Andrea Purgatori: l’inchiesta sulla Strage di Ustica. Un uomo sempre al fianco della verità

Giornalista, attore, saggista, sceneggiatore e docente di sceneggiatura: tanti i campi in cui Andrea Purgatori si è districato, dedicando una vita alla ricerca delle verità più scomode: da Ustica alle inchieste sulla scomparsa di Emanuela Orlandi.

Nasce a Roma nel 1953 e già nel 1974 ottiene la tessera di giornalista professionista: mestiere che porterà avanti per tutta la vita. 

Lavora come inviato per il “Corriere della Sera”, collabora poi con l’emittente televisivo “la7” conducendo “Atlantide”, conduce poi “Uno di Notte” sui Rai 1 nel 1991. Promuove critiche su “l’Unità”, “Huffington post” e “Vanity fair”, sempre con un comune filo conduttore, la ricerca della verità come torcia che illuminava la retta via da seguire. 

Ustica, intervista a Rosario Priore 

Tra le tante battaglie ricordiamo sicuramente la ricerca sulla strage di Ustica nel 1980. 

Colpito profondamente dalla tragedia di quel 27 Giugno Purgatori non si dette mai pace: con le sue continue sollecitazioni permise che il caso internazionale che coinvolse il disastro aereo del velivolo Dc-9 di Itavia non venisse mai archiviato. 

Iniziò a dare risoluzione mediatica alla questione, quasi dimenticata, nel 2007, quando in qualità di direttore di “Left” con Alberto Ferrignolo portò alla luce un’intervista con Rosario Priore, consulente della Commissione Stragi che dal 1987 seguiva con attenzione il caso Ustica. 

A Priore chiese chiarezza sul processo che portò all’assoluzione definitiva di 2 dei 9 imputati dell’aeronautica. Si domandò poi perché in nessuno dei 3 gradi di giudizio si sia messo in discussione lo scenario di guerra. 

In questa intervista si ricerca la verità sulle comunicazioni aeree veicolate dalla giurisdizione dell’Aereonautica che, di fatto, fa sì che si verifichi il peggior esito: vicino, infatti, al Dc-9 due aerei caccia monoposto di Grosseto (un F104 ed un TF104) hanno ragion di credere che nel cono d’ombra del velivolo decollato da Bologna-Borgo Panigale ci potesse essere un pericolo imminente secondo Priore

Dopo l’allarme lanciato dai due caccia decollati da Grosseto, l’aeromobile venne preso in consegna dal radar di Poggio Ballonenel quale mai le ricostruzioni hanno accertato chi vi si trovasse di turno quella sera. 

Sorvolando Ustica, il Dc-9 venne scambiato per un aereo militare straniero, che stava eseguendo una manovra di attacco: “Bersaglio davanti e solo alle spalle” sottolinearono Transue e Macidull, i due consulenti di guerra del Pentagono americano indagati nel caso come delegati delle operazioni della NATO. 

Da qui in poi nessuna comunicazione ed il buio. Solo una coincidenza sottolineata nell’intervista: i due caccia Grossetani atterrarono una manciata di minuti prima dell’abbattimento del velivolo per cause ancora oggi sconosciute. 

Dopo ciò solo lo spazio al ritrovamento, nel mar Tirreno, dell’aeromobile diviso in due alle 20.59. 

“Il muro di Gomma”

Dopo questa brillante intervista che portò alla luce tutti questi dettagli, di Purgatori è necessario ricordare la partecipazione come sceneggiatore assieme a Marco Risi, Stefano Rulli e Sandro Petraglia al film “Il Muro di Gomma” che cerca di ricostruire la strage di Ustica intrecciandola alla storia del protagonista Rocco Ferrante, interpretato da Corso Salani, che in qualità di giornalista del “Corriere della Sera” viene raggiunto la sera stessa da una chiamata che gli riporta la tragedia appena avvenuta facendo un vago riferimento ad un abbattimento. 

Da qui inizia un excursus nel quale il protagonista ricerca ogni mezzo per scoprire la verità sul caso recandosi fino alla sede dellaBBC per ottenere materiale sulle comunicazioni NATO ed internazionali che potenzialmente potrebbero aver spinto all’abbattimento dell’aereo: una delle ipotesi che più prende piede nella mente di Rocco. 

Con questo film Purgatori consentì all’opinione pubblica di venire a conoscenza di maggiori dettagli in merito alla tragedia, riportò le ipotesi più accreditate che balenarono nella mente di tutti gli investigatori del caso mai risolto.

Dopo l’estenuante ricerca della verità, nel film si narra di un percorso durato fino al 1990 nel quale si viene a conoscenza della scomparsa di tutto il materiale radiofonico e di immagini, occultato volontariamente da funzionari ed addetti dell’aeronautica, che, trovandosi in una condizione di possibile colpevolezza, di fatto sempre supposta ma mai accertata, fecero si che mai venisse ritrovato tale materiale. 

Il film si conclude con il processo di tali personaggi, che si ricollega all’intervista trattata precedentemente. 

Signor Presidente del Consiglio…” la lettera aperta a Romano Prodi

La battaglia proseguì con una lettera aperta che Andrea Purgatori indirizzò all’allora Presidente del Consiglio Romano Prodi per chiedere giustizia e verità sulla tragedia che egli stesso definì “un atto di guerra in tempo di pace”. In questa lettera si cercò anche di dare bandiera ai velivoli che assieme ai caccia italiani si presume volassero a fianco del Dc-9.

“Perché quella verità era così inconfessabile da portare al silenzio, all’omertà ed all’occultamento delle prove?” scrisse Purgatori. 

Egli attribuì la questione ancora irrisolta ad alcuni militari “smemorati, tanti dei quali in pensione”, non con tono accusatorio, ma vessante verso la necessità di continuare a scavare e cercare la verità sulla morte degli 81 italiani a bordo dell’aereo.

La lettera non cercava né colpevoli né condanne, ma esortava il governo all’indagine. 

“Perché chi sapeva è stato zitto, e chi poteva rivelare importanti tasselli della verità ha taciuto?” 

In queste righe Purgatori sollecitava in qualche modo anche chi fosse all’epoca a conoscenza dei fatti a portare a galla la realtà. 

La lettera si chiude con un’altra esortazione rivolta a Romano Prodi: “Per concludere, signor Presidente del Consiglio, se davvero lei ed il suo governo avete intenzione di continuare a sfidare il muro di gomma su cui rimbalzano i quesiti esistenziali di questa strage, non dimenticate per favor che un’insopportabile linea d’ombra da diciannove anni copre l’intreccio dei depistaggi e delle complicità internazionali.”

Il cordoglio dei familiari delle vittime di Ustica

A pochi giorni dalla scomparsa di Purgatori, per completezza di narrazione, si sottolineano i cordogli ricevuti dai familiari delle 81 vittime della strage di Ustica verso il giornalista che così tanto si è speso per dare giustizia a queste morti innocenti.

Tra le tante ricordiamo quella di Daria Bonfietti che nella strage perse il fratello appena maggiorenne. 

“La Repubblica” la Bonfietti racconta la tristezza per la perdita di un caro amico prima che una persona ed una mente brillante, e successivamente loda e ringrazia il lavoro svolto nella ricerca delle indagini da Purgatori con la seguente dichiarazione:

“E’ stato merito di Andrea Purgatori se io alla metà degli anni ottanta, dilaniata dal dolore, dalla rassegnazione, dalla disperazione, ho avuto la forza di tornare a pensare alla vicenda di Ustica, in mood instancabile come allora no avrei mai potuto immaginare”

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