Il cinema veste il manto di una fenice

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Tra i danni devastanti che il Covid-19 ha portato con sé come uno tsunami, ci sono sicuramente quelli riportati dal settore dello spettacolo e, in particolare, del cinema, uno dei settori più penalizzati sin dall’inizio della pandemia nel 2020.

Da marzo a giugno 2020 e da novembre 2020 ad aprile 2021, infatti, il cinema ha avuto filo da torcere e i risultati, in termini di incassi e presenze in sala, sono stati catastrofici. Secondo i dati forniti da Cinetel, organo che monitora oltre il 95% delle sale italiane, il 2020 ha visto un decremento del 75% di incassi rispetto al 2019 e di oltre il 71% di presenze in sala. Parlando di cifre, insomma, nel 2020 l’industria cinematografica italiana ha perso ben 460 milioni di euro di incassi. È proprio per questo motivo che, a fine 2020, si sperava in un 2021 più propizio ma, come si dice: “la speranza è l’ultima a morire, ma la prima ad illudere”.

Il 2021, infatti, non è partito nel migliore dei modi e, se è vero che chi ben comincia è a metà dell’opera, per il cinema l’inizio è stato funesto tanto quanto la fine dell’anno precedente. Le sale hanno riaperto solo a fine aprile, precisamente il 26 ma, a quel punto, la situazione era catastrofica: stando a quanto riportato su Panorama, sono stati solo 107 i cinema abbastanza “coraggiosi” da riaprire il 26 aprile. Numero che è andato lentamente aumentando fino a raggiungere quota 500 entro il 25 maggio.

Una tale situazione potrebbe stupire. Si potrebbe persino pensare che sia strano il fatto che gli operatori del settore cinematografico si siano tanto lamentati del loro destino funesto e poi, al momento della riapertura, ben pochi si siano fatti avanti. Ci si potrebbe chiedere “perché?”, ma in realtà la risposta non è così assurda o complessa: se si calcolano le perdite in percentuali sopra riportate, diventa più semplice rispondere a quel perché. Il danno è stato – ponendolo sul piano del lucro – ingente e, per un periodo troppo lungo, l’intero settore si è visto abbandonato a sé stesso, senza neppure una mano tesa in segno di aiuto. Ecco spiegato, quindi, anche il perché della protesta dei “mille bauli” in piazza del Popolo a Roma, il 17 aprile scorso. È rimasto sicuramente impresso nella mente lo striscione con su scritta una domanda chiaramente retorica: “Governo, ora ci vedi?”

Forse questa è stata la miccia che ha fatto finalmente scattare qualcosa: dopo 9 giorni è stato dato il via alla riapertura e a maggio è arrivato il decreto di Franceschini, ministro della Cultura, volto a destinare ben 40 milioni di euro alle sale cinematografiche. Una ripartenza lenta, sofferta, ma che non poteva più essere rimandata, pena una crisi irreversibile di un settore fondamentale per il Paese. I cinema hanno ripreso pian piano la loro strada e non è stato di poco conto l’aiuto offerto da due fattori in particolare: in primis, l’uscita di film di grande impatto, come il premio Oscar Nomadland che, per mesi, è rimasto sul podio dei film più visti in sala, ma anche Cruella e The Father che hanno certamente contribuito nell’aumento degli incassi (basti consultare i dati di Cinetel per constatare come questi film, dalla data del rilascio, abbiano fatto incassare diversi milioni) e, soprattutto, delle presenze in sala. In seconda istanza, il desiderio dei cittadini di ritornare al cinema, non solo per il semplice gusto di guardare un film (di cui, ormai, si può godere sulle più disparate piattaforme come Netflix, Disney +, Prime Video, ecc.), ma soprattutto per tornare a vivere un’esperienza prima di tutto sociale e collettiva. Non si può certo paragonare il gusto di guardare un bel film sullo schermo del televisore, del pc o del tablet, al gusto di guardarlo su un maxischermo, ben accomodati su comode poltrone, in compagnia di altre persone, con la giusta atmosfera.

Dopo più di un anno di distanziamenti, lockdown e vero e proprio timore del contatto umano, il desiderio di tornare ad assaporare un po’ di normalità era altissimo. Per non parlare dell’ancor più alto livello di sicurezza offerto dai cinema dove – forse più che in ogni altro luogo – le norme anti-Covid sono sempre state rispettate: distanziamenti in sala, utilizzo obbligatorio delle mascherine e misurazione della temperatura all’entrata. Forse, dicevamo, uno dei luoghi più sicuri, eppure uno dei più svantaggiati e colpiti dalla “crisi da Covid”.

