Baumgartner: un finale pieno di umorismo e tenerezza

Chiude gli occhi, e per un minuto o due i suoi pensieri continuano a vagare da un oggetto all’altro, ma poco dopo gli oggetti non ci sono più e ai pensieri subentrano una serie di immagini oniriche, soprattutto di Anna da giovane, e la vede di volta in volta che gli sorride[…]

Inizia così Baumgartner, ultimo libro di Paul Auster (Einaudi, 2023), con l’immagine di una mente in cui si mescolano diversi pensieri e dove solo uno riesce ad emergere e ad apparire nella sua chiarezza, come se su di esso ci fosse un faro: è l’immagine di Anna, la moglie del protagonista che dà il titolo all’opera. È in un pomeriggio di agosto del 2008 quando la sua donna amata perde la vita travolta da un’onda anomale, proprio Anna che del mare ne era innamorata fortemente e viene raccontata dal marito con il suo fisico da nuotatrice. 

Sono passati dieci anni da quel giorno e Baumgartner dalla sua stanza sente ancora il ticchettio dei tasti immaginando Anna nel suo studio mentre porta avanti una sua traduzione e un suo scritto. 

Con la sua dose di ironia e umorismo, Baumgartner decide di portare avanti la sua passione per i rapporti umani, incontrando anche altre donne come Molly fattorina dell’Ups, infatti pur di passare dei momenti in sua compagnia decide di ordinare diversi libri che poi donerà alla biblioteca. Inizia poi una relazione con Judith, più giovane, che finirà poco dopo la sua proposta di matrimonia. 

Attraverso gli incontri con queste figure, Baumgartner racconta così la sua vita con Anna, decidendo di tracciare un prima e dopo, descrivendo per esempio le differenze tra le loro famiglie e quindi la sua infanzia. Senza pianto e stucchevolezza, il protagonista rivive sua moglie attraverso questi rapporti, ma soprattutto attraverso il potere della memoria e del ricordo che gli permettono di sentire Anna ancora lì accanto a lui, ancora nella loro casa. 

All’interno di queste pagine si incontra così il dolore per la perdita, ma anche la gratitudine per aver vissuto gran parte della propria vita con quella persona.

A caratterizzare questo personaggio e dunque la scrittura di Paul Auster, oltre l’ironia, è la lucidità con cui tiene insieme nella sua mente e nel racconto momenti diversi tra loro, passato e presente non si mischiano, ma vengono raccontati in maniera lineare. Auster realizza così un romanzo complesso in cui, per esempio, ritroviamo pagine di racconti o poesie di Anna, trattati filosofici scritti dal protagonista. Inoltre le vicende sono spesso scatenate dal caso che tra l’altro è l’elemento che dà inizio al romanzo con il pentolino che sta per prendere fuoco e un letturista che sempre per casualità entra in casa e che diventa l’ennesimo rapporto umano instaurato dal protagonista. 

Paul Auster con il suo ultimo romanzo affronta, attraverso il suo sguardo pieno di tenerezza, il tema della morte, della perdita e il potere della memoria e del ricordo capaci di salvarti, temi questi presenti nella sua scrittura come, inoltre, il caso, le coincidenze e il destino. 

Ciò che colpisce è l’aver pubblicato questo romanzo qualche mese prima della sua morte, avvenuta il 30 aprile 2024, quasi come un testamento scritto quando ormai la malattia di Auster avanzava e che letto oggi suscita una forte emozione. Si comprende così appieno la potenza di queste pagine che vedono la morte come punto di partenza del racconto e, inoltre, l’ultima scena: Baumgartner fa un incidente con la macchina e arriva ferito davanti a una casa e così si apre il capitolo finale della saga di S. T. Baumgartner.  

Quella porta si schiude e Paul Auster decide di lasciare aperto il finale.

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