Risultati elezioni Midterm 2022. Niente “onda rossa”, tenuta democratica. Camera ai Repubblicani, Senato in bilico con vantaggio Dem. L’8 Dicembre i ballottaggi. Non benissimo i candidati di Trump per il GOP, in ascesa il suo rivale nel partito Ron De Santis, eletto in Florida. Le prime volte: prima governatrice lesbica nel Massachusetts, primo rappresentante transgender alla Camera, primo Cherokee al Senato e Maxwell Frost in Florida a 25 anni diventa il primo della generazione Z al congresso.
COSA SONO LE ELEZIONI DI MIDTERM
In Italia si parlerebbe di “spallata al Governo” ma sarebbero elezioni solo locali per spaventare un dato nazionale. Gli Stati Uniti si sono inventati le elezioni di Midterm che rigenerano gran parte del Congresso. In gioco la tenuta democratica del paese per i prossimi 2 anni. In molti presidenti, compresi gli ultimi Trump e Obama, hanno visto la seconda parte dei loro mandati essere difficoltosa. Una camera o addirittura tutto il Congresso a maggioranza del partito opposto al Presidente di turno.
RED WAVE? NO, RIPPLE
Anche questa volta forse sarà così, ma la famosa “red wave” (onda rossa) delle aspettative si è trasformata più che altro in un “ripple” (increspatura). La Camera andrà nettamente ai Repubblicani con 196 a 168, a cui andrebbero aggiunti i ballottaggi di alcuni Stati e quelli che invece non avevano la tornata elettorale. Possibile arrivo: 224 a 211 per il GOP (asticella a 218).
Il Senato è in forte bilico e solo dopo i ballottaggi, tra qualche settimana, potremmo avere un dato certo. Un’altra volta la Georgia a fare da ago della bilancia con i candidati non allineati che non permettono il 50 % utile per la vittoria. 49 a 48 la situazione, con un possibile arrivo in piena parità che consentirebbe la tenuta dei Dem.
I pesi e contrappesi americani, difficili da capire quanto complessa è la prassi democratica. Dopo due anni di grande crisi per Biden, il Presidente incassa una sconfitta di misura. Questa amarezza dolce è dovuta dai troppi proclami dei Repubblicani e dalla forte paura dei Democratici prima del voto. Nelle elezioni di Midterm 2018, i Democratici ribaltarono il Congresso trumpiano. Se si calcolano le indecisioni di Joe Biden sulla guerra in Ucraina, il ritiro dall’Afghanistan e un’economia che non corre affatto, anzi è debole in linea con la recessione mondiale, la sconfitta sonora dei Dem era il futuro più plausibile. I democratici hanno retto, sapevano della pericolosità del voto e che avrebbe indirizzato le sfide ai temi principali contemporanei.
I REPUBBLICANI. TRUMP VS. DE SANTIS
I Repubblicani avevano forti candidati, come il prossimo sfidante di Trump alle primarie GOP, il governatore della Florida Ron De Santis che ha bissato il successo, come alcuni dei fedelissimi trumpiani, entrati negli schemi repubblicani data la simpatia dell’ex-Presidente per suprematisti e negazionisti Qanon.
Forse proprio la grande differenza che è presente nel partito ha fatto recuperare i Democratici. In alcuni Stati è stata proprio la presenza di candidati scomodi e fedeli al tycoon a far vacillare gli elettori. Meglio i Repubblicani più soft come De Santis (“Ron il bigotto” come lo chiama Trump) che ha lanciato così la sfida al “Former President”, stravincendo la sua tornata e addirittura facendo innamorare della sua politica gli ispanici che sono la comunità più numerosa dello Stato e andando a vincere nella Contea roccaforte democratica e della Clinton.
Molti analisti americani, soprattutto di inclinazione GOP, hanno suggerito il dato più significativo per il futuro degli U.S.A.: Biden è in difficoltà, lo sarà ancora di più, ma per vincere nel 2024 deve avanzare un repubblicano più moderato e scalzare Donald Trump. Dobbiamo asserire che l’ex-Presidente degli Stati Uniti si sente forte dei suoi moltissimi seguaci che gli hanno dato credito, tanto da sfidare apertamente e duramente il suo collega De Santis a non candidarsi per le primarie con una frase velenosa: “so molte cose scottanti su di te”. La striscia di fama di Trump è uscita fuori anche dal dato del Congresso sui “negazionisti della vittoria” di Biden che sarebbero addirittura aumentati.
I DEM E BIDEN
Sul fronte democratico Joe Biden tira un mezzo sospiro di sollievo. Niente “red wave” e quindì possibilità di manovra di governo al Congresso per i prossimi due anni. Tutto l’entourage democratico era sceso in campagna elettorale per aiutarlo, soprattutto quel Barack Obama ancora di siderale influenza per il popolo blu. Le notizie più esaltanti arrivano da New York con la vittoria per la corsa a governatore della candidata Dem Kathy Hochul, governatore uscente, mentre la procura generale dello Stato resta sotto Letitia James, spina nel fianco dell’ex presidente Donald Trump.
Altro risultato confortante per Biden è la Pennsylvania con la vittoria del nuovo governatore Josh Shapiro e con la presa del seggio lasciato dai repubblicani e vinto dai Dem con il super-trumpiano Oz battuto da John Fetterman.
LE PRIME VOLTE E LE RICONFERME
Maxwell Frost, 25 anni, afro-cubano, in Florida sarà il primo rappresentante della generazione Z al Congresso Nazionale. In Massachussets la favorita democratica Maura Healey diventa la prima Governatrice lesbica, impensabile fino a qualche anno fa per lo Stato. In New Hampshire, James Roesener sarà il primo rappresentante transgender della storia degli U.S.A., mentre Markwayne Mullin sarà il primo della tribù indigena dei Cherokee a mettere piede in Senato dal 1925.
Riconfermata la giovane stella democratica alla Camera Alexandria Ocasio-Cortez, rieletta a New York. La cospirazionista del movimento Qanon Marjorie, Taylor Greene, è stata rieletta in Georgia per la Camera, dovrebbe essere la Speaker per un probabile secondo mandato di Trump.