Gaza – Israele: la tregua non è contemplata

12 maggio 2021: 43 morti palestinesi e 6 israeliani; tra i palestinesi anche 12 bambini e 3 donne; oltre 300 feriti. Questo il bilancio della situazione in terra israeliana da lunedì in guerra con quella palestinese. Gli scontri non si sono fermati, anzi sono state coinvolte altre città come Lod – condannati perfino dal presidente israeliano Reuven Rivlin (“pogrom di Lod”) – e campi profughi come quello di Fawwar. La città di Lod ha dichiarato lo stato di emergenza per la prima volta dal 1966 su una propria comunità araba. Dunque, sembra una vera e propria guerra civile tra ebrei e arabi.

Continuano i lanci di oltre 1050 razzi sulle città di Ashkelon, Gerusalemme e Tel Aviv, dove Hamas ha attaccato l’aeroporto Ben Gurion. Inoltre, rimangono disordini nella Spianata delle Moschee di Gerusalemme dove, si sa, si radunano molti civili durante le preghiere del mattino soprattutto in periodo di Ramadan.

Sembra di ricordare i tempi del 2014, in cui c’è stata l’ultima guerra tra la Striscia di Gaza e Israele, che la invase via terra. Infatti, secondo i giornalisti Josef Federman e Fares Akram Israele sta adottando la stessa politica di allora, ossia quella di distruggere gli edifici palestinesi, senza tener conto dei civili che possono essere coinvolti. Ad esempio, ad oggi per la fazione di Hamas si registrano 53 morti e oltre 300 feriti. Tra questi anche un 16enne, Rashid Abu Arreh, ucciso in Cisgiordania a Tubas. Il ragazzo sembra sia stato coinvolto negli scontri che impedivano all’esercito di arrestare esponenti locali ricercati.

Conseguenze politiche interne

La politica interna di Israele si ritrova con due fazioni politiche che combattono per lo stesso motivo: distruggere Hamas. Da un lato, il centrista Yair Lapid ha dichiarato di voler formare un nuovo governo di cambiamento per combattere una volta per tutte Gaza, definendo i palestinesi terroristi. Dall’altro, Naftali Bennett, (Yamina) di destra, ha dichiarato che l’attuale primo ministro Benjamin Netanyahu e il suo partito non ha saputo gestire il suo Paese.

Reazioni dall’Europa e dagli USA

Germania. Il portavoce del governo Steffen Seibert ha condannato gli attacchi, affermando che questa violenza non ha giustificazioni: sono attacchi terroristici.

Dopo il primo incontro urgente di lunedì 10 maggio con il Consiglio di sicurezza dell’ONU richiesto da Tunisia, Norvegia e Cina, ce ne sarà un secondo per definire meglio il da farsi e risolvere la situazione.

USA. Joe Biden ha inviato una lettera al presidente della Palestina Mahmoud Abbas (Fatah) in cui, oltre ai ringraziamenti per le congratulazioni del risultato delle sue elezioni, offre il suo sostegno alla sicurezza del paese ed il suo legittimo diritto di difendersi e difendere il proprio popolo. Inoltre, si augura che si ritrovi presto la pace.

Reazioni dai vicini del Medio Oriente

Erdoğan dichiara che la comunità internazionale dovrebbe dare una lezione ad Israele sulla sua condotta nei confronti dei palestinesi. Inoltre, ha dichiarato di aver suggerito al Presidente russo Vladimir Putin di prendere in considerazione una forza di protezione internazionale per proteggere i palestinesi.

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