Francesco Carpano, il giovane candidato di Calenda si racconta

Un’intervista che abbraccia la sfera personale, e non solo quella politica, di Francesco Carpano, giovane candidato all’Assemblea Capitolina nella lista “Calenda Sindaco”, responsabile del programma della lista e vicino al leader Carlo Calenda.

Giovane e ambizioso: oltre alla candidatura in Assemblea Capitolina, che lo ha fatto conoscere all’elettorato romano, chi è Francesco Carpano?

Grazie, innanzitutto, dello spazio che avete voluto dedicarmi. Ho 28 anni, sono laureato in Scienze Politiche alla LUISS. Ho scelto questo percorso perché sono innamorato della “cosa pubblica”, definizione che a me piace molto perché mi ricorda la res publica romana. Ho iniziato un percorso nelle istituzioni, dopodiché ho intrapreso una parentesi lavorativa in Cassa Depositi e Prestiti, con un contratto a tempo indeterminato – che per un giovane, di questi tempi, è importante. In seguito, ho abbandonato CDP per seguire la mia passione: la politica. Carlo Calenda mi ha proposto di dirigere il Centro Studi di Azione, e io ho accettato. Così l’ho seguito durante la campagna elettorale romana, come supporto e come candidato. Ci siamo concentrati su tantissimi temi, ma di una cosa ci siamo accorti subito: la mancata presa di responsabilità della classe dirigente politica romana negli ultimi 10 anni. Non hanno voluto scontentare nessuno, né pestare piedi che era meglio non pestare. 

Però anche in altre città c’è stato un susseguirsi di sindaci di colori diversi. Penso a Milano.

Sì, ma hanno saputo seppellire le asce di guerra e si sono passati i progetti insieme al testimone amministrativo. A Roma invece è sempre mancata, secondo me, questa concezione: operare per il bene della città. Peraltro la classe romana è iper-partiticizzata; quella milanese non così tanto. 

Cosa può dare un giovane come lei alla politica romana?

Negli ultimi 12 mesi ho studiato Roma. Il mio apporto è basato sullo studio, sull’analisi e sulla conoscenza, in particolare in merito ai rifiuti. Tema paradigmatico della situazione di Roma. Faccio un esempio: a Roma non c’è un impianto di trattamento dei rifiuti, perciò la Capitale si appoggia ad altre città. E quando questi chiudono, AMA non sa dove svuotare i cassonetti. Infatti a marzo 2021 la discarica di Roccasecca (Frosinone) ha chiuso: Roma così non sapeva dove portare i propri rifiuti. La nostra chiave di  volta in tema è: termovalorizzatori. 

Studio, analisi e conoscenza: non crede che gli elettori della politica contemporanea non premino questi valori? È più facile lo slogan, in fin dei conti. 

In verità abbiamo sofferto troppo per questo. I romani vogliono il cambiamento; noi cittadini di Roma dal 2008 non confermiamo un sindaco. 13 anni di errori, serve un cambiamento di competenza e di onestà intellettuale. 

Un suo pregio e un suo difetto?

Iniziamo dal difetto: ho una pessima considerazione del tempo. Sarà perché sono ottimista e voglio fare tante cose assieme. Un mio pregio? Sono un idealista, pertanto credo che ci possa essere della luce nel buio di quanto l’Italia possa offrire oggi si giovani.

La prima cosa che farebbe se fosse eletto?

Dire al Sindaco che ciò che è stato promesso in termini di decoro urbano va fatto subito. Diserbo, piano raccolta foglie in vista delle alluvioni stagionali, “spazzamento” extra sulle aree dei cassonetti, grande piano di cancellazione delle scritte vandaliche. 

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