Fabrizio Quattrocchi: “Adesso vi faccio vedere come muore un italiano”

Fabrizio Quattrocchi nasce a Catania nel 1968, dopo un breve periodo come militare dell’Esercito Italiano nel reparto di fanteria, entra a far parte dell’ente IBSA, società che si occupa di sicurezza e attività investigative. Successivamente, nell’anno 2003, viene assunto da una importante azienda americana che effettua dei servizi di scorta rivolti alla protezione di manager e magistrati in Iraq.

Quattrocchi è noto alla cronaca per i fatti avvenuti il 13 aprile 2004, giorno in cui l’italiano viene rapito a Bagdad insieme ai colleghi Umberto Cupertino, Maurizio Agliana e Salvatore Stefio, da miliziani che non furono mai identificati. 

Il suo arrivo in Iraq è legato all’invio da parte di Stati Uniti, Gran Bretagna e Italia di militari e guardie giurate per contrastare la precedente crisi che portò allo scoppio della guerra d’Iraq che risultò essere tutt’altro che placata; pur non avendo partecipato al conflitto l’Italia accettò la cosiddetta “coalizione dei volenterosi” essendo così presente sul territorio insieme a Gran Bretagna e Stati Uniti con un’operazione di peacekeeping nota come ANTICA BABILONIA.

Venne condotta una trattativa per la liberazione di Quattrocchi e i suoi colleghi anche da parte della Croce Rossa Italiana presente in Iraq; il giorno 21 maggio 2004 nei pressi dell’ospedale CRI di Baghdad vennero ritrovati i resti di un uomo, questi resti umani, dopo un’analisi del DNA effettuata dai RIS dell’Arma dei Carabinieri, due giorni più tardi risultarono essere di Fabrizio Quattrocchi; dall’autopsia emerse che l’uccisione dell’Italiano avvenne il giorno successivo al rapimento a causa di due colpi, uno a livello toracico e uno alla testa.

Prima di morire Fabrizio Quattrocchi pronunciava le famose parole che rimarranno per sempre nel nostro cuore: “adesso vi faccio vedere come muore un italiano”.

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