Il 2021 anno d’oro per il fondo sovrano norvegese: rendimenti al 15% e crescita 25ennale ininterrotta

+15% annuo, equivalente a 1.585 mld di corone norvegesi (ca. 158,5 miliardi di euro). Il 2021 è stato l’anno di uno dei migliori rendimenti degli ultimi 25 per lo Statens Pensjonsfond Utland, il principale dei due fondi sovrani norvegesi ed uno dei più grandi al mondo per volume di investimenti e rendimenti, meglio noto sui mercati come “Government Pension Fund Global” o “GPFG”.

I rendimenti più pronunciati si sono avuti sul portafoglio azionario (+21%), mentre i titoli a reddito fisso hanno segnato una leggera perdita (-2%). Interessanti anche i rendimenti degli investimenti nel real estate non quotato (+14%) e nelle fonti energetiche rinnovabili (+4%). I settori più redditizi sono stati il tecnologico (+30% da solo) ed i servizi finanziari.

Il portafoglio da 1,3 trilioni di dollari è composto, quindi, per il 72% da azioni, garantendo la presenza nel patrimonio netto di oltre 9mila società in 74 Paesi, per il 25% da obbligazioni, per il 2,5% da real estate e per lo 0,1% in rinnovabili, mercato in cui peraltro la Norvegia, terra di fondi d’investimento “green”, è solita operare da anni. Per fare qualche esempio degno di nota: solo le partecipazioni nelle società informatiche Apple, Microsoft e Alphabet hanno fruttato un rendimento pari a 20 mld di euro.

Forte di un successo straordinario, l’Amministratore di Norges Bank Investment – il veicolo d’investimento della banca centrale norvegese incaricato su mandato del Ministero delle Finanze di gestire il GPFG – ha lasciato intendere che in un mercato con tassi d’interesse bassi e rendimenti azionari elevati, proseguire con rendite come quelle accumulate negli ultimi 25 anni di ininterrotta crescita potrebbe essere solo probabile, se non diventare un mero miraggio.

Il GPFG, anche noto come “Oil fund” dagli operatori finanziari, reinveste esclusivamente in progetti esteri dal 1990 i proventi miliardari della vendita di gas naturale e petrolio che fecero volare l’economia norvegese dal 1969, anno di scoperta dei grandi giacimenti nel Mare del Nord. Il primo funding risale al 1996. Da lì inizia una storia fatta di performance in continua ascesa che portano oggi il GPFG a detenere l’1,5% delle azioni di tutte le società quotate del globo.

Coscienti che il petrolio si esaurirà e sentendosi responsabili per il finanziamento del costoso welfare dei loro futuri cittadini, i norvegesi hanno ricalibrato il mix di proventi del fondo: più della metà della liquidità proviene ormai dagli investimenti effettuati nel mercato finanziario, dall’immobiliare, da titoli del debito estero. Tale diversificazione affrancherà in futuro dal carbon fossile, ma costituisce già oggi una tutela contro i rischi finanziari.

Ulteriori paletti alla gestione di questo “tesoro” di Stato sono l’impossibilità per il governo norvegese di spendere più del 20% delle rendite del fondo ogni anno, e comunque una somma pari a quanto generato da un tasso di rendimento del 3%. Il fondo deve anche preoccuparsi di investire responsabilmente in progetti e soggetti che abbiano a cuore temi quali l’ecologia, e particolarmente la sostenibilità: a dicembre l’Amministratore Tangen dichiarò che il fondo aveva deciso di “diserbare” gli investimenti in 9 grandi società non ritenute più sostenibili.

Citiamo anche il secondo fondo sovrano norvegese per dimensioni: il Statens Pensjonsfond Norge (noto come “GPFN”). Più piccolo del suo simile, reinveste i proventi che dalla fine degli anni ’60 vengono generati dal sistema di previdenza sociale (in surplus). A fine 2020 l’11% del capitale presente sulle società quotate borsa di Oslo era di proprietà del fondo, mentre le obbligazioni detenute equivalgono al 3% del mercato obbligazionario nazionale. L’85% degli investimenti è ubicato in Norvegia e la restante parte in paesi nordici geograficamente vicini. Il GPFN è gestito dalla Folketrygdfondet, un fondo governativo che opera su mandato del Ministero delle Finanze e che possiede circa il 5% della capitalizzazione del mercato azionario norvegese, costituendosi come il suo principale investitore istituzionale.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here