Ride the Lightning: Metallica – Master Of Puppets (1986)

Un cimitero formato da croci bianche in un campo deserto, illuminato da un cielo color rosso sangue. Si intravedono due mani appartenenti a quella entità superiore in grado di governare le nostre vite. L’impotenza nel vivere – liberamente – in un contesto dominato da un qualcosa di più grande, che si pone ben al di sopra di noi.

Questo è Master Of Puppets, terzo disco in studio dei Metallica pubblicato il 3 marzo del 1986 per l’ Elektra Records.

Registrato agli Sweet Silence Studios, in Danimarca, questo è l’ultimo album ad avere al basso Cliff Burton, morto in un incidente in Svezia nel settembre dello stesso anno. Quella descritta in apertura, invece, è la realtà raffigurata nella copertina del disco, ideata dalla stessa band.

A distanza di soli due anni dall’uscita di Ride The Lightning (al quale noi abbiamo ispirato questa rubrica), i Metallica realizzano quello che sarà ritenuto, da molti esponenti del genere, uno degli album più iconici nella storia del metal e non solo.

Come si è giunti a tale capolavoro? E’ davvero uno dei prodotti più importanti di sempre in ambito musicale?

fonte: photo.cz

Da Battery a Damage, Inc.

In un’intervista per Rolling Stone, Corey Taylor (frontman degli Slipknot e degli Stone Sour), ha elencato quali fossero i suoi 10 album metal preferiti. L’artista ha affermato come Questo sarebbe il mio numero uno…” riferendosi a Master Of Puppets, “ È il mio album metal preferito. È l’album metal perfetto. Non c’è nessun fottuto modo per migliorare quell’album”.

Taylor continua dichiarando che  Master of Puppets è perfetto dalla prima strimpellata della chitarra su “Battery” fino all’ultimo fottuto successo di “Damage, Inc.

Alla stessa stregua del suo predecessore, Master Of Puppets ha una sua identità ben precisa, mai alterata lungo l’intero disco. L’album si apre con dei giri di chitarra acustica avvolgenti e meno spigolosi rispetto a Fight Fire With Fire che, invece, apre Ride The Lightning. Testimonianza di come i Metallica siano partiti da soluzioni già utilizzate in passato, attualizzate e rese compatibili con lo scenario descritto.

Si giunge così alla title-track, traccia iconica e fulcro dell’intero album. Come dichiarato da James Hetfield, il tema portante di quest’ultima è la tossicodipendenza e come la droga abbia la forza di manipolare la persona. Significato perfettamente in linea con la logica dell’intero disco.

Oltrepassati i primi due brani, Master Of Puppets comincia a delinearsi nitidamente. Tracce come The Thing That Should Not Be, Welcome Home (Sanitarium) e Disposable Heroes costituiscono una zona cruciale per comprendere lo sviluppo di un lavoro che non perde mai il suo filo conduttore. Proprio come il significato dell’album, anche i Metallica sono in pieno controllo dell’evoluzione della loro opera.

Arrivati alla fine, la band cambia, seppur leggermente, i suoi connotati con tracce come Leper Messiah, Orion e Damage, Inc. Proprio la traccia di chiusura sembra provenire dal futuro, con soluzioni riutilizzate dalla band anche in tempi recenti, si pensi al disco Hardwired…To Self – Destruct (ultimo album pubblicato nel 2016).

Legacy di un’opera eterna

Sono passati ben 35 anni dalla pubblicazione di tale disco. Durante questo lasso di tempo, il metal ha conosciuto ramificazioni, periodi difficili e un gran numero di lavori di altissimo livello.

Nonostante ciò, l’opera dei Metallica ha mantenuto saldamente il proprio status in un panorama che, progressivamente, si è formato su ulteriori pilastri indiscussi.

Nel 2015 Master Of Puppets è stato inserito nella National Recording della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti d’America. Testimonianza di come il suo peso specifico sia indiscutibile non solo sul piano musicale ma anche sociale e storico.

fonte: revolvermag.com

Fra i fattori che hanno giocato un ruolo fondamentale per la riuscita del lavoro vi è anche la scrittura. Analizzare il significato letterale dei brani è sempre difficile e, forse, approssimativo. Il rischio è quello di imbrigliare l’ascoltatore in significati che rimangono semplicemente ipotetici.

In questo caso, però, vale la pena soffermarsi su come i Metallica siano riusciti a dare un elemento di continuità fra i testi e le altre componenti. Molti scrittori, nel corso degli anni, si sono espressi su tale particolarità. Ciò che colpisce è la consapevolezza e l’attenzione nel trattare temi non semplici, adattandoli su un contesto ben delineato. Oggi molti artisti concentrano i loro lavori su questo tipo di scrittura caratterizzata da elementi, fra loro, contrastanti.

A 35 anni dalla leggenda, Master Of Puppets continua a guidare l’ascolto, e forse anche la vita, di tutti coloro che hanno visto nei Metallica una zona franca nel quale rifugiarsi.

Di seguito il video della performance di Battery nel programma televisivo americano The Late Show With Stephen Colbert, per celebrare il trentacinquesimo anniversario dalla pubblicazione dell’album.

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