Erdoğan vince: la NATO cede al ricatto

A Madrid i rappresentanti di Turchia, Svezia e Finlandia ieri hanno firmato un memorandum di intesa e d’accordo sulla domanda di adesione alla NATO dei due stati nordici.

Ankara, rappresentata dal presidente Sultano Erdoğan, ha rimosso il veto ponendo la sua preziosa firma in presenza del segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg. Ma cosa rappresenta realmente questo memorandum? Sostanzialmente sottolinea l’impegnò che Svezia e Finlandia sosterranno la Turchia e viceversa in circostanze di sicurezza minacciata. Avendo il lascia passare anche dalla Sublime Porta di far parte della NATO, il rapporto sarà ancora più forte.

Quando avverrà il passo definitivo è ancora un’incognita, ma la cosa importante è che venga onorato e rispettato in cambio di lotta al terrorismo ed esportazioni di armi richieste dalla Turchia. Dunque, il presidente turco ha vinto, ha ottenuto quel che voleva anche se con non pochi indugi.

Ne varrà veramente la pena? Solo i risvolti di tutta questa grande vicenda innescata da Putin potranno darci risposte concrete. Al momento, si possono fare solo supposizioni: Erdoğan potrebbe dimostrare tutto il suo sostegno alla NATO dopo aver ottenuto le armi che cercava, senza preoccuparsi più di tanto del suo rapporto con l’omonimo russo. D’altronde, non è la prima volta che ha degli screzi con Putin (inserire link mio articolo su erdogan e la Siria).

Perché Erdoğan aveva detto di no

Il presidente turco aveva criticato la richiesta di Svezia e Finlandia di entrare a far parte della NATO per aver lasciato passare ed aver accolto gruppi politici che Ankara considera minacce alla sicurezza nazionale, il PKK e la sua estensione siriana YPG. La Turchia aveva chiesto ai due paesi di estradare le persone ricercate e revocare le restrizioni sulle armi imposte dopo l’operazione militare del 2019 nel nord est della Siria.

Ora i tre paesi collaboreranno per prendere sul serio la questione della sicurezza: Svezia e Finlandia esamineranno le richieste di estradizione.

La parte oscura della Turchia a Stoccolma ed Helsinki

Alla domanda comune di questi giorni a Stoltenberg di definire meglio quali sono gli accordi con Erdoğan, lui risponde: <<Leggerete molto presto che cosa prevede riguardo l’estradizione il testo del memorandum, sarà pubblicato sul sito della NATO>>.

Le estradizioni avverranno secondo le regole della convenzione europea e nel rispetto dello stato di diritto nei due paesi interessati. Dunque, le accuse dovranno essere provate riguardo le attività criminali e terroristiche per poter intervenire.

D’altronde, il PKK è già considerata un’organizzazione terrorista in UE, mentre l’YPG – che ricordiamo hanno combattuto contro l’Isis in Siria – no a differenza della Turchia che li considera terroristi e li combatte.

Per quanto riguarda, invece, l’embargo sull’esportazione di armi verso la Turchia, verrà tolto. Era una condizione che non condividevano solo Svezia e Finlandia ma anche la Germania ed è una cosa positiva perché non può esistere una situazione del genere tra Stati che collaborano insieme.

Quando entreranno definitivamente in NATO?

Il segretario generale Stoltenberg ha dichiarato che la procedura di entrata è stata presa in carico in tempi più rapidi possibili, conseguenti alla dura pressione esercitata dalla guerra russa in Ucraina che ancora desiste. Ma i tempi precisi saranno dettati dalle decisioni dei 30 parlamentari degli stati membri che dovranno ratificarla.

La politica delle “porte aperte” della NATO si sta rivelando un successo, perché si sta dimostrando in questo modo che stando uniti i problemi si possono risolvere, non per forza usando le armi. Questo è sempre stato, d’altronde, l’Occidentali’s Karma.

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