USCITE DI SETTEMBRE

Sono ben 37 i film che usciranno a settembre nelle sale di tutti i cinema italiani.

Il 1° settembre saranno distribuiti due film: After 3 (105 min), terzo capitolo della saga ispirata ai romanzi di Anna Todd, e No Time to Die, il nuovo 007 (163 min).

I titoli previsti per il 2 settembre, invece, sono ben cinque: Sibyl – Labirinti di donna (100 min), Hotel Transylvania – uno scambio mostruoso, nuovo capitolo dell’amatissima saga animata, Figli del sole (120 min), Malignant e Europa (75 min).

Il 3 settembre i titoli saranno: Mondocane e Il collezionista di carte (112 min).

L’appuntamento, poi, si sposterà direttamente al 6 settembre con: Jodorowskys Dune (90 min) e The Most Beautiful Boy in the World (93 min).

Ancora, il 9 settembre i titoli saranno: La ragazza di Stillwater (140 min) e Qui rido io.

Per il 13 settembre, invece, sarà distribuito unicamente Raffaello alle Scuderie del Quirinale.

Il 16 settembre, invece, sarà il giorno più affollato di settembre con ben 12 titoli: Dune, Il matrimonio di Rosa (97 min), Allons Enfants (92 min), Umami – Il quinto sapore (95 min), The Night House – la casa oscura (108 min), Ancora più bello, sequel di Sul più bello, Il giro del mondo in 80 giorni, Il viaggio del principe (77 min), Parsifal, Il silenzio grande (106 min), Copshop e Blue Bayou.

I titoli del 25 settembre saranno: Tre piani (119 min), Space Jam New Legends, sequel del tanto amato Space Jam, Benvenuti in casa Esposito (99 min), Paw Patrol il film e The Eyes of Tammy Faye.

Tra il 27 e il 30 settembre, invece, i titoli saranno 6 in totale: Josée, la tigre e i pesci (99 min), Oasis Knebworth 1996 (110 min) il 27 settembre; Unplanned – la vera storia di Abby Johnson (106 min) il 28 settembre; No Time to Die (163 min) per la seconda volta il 30 settembre e Titane (108 min).

Un mese estremamente ricco, quello di settembre, che vedrà diversi titoli interessanti e, soprattutto, sequel di film che negli anni precedenti hanno avuto parecchia fortuna e incassi molto alti. Si prospetta, quindi, un inizio di autunno intenso per le sale cinematografiche.

USCITE DI OTTOBRE

Il mese di ottobre, invece, prevederà l’uscità di 22 titoli divisi tra il 4 e il 28 ottobre.

Il 4 ottobre prevede un solo titolo: Ezio Bosso. Le cose che restano (104 min).

Il 7 ottobre, invece, i titoli saranno cinque: Baby Boss 2 Affari di famiglia, sequel di Baby Boss, Respect, film su Aretha Franklin, Materiale emotivo, La scuola cattolica e Con tutto il cuore.

Altrettanti 5 titoli sono previsti per il 14 ottobre: Io sono Babbo Natale, Ariaferma (117 min), The Last Duel, Marilyn ha gli occhi neri e I’m Your Man (105 min).

Il 21 ottobre saranno distribuiti soltanto 3 titoli: Un figlio (96 min), Halloween Kills e Ron – un amico fuori programma.

Infine, tra il 25 e il 28 ottobre i titoli saranno 8 in totale: Time is Up e Deandré Storia di un impiegato (94 min) il 25 ottobre; Freaks Out (141 min), Antlers, 200 metri (90 min), La famigia Addams 2, nuovo capitolo sulla famiglia più stramba e più amata di tutte, Una notte da dottore e Promises il 28 ottobre.

Saranno due mesi intensi in cui si spera che l’intero settore cinematografico possa recuperare gran parte del prestigio che, da quasi due anni, gli è stato sottratto con la forza. Non c’è dubbio che il lavoro di recupero e l’impegno affinché la gente torni in sala dovranno essere massimi e sostanziali. Allo stesso tempo, però, è certo che – evoluzione della pandemia permettendo – i cinema garantiscono sicurezza nel migliore dei modi e che le norme anti-Covid continueranno a vigere per un bel po’ di tempo, invogliando anche i più timorosi e Covid-fobici a tornare nelle sale per godere al massimo dei loro film preferiti e per vivere un’esperienza sensoriale, sociale e collettiva che nessun altro luogo, più di una sala cinematografica, può garantire.

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