Il crimine di essere donna

Donne piccole come stelle

C’è qualcuno le vuole belle

Donna solo per qualche giorno

Poi ti trattano come un porno”.

Era il 1989 quando Mia Martini presentò al Festivalbar la canzone “Donna” scritta dal cantante nonché compositore napoletano Enzo Gragnaniello. È una canzone che appare straziante, fuori dagli schemi del festival e della musica italiana che quell’anno vedrà la vittoria di Raf con la sua “Ti pretendo”. Mimì è stata sempre l’emblema di quel “fuori dagli schemi” citato poc’anzi. Quella sua voce graffiante, resa debole da anni di violenze subite da chi aveva promesso di proteggerla. Nessuno voleva più avere niente a che fare con lei, perché le malelingue le avevano affibbiato il nomignolo di “porta iella”. Lasciata sola e incompresa, Mimì è stata ritrovata morta nel suo appartamento il 14 maggio del 1995. Chissà se la Martini, quando con la mano destra protesa verso il palco, cantando il testo di “Donna”, cercava già di urlare qualcosa. Qualcosa che forse era chiaro a tutti ma che nessuno voleva ammettere di sapere.

Donne piccole e violentate

molte quelle delle borgate

ma quegli uomini sono duri

quelli godono come muli”.

25 anni dopo, le urla non sono certo cessate. 25 anni dopo la morte di Mimì, sono diventate talmente forti che forse, in Italia, qualcosa può veramente cambiare. I dati del Rapporto Eures 2019 su “Femminicidio e violenza di genere” hanno riportato alcuni numeri sconcertanti: dal 2000 al 2019 sono state uccise in Italia 3.230 donne di cui 2.355 in ambito familiare e 1.564 per mano del proprio compagno o ex. 25 anni dopo in Italia vengono promulgate leggi e riforme sul tema del “femminicidio” che non sembrano aver fermato minimamente chi di macchia di questi crimini con tanta efferatezza. 25 anni dopo è stata persino introdotto il reato legato al “revenge porn” punibile con multe o reclusioni al di sotto dei sei anni. Vale così poco la vita nonché l’integrità e la morale di una donna? In Italia chi viene punito non è affatto l’artefice della violenza ma la vittima. Come nel caso della maestra d’asilo di Torino, licenziata perché il proprio ex decide di condividere con i suoi amici dei video intimi che ritraggono la donna nella sua intimità. Intimità che “non doveva essere tutelata meglio” come ha ponderato bene di dire qualche benpensante del “bel paese” ma che piuttosto finisce per ferire nuovamente la donna in questione che ora si vede persino senza la sua professione. In questi stessi giorni, Guendalina Tavassi e Valeria Fonte, personaggi di spicco nel mondo social, sono finite nell’occhio del ciclone per dei video anch’essi intimi terminati su gruppi Telegram e Whatsapp. Vi sono messaggi, condivisi dalla stessa Valeria dove minorenni si scambiano foto e/o video della suddetta per 10€. Vale così poco l’integrità di una persona? Ma soprattutto può valere una qualsivoglia cifra il corpo di una donna?

Donna come l’acqua di mare

chi si bagna vuole anche il sole

chi la vuole per una notte

c’è chi invece la prende a botte”.

È il 25 novembre e come ogni anno, in Italia e nel mondo, vi è la ricorrenza della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne istituita dall’Onu nel 1999.

È il 25 novembre e come ogni anno, milioni di post verranno pubblicati con meravigliose dediche per tutte le donne. Come se le donne potessero essere ricordate solo l’8 marzo e il 25 novembre mentre tutti gli altri giorni violenze psicologiche e fisiche siano autorizzate. L’ipocrisia è nella giustizia che non le tutela; l’ipocrisia è nella stampa che le annichilisce a puri oggetti; l’ipocrisia è nei commenti sprezzanti di sedicenti esperti; l’ipocrisia è nel “fischio” quando una donna attraversa; nella “battutina” sul posto di lavoro; sul “ti amo troppo” nonché sul “se l’è cercata”.

Donna come un mazzo di fiori

Quando è sola ti fanno fuori

Donna, cosa succederà

Quando a casa non tornerà

Sono passati 25 anni e l’amarezza maggiore è sapere che ancora niente è cambiato.


Per le vittime di violenza:

Il 1522 è un servizio pubblico promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità. Il numero, gratuito, è attivo 24 h su 24, accoglie con operatrici specializzate le richieste di aiuto e sostegno delle vittime di violenza e stalking.

Per avere aiuto o anche solo un consiglio chiama il 1522 (il numero è gratuito anche dai cellulari).

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