Verba manent: la rubrica del giovedì

È giovedì, amici. Il fine settimana si avvicina e il lavoro degrada nella lista dei pensieri settimanali. Tra tante occupazioni, è il momento di sedere, bere un caffè, pensare al giusto completo da indossare sabato sera e soprattutto riflettere insieme su un tema, un incontro, uno sguardo letale che ci ha colpito.

Inauguriamo un appuntamento regolare, fatto di storie e in orario rispetto a una realtà spesso di fretta. Il treno fermerà in “Lanterna”, puntuale, ogni giovedì.

Un viaggio no cost che parte con un click e arriva ovunque.
In un mondo composto di formalità – doverose – e rigore inciso nero su bianco, anche le parole hanno una certa importanza. Che siano frasi d’amore, di una canzone ascoltata all’infinito, asserzioni d’ufficio o semplici discorsi fra sé e sé,
verba manent.

Le parole hanno il potere di cambiare il corso della nostra vita.

Stravolgente, eppure vero. Ma attenzione a non abusare della loro forza, potremmo pentircene. Una parola di troppo può fare male. “Per sempre” è la locuzione più sfruttata sulla Terra: ripetuta mille e mille volte, perde il suo valore, e si trasforma in “mai”. Inequivocabile. Talvolta è più utile la bilancia del pensiero, in grado di pesare le parole, anziché quella del corpo.

Perlomeno, l’una regala sorprese più gradevoli dell’altra.

Il senso del viaggio che inizieremo insieme, ogni settimana, è spiegato da Shakespeare in “Amleto”.

Polonio: “Che cosa state leggendo, mio signore?”. Amleto: “Parole, parole, parole”.

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