Biocarburanti e decarbonizzazione: Eni, Petronas ed Euglena nel progetto di una bioraffineria da 650k tonnellate in Sud-est asiatico

Eni S.p.A., la malese Petroliam Nasional Berhad (meglio nota come Petronas) e la giapponese Euglena Co., Ltd stanno studiando la realizzazione e futura cogestione in joint venture di uno degli impianti più grandi al mondo per la produzione di biocarburanti. Se la decisione d’investimento fosse presa entro il 2023, l’impianto potrebbe entrare in funzione nel 2025.

La bioraffineria sarà ubicata in Malesia, nel Pengerang Integrated Petroleum Complex (PIPC), un polo petrolchimico di 80 km2 ancora in costruzione, munito di raffinerie, rigassificatori ed impianti per il GNL ed affacciato sullo stretto di Singapore, uno snodo commerciale tra i più importanti al mondo, nel cuore dei traffici di idrocarburi e gas naturale tra Medio Oriente e Cina.

Se la grandezza dell’impianto, che mira a raggiungere le 650kt/anno di processo e 12,5k barili/giorno di biocarburante raffinato, fa presagire economie di scala (riduzione dei costi medi di produzione al crescere della dimensione dell’impianto), la vicinanza agli impianti petrolchimici della Petronas potrebbe consentire eventuali economie di scopo (quando i costi di produzione di più prodotti assieme sono ridotti rispetto al produrli separatamente). Il tutto unitamente alla condivisione dei rischi operativi e finanziari tra i tre giganti globali del petrolchimico.

La raffineria soddisferebbe la domanda globale crescente di idrocarburi, producendo con flessibilità tre biocarburanti: bio-nafta, il Sustainable Aviation Fuel (SAF) per l’aviazione e l’Hydrogenated Vegetable Oil (HVO) per trasporti su asfalto, ferro e navali. Tali carburanti sono in genere ottenuti da oli usati di frittura, grassi animali, scarti della lavorazione degli oli vegetali, sebbene Eni stia studiando oli da microalghe.

Inoltre l’infrastruttura si gioverebbe dell’avanzata tecnologia Honeywell UOP’s Ecofining (sviluppata da Eni con la Honeywell Uop), con cui il gigante italiano ha riconvertito le raffinerie petrolifere di Porto Marghera (2014) e Gela (2019, dove viene prodotto il SAF) in moderne bioraffinerie.

La ratio dell’impegno di Eni nel progetto nasce dall’accelerazione della sua politica di decarbonizzazione entro il 2050: la decarbonizzazione dei trasporti passa inevitabilmente dai biocarburanti, tra i quali Eni è l’unico produttore italiano di HVO (2° in Europa), che abbatte le emissioni tra il 60% ed il 90% rispetto al consumo di combustibili fossili tradizionali.

Il Piano Strategico 2022-2025 punta entro il 2025 ad avere bioraffinerie dalla capacità globale di 2 mlnt/anno (poi 6mlnt/anno entro il 2035)ed un presidio della catena di rifornimento (no olio di palma) pari al 35% del fabbisogno, per poi mettere al servizio delle oltre 5.000 stazioni di rifornimento e della mobilità sostenibile il biocarburante HVO prodotto.

Euglena è la più giovane dei tre partner: azienda giapponese operante nelle biotecnologie e più volte premiata per l’innovazione dei suoi processi, inizia coltivando la microalga Euglena applicandosi nel sanitario e passa poi ad interessarsi di idrocarburi, producendo biocarburante SAF per motori a turbogetto e diesel, al servizio di vettori di trasporti aerei, navali e terrestri, diventando il principale produttore di biocarburanti nel Sol Levante.

La Petronas, come molti campioni degli idrocarburi, ha ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione ed è la prima azienda energetica asiatica a imporseli, volendo raggiungere le zero emissioni di Co2 entro il 2050, attraverso la diversificazione e la crescente sostenibilità del proprio mix di fonti di generazione. Tra le varie iniziative d’impatto commerciale, il gruppo fornirà SAF alla Malaysia Airlines Berhad ed ha rinnovato il contratto decennale per l’assistenza tecnica al Mercedes-Amg Petronas F1 Team con l’intenzione di rifornire le vetture da competizione con HVO.

Eni partecipa anche a quattro progetti sullo sviluppo di un nucleare a fusione, più sostenibile e meno rischioso della fissione: Plasma Science and Fusion Center con il MIT, Divertor Tokamak Test con l’ENEA a Frascati (RM), Cnr “Ettore Maiorana” di Gela (CI), ma soprattutto coinveste nel Commonwealth Fusion Systems, progetto statunitense che recentemente ha realizzato con successo il primo esperimento di fusione nucleare con guadagno energetico netto.

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