Salone del Libro di Torino: Erri De Luca racconta il suo ultimo romanzo

Nella mattinata di sabato si è tenuto l’incontro con Erri De Luca che si presenta da solo raccontando sé stesso e il suo ultimo romanzo, ma anche il suo essere lettore. Per De Luca lettura e scrittura sono due esercizi separati. Il lettore e lo scrittore non si conoscono, spesso si sovrappongono. Egli stesso si definisce più un lettore che uno scrittore. 

Sulla lettura si basa l’amicizia raccontata nell’ultimo libro, Discorso per un amico (Feltrinelli). Un rapporto basato sui libri e sulla montagna. Protagonista è Diego Zanesco conosciuto durante un pomeriggio in montagna al bancone di un bar. Qui Diego chiede a De Luca di compiere una scalata insieme, quindi la loro amicizia inizia con un incontro occasionale. L’autore pone così molta importanza al tema dell’amicizia: per fondarla, sottolinea, ci vuole molto tempo. A differenza dell’amore, non ha mai vissuto delle amicizie nate a prima vista. Così per lui questo rapporto si può definire tale solo se si è mangiato un chilo di sale.

L’estate scorsa si ritrova a passare un’estate in montagna e qui degli spifferi iniziano a entrare nella sua testa che egli stesso definisce in quel momento senza pensieri. Diego, guida alpina, nel mese di agosto era libero. Si organizzano così per passare delle giornate assieme, ma l’indomani Diego perde la vita per quelli che per molti sembra essere una caduta. Tuttavia De Luca non crede a questa versione dei fatti, per lui era impossibile che ci fosse stato un errore da parte dell’amico nel corso di una solitaria. Infatti, grazie all’aiuto della moglie dell’amico, vengono ritrovati in macchina dei taccuini dove Diego riporta le sue sensazioni nel corso di queste scalate e De Luca riconosce i sintomi dell’infarto che alla fine lo ha portato a cadere di schiena. L’autore ha come obiettivo attraverso il suo romanzo di contraddire l’uso di “cadere” attribuito all’amico. Non solo, dunque, esprime questo suo pensiero durante il funerale, ma decide di scrivere un libro. 

De Luca dà vita a una storia di viaggi, spostamenti. Racconta il loro rapporto in cui non parlano mai di argomenti legati alla montagna. L’autore era solito interessarsi alla vita dei figli di Diego

Si passa poi alla descrizione della copertina con il dettaglio dei due fiori che in realtà sono dei raponzoli di roccia che nascono sulle pareti e non nei prati, dunque tipici delle Dolomiti. Questi due fiori sono dunque Diego ed Erri. 

L’incontro è caratterizzato dall’ironia dell’autore che descrive la scrittura come un momento felice della giornata e non come una costrizione o un lavoro. Trova poi una somiglianza tra pareti da scalare e pagine, perché entrambe sembrano essere qualcosa che va scoperto e dunque letto.

Continua poi sul suo rapporto con Napoli, scherzando sul significato ovvero “città nuova”: forse, dice, i greci lo avevano capito che sarebbe stata una città che si sarebbe sempre trasformata mantenendo però le sue origini, come il dialetto. Dell’italiano, infatti, apprezza soprattutto l’interferenza dei dialetti, così come guarda con piacere agli scrittori che scelgono di non utilizzare un italiano depurato.

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