UE: L’Eurogruppo conferma la svolta. Politiche economiche e finanziarie estese a tutto il 2021 e 2022

I lavori dell’Eurogruppo nell’ultimo periodo confermano il cambio di passo dell’UE in materia economica

Le politiche monetarie e finanziarie europee saranno estese per tutto il 2021 e il 2022. Lo SURE per limitare l’impatto della disoccupazione, il fondo europeo di garanzia della BEI, il fondo per il sostegno alle PMI nonché le decisioni della BCE per garantire l’accesso al credito sono stati fondamentali per mantenere la moneta unica stabile e ridurre le perdite del PIL nell’area euro.

Si è anche riconosciuto come il Recovery Fund dovrà servire non solo ad uscire dalla crisi, ma a fare in modo che gli Stati membri dell’Unione europea intraprendano un percorso di sviluppo economico condiviso e duraturo attraverso investimenti, elaborando dettagliati piani di spesa nazionali per stabilire progetti di riforme da concretizzare con i fondi UE.

E’ stato avviato, inoltre, il dibattito su una possibile riforma strutturale del Patto di Stabilità, sebbene ciò, ovviamente, non dovrà significare un aumento incontrollato del debito pubblico.

La nuova situazione dell’economia europea, però, non lascia dubbi sulla necessità di riformare il Patto, come già richiesto da Italia e Francia anche prima della pandemia.

Il Patto di Stabilità, momentaneamente sospeso, risulta ormai obsoleto e non corrispondente ad un’Europa che, nell’ultimo anno, si è dimostrata non solo meno rigorosa, ma soprattutto più solidale e flessibile nei confronti dei Paesi con maggiori difficoltà economiche.

Per sostenere gli sforzi dell’UE, volti ad aumentare i livelli di investimento e a favorire le riforme strutturali, la Commissione europea sta continuando le consultazioni al fine di chiarire le ambiguità e le criticità del Patto di Stabilità e individuare nuovi parametri in grado di non penalizzare la spesa in investimenti, facendo crescere gli Stati Membri ai quali, nel caso di debiti elevati, è necessario dare più tempo per ridurli gradualmente e stabilire obiettivi credibili che trasformino il debito buono in spesa produttiva.

In un periodo di grave crisi economica determinata dalla pandemia, l’Italia non può perdere l’occasione di cogliere l’opportunità di accedere a questi fondi straordinari europei per i quali il Governo Draghi, forte della sua credibilità internazionale, metterà in campo tutte le risorse umane e le strategie politico-finanziarie affinché le decisioni che si assumeranno siano determinanti per una ripresa a breve e lungo termine.

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