Australia: the Red effect

Dopo la splendida gara in terra Saudita, l’hype nato attorno al terzo appuntamento della stagione è stato enorme, tanto da far presenziare all’evento complessivo oltre 400 mila persone, record assoluto per quanto riguarda la corsa australiana, complice chiaramente anche l’assenza dal calendario per due stagioni a causa della pandemia.

IL WEEKEND

Il sabato di Melbourne è stato imprevisto, perché a messo a nudo una superiorità Ferrari che, prima del weekend, neanche gli esperti avevano previsto, con Leclerc che ha stampato la pole in 1’17’868, staccando di oltre 2 decimi Verstappen, seguito dal compagno Perez; male Sainz che, complice una bandiera rossa a 70 metri dal traguardo nel primo tentativo del Q3 e un errore nel secondo tentativo, non è andato oltre il 9° tempo.

La gara di domenica è stata un dominio rosso, con Leclerc che ha gestito la corsa a suo piacimento, complice una RedBull lontana dalla perfezione e che ha mostrato nuovamente il fianco all’affidabilità con Verstappen costretto al ritiro per un apparente problema al sistema del pompaggio del carburante; la scuderia austriaca salva la giornata con Perez che chiude secondo, seguito dalle due Mercedes di Russell, al suo primo podio con i campioni in carica, ed Hamilton, limitato nell’ultima parte di gara da un surriscaldamento della power unit che non gli ha permesso di sorpassare il compagno di squadra. Molto male Sainz, la cui gara è terminata nella ghiaia in uscita da curva 9-10 dopo un attacco “coraggioso” su Schumacher alla fine del nuovo secondo settore.

FERRARI: LA CONSAPEVOLEZZA

Per la Scuderia di Maranello il weekend australiano è stato un successo, con la larghissima vittoria di Leclerc, la prima con questo margine dal 2002, ed una monoposto dimostratasi nuovamente veloce, affidabile e che non sembra soffrire troppo il porpoising, anche se è già pronto un nuovo fondo che debutterà ad Imola ed un nuovo diffusore che è già stato portato in pista a Melbourne durante le fp1 ma che forse ha bisogno ancora di qualche studio aggiuntivo, data l’importanza di quella zona della monoposto. Non tutto è andato per il verso giusto però, perché il ritiro di Sainz ha di fatto tolto la possibilità alla Ferrari di raccogliere una, a questo punto si può dire, facile doppietta; va detto che lo spagnolo è stato molto sfortunato e che, su questo ci sono pochi dubbi, sarà in grado di tornare a giocarsi la prima fila molto presto, perché nel corso della carriera ha sempre dimostrato, oltre la velocità, di avere una certa lucidità di giudizio e questo è fondamentale per un pilota a certi livelli.

RED BULL POWER FAILS

Il secondo ritiro in tre gare ha fatto scattare un bel campanello d’allarme in casa RedBull, che già stava combattendo altri problemi, potenzialmente più gravi di quelli al motore: perché se da un lato arrivare alla fine è importante, dall’altro è fondamentale gestire le gomme sull’arco di una gara intera e le monoposto austriache hanno sofferto tremendamente il surriscaldamento delle gomme, basti pensare al fatto che Perez ha terminato la gara solo 5 secondi avanti a Russell, dimezzando praticamente lo svantaggio della scorsa gara, mentre Leclerc ha mantenuto i 25 secondi di vantaggio sulla prima delle due Mercedes, risultato che conferma ancora una volta la bontà del progetto. Tornando alla RedBull, un primo grande pacchetto di aggiornamenti dovrebbe debuttare ad Imola e prevede l’alleggerimento del peso dell’auto di circa 8 kg, per un vantaggio calcolato internamente di circa 2 decimi al giro rispetto al tempo attuale. Se questo sarà sufficiente per raggiungere Ferrari non si sa, ma sicuramente RedBull ha le sue belle gatte da pelare e non ha molto margine di manovra col budget cap.

MERCEDES: L’ARTE DEL SAPER COGLIERE LA PALLA AL BALZO

Non si vincono 8 Mondiali costruttori di fila a caso e la Mercedes a Melbourne l’ha dimostrato ancora una volta: senza portare alcun aggiornamento, i miglioramenti arrivati sono il frutto dei primi piccolissimi passi nella direzione sperata; inoltre, domenica entrambe le vetture hanno corso con 1,7 kg in più di sensori montati sulla macchina per studiare appositamente il comportamento di essa e per correggere il porpoising, veramente esasperante sulle monoposto anglo-tedesche. I continui studi hanno portato, complici i ritiri di Sainz e Verstappen, a massimizzare nuovamente il risultato con una vettura sul podio e l’altra subito dietro, dimostrando un passo gara buono ma non eccelso, ma sopratutto costante, elemento fondamentale sintomo di una buona gestione degli pneumatici in gara; sul giro secco c’è ancora da lavorare, ma comunque Mercedes è li e sia Ferrari che RedBull non possono permettersi di sbagliare un colpo.

LA GARA DEGLI ALTRI

Il nuovo layout del circuito australiano sembra aver fatto bene ai motorizzati Mercedes, con entrambe le Mclaren e una Williams a punti, oltre chiaramente la casa madre. Nota di merito per Albon, che ha corso 57 giri con le gomme bianche ed è rientrato all’ultimo momento disponibile, strappando un punto a Zhou proprio a gara terminata. Malissimo Aston Martin, che si conferma fanalino di coda della classifica e non bene anche le motorizzate Ferrari, che hanno qualche problema da risolvere a livello aerodinamico in quelli che sono i tratti lenti del circuito; weekend a due facce in casa Alpine con Ocon che ha strappato un bel 7° posto al traguardo ed un Alonso che, complice una strategia sbagliata ed un problema idraulico in qualifica che non gli ha permesso di chiudere un ottimo giro, si è ritrovato nelle ultime posizioni della classifica.

NEXT STOP: IMOLA

Il prossimo appuntamento è in terra nostrana, sul circuito Enzo e Dino Ferrari di Imola, e l’hype attorno alla Ferrari per la gara di casa è alle stelle: chiaramente nulla è scontato, ma per quello che si è visto nei primi appuntamenti Imola è un circuito che si presta perfettamente alle caratteristiche della vettura di Maranello, veramente competitiva nelle parti guidate dei tracciati; un vantaggio da non sottovalutare è la minore presenza del porpoising, dovuta alle caratteristiche del tracciato, che permetterà agli uomini di Maranello di abbassare la monoposto e migliorare l’effetto suolo. Tanta curiosità ci sarà sugli sviluppi che Mercedes e RedBull porteranno e se questi saranno un primo, significativo passo, per avvicinarsi ad una Ferrari al momento in fuga solitaria.

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