Strage di Bologna: Fratelli d’Italia propone una commissione d’inchiesta

Giovedì primo agosto 2019, presso la Camera dei Deputati, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione di istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta concernente le dinamiche e le connessioni del terrorismo interno e internazionale con la strage di Bologna del 2 agosto 1980 e le relative attività dei servizi segreti italiani ed esteri.

La proposta di legge, promossa dai deputati di Fratelli d’Italia Federico Mollicone e Paola Frassinetti ha già incassato l’adesione di parlamentari di Lega, Forza Italia e del Movimento 5 Stelle e ricostruisce i quasi 40 anni di misteri sull’eccidio alla stazione, anche alla luce dei clamorosi ultimi sviluppi, a partire dalla perizia esplosivistica e dalle dichiarazioni di alcuni parlamentari di diversi schieramenti politici, che hanno rivelato di aver visto nell’ambito della loro attività istituzionale atti contenenti la verità sulla bomba ma di non poterli svelare perché secretati.

La pdl, in particolare, prevede l’istituzione di una Commissione “di natura esclusivamente tecnica e non politica”, “aperta al sostegno di tutti coloro che intendono ricercare la verità”, che, in 18 mesi, possa far luce in special modo sulle operazioni di “depistaggio messe in atto in relazione alla strage di Bologna, alcune accertate dalla magistratura, altre archiviate in maniera sospetta”.

La Commissione, innanzitutto, dovrà acquisire i lavori, le evidenze e i documenti conservati presso gli archivi delle Commissioni Stragi, Mitrokhin e Moro. Quindi, pubblicazioni e scoop giornalistici relativi alla ‘pista palestinese’, oltre alle dichiarazioni dell’ex deputato e componente della commissione Moro Gero Grassi relativi ai cablogrammi del capocentro di Beirut dei servizi italiani, Stefano Giovannone. Inoltre, dovrà investigare sul cosiddetto lodo Moro, “l’accordo tra i servizi italiani e quelli palestinesi per uno scudo dagli attentati a tutela del nostro territorio”, sia “nella sua applicazione e nelle conseguenze che determinò sul piano nazionale, relativamente a Bologna”. Tutti elementi – si legge nella pdl – “non considerati dalla magistratura italiana, che si è, invece, trincerata dietro un processo il cui impianto fragile si basa su pentiti inattendibili e le cui sentenze non riescono ad individuare nemmeno gli esecutori materiali”.

Alla Commissione, tra l’altro, non può essere opposto il segreto di Stato né il segreto d’ufficio e potrà ottenere, anche in deroga a quanto stabilito dall’articolo 329 del codice di procedura penale, copie di atti o documenti relativi a procedimenti o inchieste in corso presso l’autorità giudiziaria o altri organi inquirenti; l’articolo 4 disciplina l’obbligo del segreto cui devono sottostare i componenti e i funzionari della Commissione.

“Sulla strage di Bologna non dobbiamo accontentarci di una verità ma della verità storica, oggettiva, definitiva. Lo dobbiamo alle vittime e ai loro familiari, ma soprattutto a tutte le vittime del terrorismo italiano – sottolineano i promotori della pdl – L’istituzione di questa Commissione è un’occasione storica per chiudere la guerra civile strisciante che ha insanguinato per decenni la nostra Nazione comprendendo le vere forze che ne sono state protagoniste e perseguire una pacificazione nazionale”.

“Tra il 1953 e il 1989, nel periodo storico definito come ‘Guerra fredda’ – si ricostruisce nella proposta di legge – l’Italia è stata terreno di scontro tra le superpotenze globali, interessate al ruolo strategico della nostra Nazione e alle sue peculiarità sociali. Grazie alle evidenze emerse, alle testimonianze, e ai saggi sulla politica internazionale nel periodo degli anni di piombo, risulta evidente in molteplici aspetti l’esistenza di un riferimento internazionale del terrorismo italiano. Tali aspetti erano già emersi negli anni grazie al lavoro svolto dalle diverse commissioni d’inchiesta costituite presso il nostro Parlamento: semplici contatti, collaborazione tattica o strategica tra organizzazioni terroristiche di analogo colore e di vari Stati, rapporti con o sostegni da apparati di potenze straniere, vera e propria etero-direzione da parte di essi. In genere, nota lo storico Angelo Ventura, il ‘terrorismo strategico contemporaneo’ va valutato come ‘fenomeno internazionale’ con ‘coperture e appoggi ad alto livello, nazionali o esterni'”.

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