Il pensiero della settimana: confronto generazionale

Le differenze a livello generazionale nel nostro amato paese sono sotto gli occhi di tutti e sono tra le più svariate.

La differenza di intenti, valori e obiettivi – più o meno raggiungibili – del passato mettono in crisi la visione giovanile del presente.

Analizzando più a fondo la dicotomia tra gli sforzi profusi nel passato e la depressione mista ad ottimismo giovanile dei nostri giorni notiamo immediatamente come le vecchie generazioni muovano indiscriminatamente delle critiche alle nuove, decretando la sconfitta di queste ultime.
Per restare in argomentazioni suscettibili di difficile smentita, potremmo citare la normale e umana esigenza di avere una casa di proprietà, badate bene, non quella ereditata dalla famiglia o acquistata per noi dai nostri genitori.

Se un ragazzo oggi vuole acquistare un immobile deve prima di tutto tenere conto della regione in cui farlo, del lavoro contrattualizzato o meno, determinato od indeterminato che sia, del gruzzoletto che ha messo da parte per non dover chiedere un mutuo del totale del valore dell’immobile ed ultimo, ma non in ordine di importanza, dei tassi d’interesse impazziti ( rispetto al breve periodo precedente) a causa dell’inflanzione dell’ultimo anno.

Ecco che un giovane ragazzo italiano, dopo mille sforzi per trovare lavoro, ottenere un titolo di studio, difendere una relazione nonostante i mille cambiamenti sia di città che di situazioni di vita, si approccia al fatidico passo di acquistare un immobile, considerato in Italia forse l’attestazione dell’essere diventati adulti.

Appena entra in questo vortice di ricerca dell’immobile, richiesta del mutuo, contrattazione con il proprietario, scelta della zona, (in genere la meno malfamata ed economicamente più vantaggiosa), ecco che scopre la terribile verità: comprare casa, anche quando ci si riesce, inizia ad assomigliare ad una morsa, una tenaglia dalla quale più che ricevere giovamento si finisce per perdere ancor più equilibrio.

In conclusione, al termine di questo discorso se vogliamo anche un pochino ironico e suscettibile di smentita da chi invece questo passo lo ha fatto senza troppe difficoltà, vorrei trasmettervi un messaggio a me caro: non preoccupatevi se i passi che sembrano fondamentali di questa vita sono ostici e la salita risulta infinita. Come voi sono tanti e l’importante è ricordare che ogni periodo storico ha le sue battaglie, ogni generazione aveva i propri mostri da sconfiggere.

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