5 febbraio, Giornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare

Il cibo che annualmente finisce in pattumiera ci costa 15 miliardi di euro

#IlCiboNonSiButta, è questo l’appello social di Too Good to Go durante la 7° edizione della Giornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare, promossa dal ministero dell’Ambiente a partire dal 5 febbraio 2014. Un messaggio granitico ed efficace, lanciato dalla community di Waste Warrior – Guerriero dei rifiuti – ed accolto con entusiasmo da istituzioni e persone comuni, gran parte delle quali non ancora ‘acculturate’ in materia.

I numeri parlano chiaro: ogni settimana in Italia si spreca mezzo kg di cibo per cittadino; nella pattumiera finiscono 15 miliardi di euro all’anno, pari allo 0,88% del PIL nazionale. Numeri sconcertanti che impongono un doveroso cambio di rotta entro il 2030.

Una svolta culturale che andrebbe ad incidere positivamente sia sul tema fame nel mondo che sul sempiterno binomio ambiente-rifiuti; la campagna di sensibilizzazione Spreco Zero ravvisa nello smaltimento di rifiuti impropri un motivo di mutamento radicale: “Ogni tonnellata di rifiuti alimentari genera 4,2 tonnellate di CO2, in un anno se ne generano quindi oltre 8 milioni. Senza sprechi nel nostro Paese le emissioni CO2 potrebbero calare del 15%”.

Si tratta di un percorso che va intrapreso sin dalla tenera età: da questo punto di vista la partnership educativa consolidata da scuola e famiglia necessita di una cooperazione costante, basata su piani didattici, attività settoriali e progetti a lungo termine capaci di coinvolgere le generazioni del futuro in un indispensabile processo di salvaguardia e tutela dell’ambiente. L’adozione di un kit anti-spreco nelle scuole primarie è solo il primo passo verso una trasformazione teoricamente obbligatoria.

Una trasformazione in cui il mondo della politica è indirettamente coinvolto. Attraverso un video postato su Twitter, Maria Chiara Gadda – deputata di Italia Viva – esprime tutta la sua soddisfazione in merito al ruolo ricoperto dall’Italia: “Finalmente si parla di spreco alimentare, ma soprattutto si agisce in modo concreto. Magari non lo sappiamo ma in Europa e nel resto del mondo guardano con assoluta positività quello che ha fatto l’Italia in questi anni, a partire dal 2016 quando è stata approvata la legge sullo spreco alimentare. La battaglia nei confronti dello spreco alimentare si combatte non una giornata sola ma tutti i giorni, con la responsabilità di ognuno di noi, con le imprese, con le associazioni di volontariato ma soprattutto grazie al nostro impegno quotidiano, perché anche i piccoli gesti possono fare la differenza. […] Questa è economia circolare: mettere insieme l’impatto economico, l’impatto ambientale, ma soprattutto l’impatto sociale delle nostre scelte”.

A combattere gli sprechi alimentari si schierano in prima fila anche i mass (e social) media. Dati per assodati gli appelli di Sky attraverso il cooking show Masterchef e i tweet di responsabilizzazione postati e firmati da personaggi pubblici, è la Rai a rendersi protagonista della promozione di palinsesti dedicati: per la giornata di oggi Rai Storia ha in programma il documentario Affamati di spreco – I paradossi del cibo, mentre il canale Rai Scuola lancia Memex Doc Cambiamenti, “lo spazio dedicato a comprendere e raccontare il cambiamento, la tensione tra presente e futuro, attraverso la lente della ricerca scientifica e tecnologica”.

Sprecare cibo non solo è inutile e dispendioso ma anche dannoso e controproducente. Un concetto da tenere a mente sempre e da tramandare oltre la singola giornata.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here