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Dopo 98 estenuanti giorni da quel clamoroso e controverso GP di Abu Dhabi, la Formula 1, terminate le 6 giornate di test equamente divise tra Barcelona e Sakhir, si ritrova finalmente sul tracciato del Bahrain per disputare il GP inaugurale della stagione 2022, nonché l’inizio della nuova era, quella che sancisce il ritorno ufficiale delle monoposto ad effetto suolo, tecnologia bandita nel 1982 perché ritenuta troppo pericolosa e reintrodotta dopo anni di studi su materiali e strutture meccaniche.

Dopo le iniziali perplessità dovute ad un regolamento troppo stringente, i team hanno dimostrato di saper realizzare progetti estremamente diversi, primo grande segno positivo di questo cambio regolamentare e cosa per nulla scontata, visa anche l’introduzione di un numero maggiore di componenti standard uguali per tutti i team.

Arrivati sul tracciato, le speculazioni hanno lasciato spazio alla pista che, come racconta la storia di questo sport, non mente mai: Ferrari ha disputato un weekend impressionante per costanza, velocità ed affidabilità, portando a casa la prima doppietta stagionale ( non accadeva da Bahrain 2012 con Alonso e Massa) e mostrando un passo veramente consistente: Leclerc ha disputato una gara maestosa, portandosi a casa pole, vittoria e giro veloce, dimostrando lucidità nel momento in cui Verstappen, dopo la prima sosta, ha cercato di attaccarlo ferocemente e dopo la safety car causata dal ritiro di Gasly per rottura del MGU-K , la componente della power-unit che sostituisce il vecchi Kers, quando ormai la gara era sotto controllo; molto bene anche Carlos Sainz che, dopo aver avuto difficoltà per tutto il weekend col feeling della monoposto, ha piazzato il 3° tempo in qualifica ad un decimo dalla pole e ha disputato una gara costante, seppur non a livello del compagno di squadra.

A proposito di rotture, la delusione del weekend è sicuramente la divisione power-train della RedBull, ossia la nuova divisione della scuderia che ha sostituito la Honda acquistandone le tecnologie, perché oltre la rottura che ha causato il ritiro di Gasly, pilota della scuderia satellite Alpha Tauri, entrambe le macchine della casa madre sono state costrette al ritiro per un problema alla pompa del carburante; una delusione enorme per il neo campione del mondo Verstappen che, per 55 giri, aveva disputato un’ottima gara, tenendo un passo simile a Leclerc e riuscendo a staccare di circa 7 secondi Sainz.

Se Atene piange, Sparta non fa di certo i salti di gioia, perché a discapito del risultato finale, un 3° posto con Hamilton e 4° Russell, la Mercedes ha disputato una gara veramente anonima. Il team 8 volte campione del mondo in carica ha accusato diversi problemi nell’arco di tutto il weekend, di cui i maggiori sono un eccessivo drag, la resistenza all’avanzamento, dovuta ad un’ala posteriore eccessivamente carica, e al porpoising, un effetto tipico delle auto di questa generazione in cui l’eccesso di forza verticale sul fondo lo spinge fino a toccare l’asfalto, causando l’interruzione dei flussi aerodinamici e il sobbalzamento dell’auto, molto accentuato. I tecnici di Brackley hanno dunque parecchio lavoro da svolgere e devono essere abbastanza precisi dato che l’introduzione del budget cap ha messo un freno importante alle possibilità di sviluppo delle scuderie; da parte loro però, sanno che in questo momento sono la terza forza del mondiale e si trovano in una posizione in cui non sono abbastanza competitivi per stare davanti, ma neanche così osceni da lottare per posizioni inferiori, quindi hanno dalla loro parte il tempo, relativo, di poter lavorare con pazienza, dato che il progetto della scuderia anglo-tedesca è veramente estremo.

Il primo weekend di gara ha già lasciato qualche informazione importante: la prima è che sicuramente il motore Ferrari, chiamato “super-fast”, è veramente veloce e il fatto che nei primi 10 ci siano 5 monoposto motorizzate dalla power-unit del cavallino ne è la dimostrazione; la RedBull al momento dispone di un pacchetto molto buono, ma questi campanelli d’allarme legati all’affidabilità potrebbero far rivedere i piani di sviluppo delle monoposto da qui ai prossimi mesi; Mercedes ha tanto da lavorare per cercare di tornare a girarsela lì davanti. Passando al centro-gruppo, molto molto bene Haas ed Alfa Romeo, le vere beneficiarie del nuovo motore, che hanno chiuso a punti, tranne la Haas di Schumacher, la cui gara è stata rovinata al primo giro dopo un contatto con l’Alpine di Ocon che ha distrutto il primo stint del giovane pilota tedesco.

Le vere note dolenti di questa prima gara sono sicuramente l’Aston Martin e la Mclaren: la prima, dopo i grandi proclami d’inizio anno, si è vista sbattere la realtà in faccia da una prestazione sottotono di entrambi i piloti, che hanno denunciato problemi un po’ in ogni dove; la seconda è la grandissima delusione di questo inizio di mondiale: partita per giocarsi la vittoria finale insieme alle scuderie di testa, la squadra di Woking, che non gode di una salute finanziaria impeccabile, ha messo in pista una monoposto che si è rivelata avere un mucchio di problemi: manca velocità in rettilineo, manca costanza nel passo e questi sembrano problemi non facilmente risolvibili. D’altronde Toto Wolff, il grande capo della Mercedes, ad un mese dall’inizio della stagione ha dichiarato che qualche team avrebbe avuto difficoltà cn questo progetto, ma nessuno si aspettava che fossero così dietro.

In sostanza, il primo weekend ha lasciato sicuramente sensazioni positive, perché se Redbull dovesse risolvere i problemi d’affidabilità e Mercedes trovasse la quadra, sicuramente la stagione potrebbe prendere una piega bellissima, con gare aperte tutte le domeniche e con potenziali sei contendenti alla vittoria finale, ma per il momento, la capoclasse è la scuderia di Maranello.

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