Luci e ombre di una famiglia: Gianni Schicchi e L’heure espagnole all’Opera di Roma

I tre atti unici di Puccini vengono scomposti, presi singolarmente, e affiancati ad altre opere del Novecento, per omaggiare il compositore lucchese e per fornire una nuova lente di lettura delle sue composizioni.

Nell’anno del centenario dalla morte di Giacomo Puccini, il Teatro dell’Opera di Roma giunge alla seconda tappa del progetto triennale del “Trittico ricomposto”, realizzato in collaborazione con il Festival Puccini di Torre del Lago e avviato lo scorso anno con la messa in scena de Il tabarro/Il castello del Principe Barbablù con la regia di Johannes Erath, e che quest’anno vedrà protagonista il binomio Gianni Schicchi/L’heure espagnolefirmato Ersan Mondtag.

Il regista, scenografo e costumista berlinese affronta il suo debutto operistico italiano al Costanzi, dal 7 al 16 febbraio, prima di volare alla Biennale di Venezia 2024 a rappresentare la sua Germania.

Insieme a lui, Johanna Stenzel firma i costumi della messa in scena, mentre la drammaturgia è curata da Till Briegleb. Le luci sono di Sascha Zauner e i video di Luis August Krawen.

Due opere comiche, scritte a soli sette anni di distanza (è del 1911 la piecé francese di Ravel, mentre quella pucciniana fu composta nel 1918), e unite da un unico tema protagonista, quello della famiglia, che rivela gli aspetti comici e ironici, ma anche i più oscuri, della società del nostro tempo.

«In Gianni Schicchi si scorge la mancanza di solidarietà di una famiglia che è completamente slegata. Riflette molto bene la realtà contemporanea, una realtà in cui le persone lottano per sé stesse e nessuno si aiuta più. Ognuno è un nemico che tutti odiano e credo che questo possa essere collegato alle situazioni dei nostri tempi» spiega Ersan Mondtag.

Torna sul podio del Costanzi il maestro Michele Mariotti, direttore musicale dell’Opera di Roma, a cui è affidata la regia musicale di tutti e tre gli appuntamenti del progetto celebrativo di Puccini.

«Ravel e Puccini dipingono queste realtà così grottesche con sarcasmo, mettendo in rilievo le fragilità umane – racconta Mariotti –. E ci rendiamo conto di quanta solitudine e quanto silenzio si possano trovare anche nelle famiglie più numerose quando, al posto di rispetto e condivisione, regna soltanto l’interesse personale».

Due cast di rilievo si alterneranno sul palco dell’Opera di Roma. Nell’opera Pucciniana il ruolo di Gianni Schicchi è affidato a Carlo Lepore, basso-baritono di successo, consacrato nel 2012 con il Premio Tiberini d’Oro «per la perizia tecnica nel porgere e nell’interpretare ruoli di carattere dell’opera buffa e del dramma giocoso e personaggi seri del melodramma italiano»; accanto a lui, il soprano Vuvu Mpofu interpreta di Lauretta; Zita è invece il mezzosoprano Sonia Ganassi e Rinuccio il tenore Giovanni Sala. Completano il cast Ya-Chung Huang (Gherardo), Roberto Accurso (Betto), Nicola Ulivieri (Simone), Daniele Terenzi (Marco), Domenico Colaianni (Spinelloccio), Alessandro Guerzoni (Pinellino), Daniele Massimi (Guccio), Valentina Gargano (Nella), Ekaterine Buachidze (La Ciesca), Mattia Rossi (Ser Amantio di Nicolao) – questi ultimi tre dal progetto “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma.

Doppio debutto al Costanzi per il tenore Ya-Chung Huang e il mezzosoprano francese Karine Deshayes, protagonisti de L’heure espagnole di Ravel, nei rispettivi ruoli ruolo dell’orologiaio Torquemada e di Concepciòn. Gli interpreti di Gonzalve e Don Inigo Gomez sono il tenore Giovanni Sala e il basso-baritono Nicola Ulivieri. Il baritono Markus Werba incarna invece il mulattiere Ramiro.

Dopo la prima del 7 febbraio (ore 20), il dittico ricomposto verrà replicato domenica 11 (ore 16.30), martedì 13 (ore 20), mercoledì 14 (ore 20) e venerdì 16 febbraio (ore 18). Lo spettacolo verrà, inoltre, ripreso da Rai Cultura che lo trasmetterà su Rai5. L’anteprima giovani, riservata agli under 26, è fissata per domenica 4 febbraio (ore 16.30).

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