Gli Stati Uniti di Francia e la luna di miele tra Trump e Macron

USA e Francia hanno legami molto profondi nella storia, come testimonia d’altro canto la stessa Miss Liberty, ma mai come negli ultimi anni le posizioni delle due potenze sono sembrate tanto vicine: strategie comuni di entrambi che si uniscono in un legame che persino Trump, il grande destabilizzatore degli equilibri mondiali, non sembra intenzionato a sciogliere.

I rapporti tra i due leader sono poi franchi e cordiali, dal 2017 e precisamente da una conferenza stampa congiunta nella quale i due ricordano il trascorso comune partendo dalla rivoluzione americana, con il sostegno economico francese alla causa, passando per l’intervento americano nelle guerre mondiali a ricambiare il favore.

Vi fu, in seguito, la comunione di intenti tra de Gaulle e Kennedy durante la crisi cubana e l’uscita tra mille incomprensioni dall’ambito militare della Nato. Tensioni che iniziarono, a dire il vero, a risolversi con l’avvento di un Obama aperto alla collaborazione tra UE e NATO nel settore difesa, favorendo di concerto i rapporti tra le due nazioni.

Ai giorni nostri, Francia ed USA, per molti distanti alla luce delle posizioni ideologiche dei rispettivi leader, sono invece legate su 4 settori: cooperazione militare, NATO, questione nucleare, lotta al terrorismo. La Francia, delle nazioni europee, è l’unica con interessi nel Pacifico, grazie ai territori francesi, e ciò porta a stretti rapporti di collaborazione tra le rispettive intelligence. Non è un caso che, nella lotta al terrorismo, le forze francesi operino sotto il comando a stelle e strisce.

La Francia è un validissimo esempio di come, mettendo da parte il proprio sovranismo in ambito militare, ha colto l’occasione di instaurare una collaborazione redditizia, resa palese con il ritorno nella struttura militare della NATO nel 2009. Con risvolti enormi sull’argomento nucleare: i transalpini sono i principali alleati statunitensi nella lotta al nucleare, in favore di una visione comune sulla sicurezza mondiale e sulla lotta al terrore.

Alla Francia, inoltre, resta molto a cuore la questione mediorientale, in quanto ha una massiccia presenza militare dislocata in zona, motivo per il quale ha un enorme interesse nello svolgere una funzione di mediazione tra USA e Iran, anche al fine di mantenere le sue prerogative nella fornitura di armi e materie prime ai Paesi del terzo mondo.

D’altro canto, gli Stati Uniti ancora non ritengono che l’UE sia in grado di mettere in atto una seria politica comune di difesa in grado di togliere ragion d’essere alla NATO e, con essa, alla propria posizione di supremazia nei meccanismi globali, per cui non ha alcun motivo palese di rendere meno proficue le relazioni con i francesi.

Insomma, Parigi ha messo da parte quel senso di antiamericanismo presente dagli anni ’70 all’esordio degli anni 2000, preferendo oggi essere il primo partner militare ed economico degli USA nel vecchio continente. Nonostante le differenze ideologiche – molto presunte – tra Trump e Macron. Sbaglia chi non sa leggere la vera identità del presidente francese, che è il primo dei sovranisti. Trump lo sa, ne ha grande stima e preferisce tenerselo stretto.

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