno dei nostri politici si mettesse in macchina per organizzare viaggi con degli sconosciuti? Come vivremmo la situazione una volta scoperto che alla guida vi è uno dei politici che molto spesso critichiamo?

Questa è la domanda che torna in mente ogni volta che si prende in mano Un Ferragosto, romanzo di Giovanni Follesa, pubblicato da Camena Edizioni (2025). Un road-novel caratterizzato da personaggi che appaiono subito bizzarri, a partire dal protagonista: Giorgio Sercinu, governatore della Sardegna, decide di trasformarsi in Lorenzo e dar vita a un viaggio con un’auto condivisa attraverso Bla Bla Car nel giorno di Ferragosto. Assieme al governatore viaggiano Manuel (studente di Belle Arti), Bastiano (filosofo e militare) ed Ersilia (eccentrica nobildonna), tutti ignari di avere alla guida Giorgio Sercini, o forse non proprio tutti.

Giorgio, diventato poi Lorenzo, decide di dar vita a questo viaggio spinto da una forte crisi personale, oltre che politica. Prova una forte sensazione di chiusura nei confronti degli altri, soprattutto nel rapporto con la moglie. Per un giorno, infatti, decide di spogliarsi di tutti i privilegi che la vita politica comporta, ma anche di alleggerirsi del peso che ne proviene: tanto potere ma pochi rapporti umani. Tanta gente intorno, ma poco amore. Per questo decide di intraprendere questo percorso di introspezione con tre sconosciuti, in un viaggio che inizia dal cuore dell’isola fino alla Costa Smeralda.

Sercinu sperimenta il senso di onnipotenza, ma anche la solitudine e lo smarrimento che il potere può generare. Un’indagine intensa sulle dinamiche sociali e psicologiche del dominio. L’angoscia del dover rispettare a tutti i costi una determinata immagine pubblica: essere perfetti. Non sbagliare mai.

I quattro personaggi iniziano a liberarsi man mano a liberarsi dall’inibizione dei primi momenti dell’incontro. Si realizzano così degli accesi dibattiti che permettono alla narrazione di scorrere parallelamente al viaggio, e spesso nonostante gli intoppi che si hanno: come con Ersilia che a un certo punto decide di lasciare il gruppo. Ciò che permette questa fluidità del racconto è la presenza di dialoghi che sembrano non essere costruiti e fortemente impostati, ma appaiono dinamici, seguono il flusso tipico delle chiacchierate di quattro persone che affrontano un viaggio. Si parla di arte, di politica, di solitudine e libertà.

Non mancano momenti in cui i tre passeggeri discutono e criticano il governatore, ignari di averlo proprio lì in macchina. Il tutto unito a una forte ironia. In alcuni casi si rallenta quasi in concomitanza con l’avvicinarsi di tratti più isolati e silenziosi, momenti che permettono ai personaggi e al lettore di riflettere. E soprattutto a Giorgio/Lorenzo che cerca di prendere coscienza di quanto sia importante l’autenticità, che cerca di raggiungere la libertà. Sono i momenti in cui si sofferma sul rapporto con la moglie, su quanto gli manchi, sull’amare per davvero, fino alla decisione ultima di porre fine a questo rapporto.

La Sardegna diventa così anch’essa personaggio, con la sua bellezza e la natura, accompagnando le emozioni dei quattro passeggeri.

Un Ferragosto diventa un romanzo di formazione per adulti, incentrato sui rapporti umani, l’autenticità e la libertà. Un viaggio che diventa scoperta di se stessi in compagnia di sconosciuti che permettono di comprendere ciò che effettivamente si desidera. Un percorso di rinascita interiore, di ritorno alla semplicità fatta di una chiacchierata in macchina, di rapporti umani.

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