Da congiunto a congiunto: lettera aperta agli italiani

Cari italiani,

tanto tuonò che piovve. Nella serata di ieri il governo Conte ha accolto parzialmente le vostre richieste espresse sotto forma di costanti piagnistei. Dal 4 maggio, come ben sapete, si entrerà ufficialmente nella cosiddetta Fase Due, quella della convivenza con il virus, durante la quale sarà possibile – tra le altre cose – fare una rapida capatina dai propri cari, nel pieno rispetto delle regole di prevenzione e del distanziamento sociale.

Scelta a mio modesto parere non del tutto condivisibile ma fin qui, sostanzialmente, nulla di male se non fosse che questa mattina vi siete svegliati con l’intenzione di trovare il cavillo che vi permetta di farla franca, comunicando sui social tutto il vostro malessere mixato ad una buona dose di presunta astuzia: in principio furono le passeggiate con i cani, poi quelle con i bambini, mentre ora sembra essere arrivato il turno delle visite ai congiunti. Pagine dello Zanichelli sfogliate in notturna come mai prima d’ora.

Dite la verità, vi fareste andar bene sia la cugina di terzo grado, sia lo zio che non avete mai potuto sopportare, se non addirittura un conoscente spacciato per best friend di una vita: tutto pur di mettere il muso fuori dalle vostre odiate mura domestiche.

E allora vi inventereste la qualunque: che i legami sociali familiari – a cui molti di voi non hanno mai dato peso – sono importanti, che i Paesi devono essere governati dalla legge dell’amore (la quarantena fa bene al romanticismo, ve lo riconosco), che “vaglielo a spiegare allo Stato che la mia migliore amica è come una sorella per me”.

Detestabili frasi da cioccolatino, esaustivamente connotabili come pure idiozie. Degne di una nazione popolata da furbi e ingenui patentati, capaci di scambiare una pandemia per il Truman Show o di confondere delle semplici norme di tutela con dei provvedimenti da regime totalitario.

Voi (noi), italiani del nuovo millennio, non sapete nemmeno cosa sia una dittatura. Per fortuna, aggiungerei. Fatto sta che le suddette potenziali azioni, oltre alle continue ed inutili lamentele, non fanno altro che constatare e di conseguenza sprigionare il vostro totale disprezzo per il prossimo, che sia un medico, una vittima o un onesto lavoratore, il cui incasso giornaliero appare ai suoi occhi come una chimera da circa due mesi.

Cari italiani, avete recriminato talmente tanto da spingere il governo a darvi l’impressione di essere finalmente liberi. State perdendo di vista il vero obiettivo, quello di uscire nel più breve tempo possibile dall’emergenza, in virtù di una banale rimpatriata che rischia di alterare l’esito di un’operazione che ha comportato sinora una serie di rispettabili sacrifici.

Pendete ormai dalle labbra di chi va persino contro il parere scientifico pur di veder crescere i propri consensi. Nelle piazze fisiche o virtuali. Aprire o chiudere non fa differenza per costoro, è talmente evidente che solo un fazioso potrebbe negarlo.

A questo punto, dunque, attendo con ansia un Dpcm chiarificatore, il cui acronimo alla lettera D potrebbe benissimo significare ‘disegnino’. Ma in fondo, a voi insofferenti seriali cosa importa? Basta trovare il cavillo che soddisfi la vostra insensata fame di gloria quotidiana.

Cordialità

Un congiunto dotato di senso civico

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