Il Consiglio di Stato ha annullato la gara per Paestum. Stessa sorte per il Colosseo?

Come scritto nell’articolo di http://www.qaeditoria.it/ (clicca qui per leggerlo), il 6 luglio 2020 il Consiglio di Stato, nella sentenza n.04311/2020, ha annullato la gara che aveva assegnato a Coopculture la gestione dei servizi all’utenza e la bigliettazione presso il sito archeologico di Paestum.

Una sentenza che avrà dei risvolti importantissimi, con effetti che andranno a investire ulteriori gare affidate alla Consip dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo (Mibact).

I FATTI

Il Consorzio Arte’m Net ha attivato il ricorso al Consiglio di Stato, contro Consip s.p.aParco Archeologico di Paestum, Polo Museale della Campania, (non costituiti in giudizio) e Ministero per i beni e le attività culturalinei confronti di  Società Cooperativa Culture (Coopculture).

Il Consorzio aveva fatto appello contro la sentenza del TAR Campania che aveva in parte respinto e in parte dichiarato inammissibile il suo ricorso avverso il bando di Consip S.p.A., per conto del Mibact, con il quale veniva indetta la “gara aperta per affidare in concessione i servizi di biglietteria, bookshop ed assistenza alla visita presso il Parco Archeologico di Paestum”.

LA DECISIONE

La quinta sezione del Consiglio di Stato ha accolto il ricordo di primo grado, con conseguente annullamento dei provvedimenti impugnati dal Consorzio Arte’m Net.

I giudici, nella sentenza, scrivono: “La controversia in esame, come premesso, riguarda l’affidamento in concessione dei servizi di biglietteria, bookshop e assistenza alla visita presso il Parco Archelogico di Paestum, e dunque enuclea una fattispecie di concessione integrata dei servizi aggiuntivi con quelli complementari ( una forma di “integrazione orizzontale”).

Diversamente l’affidamento dei servizi di biglietteria (oltre che di pulizia e vigilanza), che possono integrare la suddetta concessione, sarebbe invece da solo configurabile come appalto di servizio pubblico, rilevando l’assunzione da parte dell’amministrazione della veste di acquirente dal privato anche a favore di terzi individuati, di determinate “utilitates” contro il pagamento di un corrispettivo.

“In  tale  contesto – viene scritto nella sentenza –  è difficilmente  sostenibile  la legittimità  di una  concessione integrata avente ad oggetto, come si evince dalla tabella n. 1 dell’art. 3 del disciplinare di gara, quale prestazione principale, il servizio di biglietteria ed i servizi di assistenza alla visita e quale prestazione secondaria il servizio di bookshop”. 

Il dato rilevante è che, se prevale il servizio di biglietteria la forma giuridica prevista è quella dell’appalto di servizi; al contrario, se prevalgono i servizi di valorizzazione cosiddetti aggiuntivi allora la forma è quella della concessione di servizi.

Questa sentenza potrebbe avere ripercussioni pesanti anche su altre gare che Consip ha bandito per l’assegnazione degli stessi servizi, sempre per conto del Mibact.

La più rilevante quella per il Colosseo, in scadenza il 27 luglio 2020, che ha un bando molto simile a quello di Paestum.

A questo punto è fondamentale un intervento tempestivo da parte del ministro Franceschini, in modo che possa essere ristabilita chiarezza su un settore importantissimo come quello della cultura e dei beni culturali.

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