«Nel 1813 Rossini compone due grandi capolavori: il Tancredi e L’italiana in Algeri, massima espressione dell’opera comica. Con quest’ultima Rossini ripone la sua scrittura comica a un livello quasi inarrivabile. Un’opera dove il senso della ripetizione dell’ostinato diventa maniacale, in cui nasce il vero e proprio crescendo rossiniano che tutti conosciamo». Così Sesto Quatrini, direttore romano dalla carriera internazionale, descrive il titolo che lo vedrà per la prima volta sul podio dell’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma, dal 5 al 12 giugno.
E proprio con questo capolavoro rossiniano che il Costanzi rende omaggio a uno dei più grandi artisti italiani del Novecento: Emanuele Luzzati. A oltre vent’anni dall’ultima rappresentazione al Costanzi, L’italiana in Algeri torna in scena con il suo allestimento fiabesco e travolgente, nato per il Teatro Massimo di Palermo nel 2000 e realizzato da Luzzati insieme alla sua storica collaboratrice Santuzza Calì.
La regia originale di Maurizio Scaparro, ripresa da Orlando Forioso rappresenta un omaggio al regista scomparso nel 2023. Scaparro stesso commentava come Rossini si fosse divertito contrapponendo le peculiarità dei due popoli: «È evidente che in una improbabile ‘Algeri’, Rossini si è divertito alle spalle di un mondo poco conosciuto, oggetto di facile e un po’ rozzo scherno, traguardo di tante opere buffe. Mi sembra si sia voluto divertire in eguale misura dei “turchi” e degli “italiani”, fino a costruire con Isabella e Taddeo una coppia di straordinario e vitalissimo divertimento. A “Mammaliturchi” Rossini sembra aggiungere con il sorriso anche “Mamma gli italiani”, e questo anche consente di leggere L’italiana in Algeri con distacco e divertimento inevitabilmente attualizzabile».
Dramma giocoso in due atti, su libretto di Angelo Anelli, L’italiana in Algeri andò in scena per la prima volta il 22 maggio 1813 al Teatro San Benedetto di Venezia. Il grandissimo successo dell’opera consacrò definitivamente Rossini, allora appena ventunenne, come il massimo operista del tempo, che diede nuova vita all’opera comica italiana.
«Rossini esprime tutte queste sfumature, questi colori, queste agilità tipiche della sua scrittura musicale, affidando a ogni personaggio caratteristiche diverse per esaltare ogni vocalità. Isabella è una donna audace, intelligente e sicura di sé. Incarna la figura femminile autonoma e libera che non si lascia intimidire né dominare da nessuno.» spiega Chiara Amarù, interprete della protagonista Isabella.
«Un personaggio, quello di Isabella – aggiunge Sesto Quatrini – interessante ed estremamente attuale. Una donna che si inserisce all’interno di un mondo maschile e patriarcale e che lo spacca con la sua fantasia con la sua intelligenza».